Sė, viaggiare
Maria Lanciotti: Terra castellana
03 Luglio 2009
 
Caro Claudio,... un piccolo omaggio ai nostri Castelli Romani, posti nell'ambito di quel territorio tanto visitato da artisti italiani e stranieri e ampiamente riprodotto nella pittura romana dell'Ottocento. Terra vulcanica e fertile,  per certi versi ancora ribelle alle imposizioni del progresso. Terra dionisiaca, con le feste dedicate all'uva durante le quali le fontane buttano vino, come dice la nota canzone 'na gita a li Castelli'. Omaggio che confido adatto a "Viaggi e altri viaggi", per far conoscere ai lettori-navigatori lo spirito di questi luoghi, davvero incantevoli. Da tutti i comuni castellani, una ventina circa, si vede Roma e San Pietro, mentre a Castel Gandolfo abbiamo  la residenza estiva del papa, che si specchia nel lago Albano. Un lago che si va prosciugando e nessuno che vi metta riparo. Scusa le chiacchiere, qui è appena passata una tromba d'aria che a momenti sradicava  tutto,  e ho pensato bene di spostarmi in altra zona.
                                             
Maria 
 
    
    

Terra castellana

 

Suolo forgiato dal fuoco e dai venti,

fertile suolo baciato dal Cielo stellato,

mitico suolo caro agli dei,

meta di artisti e cercatori di meraviglie,

inebriante terra dai grandi seni

incoronati di ginestre e alloro,

e l’energia che sfiata dal suo nucleo

inonda questa terra innamorata

fervida di vita,

che ti scioglie le membra

in rivoli di miele

e versi dall’anima dipana

e di nuovo aggroviglia in tramati

miracoli di luce.

Inesausta terra

che qui, nelle centralità

del suo respiro, frutti di bosco

e di scoglio e d’innesti

mette sulle labbra degli amanti

e scatena nelle menti accese

la nostalgia del Ventre

che ci rivuole indietro

per tramutarci nella stagione buona

in pampini e spighe e acetosella,

mentre la storia passa e qui fa sosta

fra architettonica armonia

e incantamento di titanici racconti,

di Erinni e Centobraccia,

e la Notte che cela frutti d’oro

e la Chimera che vomita fuoco

e la magia del segno della croce sui pani,

terra di serpi e lepri e api

di  ulivi e fichi e fragole e vigneti

ammantata di  mimose e greggi e mandrie,

terra contesa e mai doma, rivoltata

da calzari cingoli e cinghiali,

da eserciti e eremiti, terra di transumanza,

crogiolo di tradizioni e nuovi impulsi,

qui la dura stirpe umana si rivela

quale figlia dei Giganti e delle Ninfe

nel vigore dell’indole e del sangue,

aurea stirpe ancora non piegata

ai nuovi dei che svettano imperiosi,

pesanti delle viscere d’acciaio e di cemento,

orbi e incrudeliti e senza sbocco,

orrendi contro il cielo,

stirpe benedetta pregna ancora

del grasso dei padri e di leggende,

forte come la vite che si radica in fondo al

grembo sacro, e succhia vita

ed ebbra la ridona.

                      

Maria Lanciotti


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276