Diario di bordo
Un voto alla Rosa nel Pugno per le riforme liberali, radicali e socialiste. Per la laicità dello Stato
Bonino e Boselli ieri a Piazza Navona
Bonino e Boselli ieri a Piazza Navona 
07 Aprile 2006
 

Oggi Panorama esce con un articolo di Emma Bonino che Notizie radicali ha anticipato ieri.

 

La scorsa settimana, a “Ballarò”, ho avuto un confronto serrato - spigoloso ma leale - con Berlusconi. E devo francamente dire che le sue dichiarazioni successive nei miei confronti, mi sono parse inutilmente astiose. A Berlusconi dico che non si fa politica con i risentimenti; e anche se si pensa o si teme una sconfitta elettorale, proprio allora occorre dare il meglio di sé, investire sul futuro; anche in vista dell’opposizione, che in democrazia è un compito altrettanto importante del governo.

Con i miei amici della Rosa nel pugno, penso che Berlusconi abbia deluso le attese di chi lo aveva votato. Nel 2001 gli elettori gli consegnarono un trionfo elettorale, con una maggioranza parlamentare che non si vedeva dai tempi di De Gasperi: più cento deputati e più cinquanta senatori: un vero e proprio mandato a trasformare il paese. Quasi nulla di quelle speranze si è tradotto in riforme concrete. Ripercorriamolo questo quinquennio delle occasioni liberali perdute.

Doveva esserci il passaggio ad un sistema compiutamente maggioritario (come in America o in Inghilterra: con soli due o tre partiti); siamo riprecipitati nel caos del peggior proporzionale, con una trentina di partiti in lizza pronti a ricattare il Governo, a destra come a sinistra.

Doveva esserci la grande riforma economica in senso liberale; ci siamo ritrovati con la difesa corporativa degli ordini professionali; con l’attacco alle compagnie aeree a basso costo ritenute - nientemeno!- responsabili della crisi di Alitalia; e perfino con toni quasi da… no global di Giulio Tremonti, con la sua polemica contro il “mercatismo mondialista” (sic!).

Doveva esserci la grande riforma della giustizia. Berlusconi, rapidissimo nell’approvare leggine di interesse (diciamo così…) di pochi (falso in bilancio, rogatorie, ecc.), nulla ha fatto per le vere riforme strutturali, dalla separazione delle carriere alla responsabilità civile dei magistrati. Questo mentre la situazione nelle carceri italiane si fa ora dopo ora sempre più drammatica, al punto che non è esagerato parlare di vera urgente questione sociale italiana: celle affollate all’inverosimile, malati non curati, suicidi e tentati suicidi… una vergogna, come ha ammesso lo stesso Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria. Per questo abbiamo proposto e proponiamo l’amnistia: unico rimedio per decongestionare la situazione, e avviare quelle riforme che rendano vivibili le carceri, restituendo a detenuti e personale penitenziario la dignità di cui hanno diritto.

Non parliamo poi del doloroso capitolo delle libertà civili: no al divorzio breve, attacchi alla legge sull’aborto, no ai pacs, tentativo di sbattere in galera i ragazzi per qualche spinello, blocco della libertà di ricerca scientifica sulle staminali, e via proibendo…

Per tutte queste ragioni credo che non si debba premiare l’attuale Cdl: del resto, se Berlusconi non è stato in grado di fare riforme liberali con una maggioranza così vasta, perché dovrebbe riuscirci con uno schieramento parlamentare ben più risicato?

So bene che anche il centrosinistra ha i suoi problemi (e non di poco conto); ma proprio la Rosa nel pugno laica, socialista, liberale e radicale è una garanzia: faremo barriera rispetto alle componenti massimaliste dell’Unione, rappresenteremo la certezza - per chi vorrà aiutarci con il proprio voto sia al Senato che alla Camera - di avere nella coalizione vincente una forza di sicuro ancoraggio liberale e socialista, capace di tenere insieme la battaglia per i diritti civili e quella per la modernizzazione economica e sociale. L’Unione oggi è l’unico luogo ove sia consentito dibattito, confronto, dialettica. Questa la nostra scommessa: garantire l’alternanza necessaria al governo; lavorare per un’alternativa che passa per l’indispensabile riforma di una sinistra troppe volte prigioniera di logiche corporative, burocratiche, stataliste.

 

Emma Bonino

(da Notizie radicali, 06/04/2006)


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