Diario di bordo
Usciamo dal Silenzio. Un documento e un manifesto per le amministrative 2009
02 Giugno 2009
 

Le donne di Usciamo dal silenzio di Sondrio si sono trovate a valutare l'operato dell'Amministrazione provinciale uscente.

Il giudizio non può che essere negativo in quanto le sporadiche azioni realizzate dall’Amministrazione provinciale uscente ci hanno confermato la non esistenza di un progetto ragionevole ed organico per affrontare i temi delle pari opportunità, dell’educazione di genere e della violenza sulle donne, anzi hanno dimostrato come siano state dettate più “dal dover esserci per salvare la faccia” che dal credere in politiche sociali volte a migliorare la qualità delle condizioni di vita delle cittadine e dei cittadini della nostra provincia.

Le donne di Usciamo dal Silenzio hanno redatto un documento rivolto ai candidati alla presidenza provinciale e lo hanno reso pubblico attraverso una conferenza stampa.

Solo un giornale locale ha parlato di tale iniziativa e questo dimostra lo scarso interesse anche della stampa verso argomenti che non muovono “Soldi” e quindi non interessano ai “poteri forti” e ai “poteri politici”.

Alla proposta di Usciamo dal Silenzio hanno aderito i candidati Giacomo Ciapponi e Guglielmo Giumelli.

 

Nell'immagine il manifesto elettorale e, a seguire, il documento.

 

Il movimento donne Usciamo dal Silenzio di Sondrio

 

 

 

Elezioni Provinciali 2009


Ai candidati a Presidente della Provincia di Sondrio

 

Usciamo dal Silenzio è un movimento autoconvocato per dare parola pubblica alla libertà ed ai diritti delle donne, nato nel gennaio 2006 con l’organizzazione della manifestazione nazionale in difesa della legge 194.

In provincia di Sondrio si costituisce nel giugno 2007 ed organizza il primo incontro dal titolo “Il diritto di essere donne. Libere” presso la sede Arci Demos di Talamona.

Nel settembre 2007 organizza a Piateda con la CGIL il convegno “Donne in movimento”.

Sempre con la CGIL si costituisce come centro raccolta firme per la campagna “50E50, ovunque si decide” per garantire alle donne una presenza paritaria nelle liste elettive.

In collaborazione con l’Agenzia per la Pace, il 9 dicembre 2007, promuove la lettera aperta nella si pone il problema della violenza sulle donne e si chiede al Presidente della Provincia l’assunzione in agenda politica di tale tema.

Propone e coordina l’iniziativa “Non tacere la violenza” in calendario per l’otto marzo 2008.

Il 21 giugno 2008 con Cgil promuove l'incontro pubblico “Legge 194: applichiamola”.

Il 25 novembre 2008 organizza la fiaccolata a Sondrio per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Aderisce Cgil Sondrio.

Per l’8 marzo 2009 coordina MANIFESTO8MARZO, documento che mette in evidenza il tema della disparità di genere. Aderiscono Anpi, Arci Sondrio, Anteas, Auser, Ada, Cgil-Cisl-Uil, Issrec e i comuni di Sondrio, Montagna in Valtellina, Faedo Valtellina, Piateda.

Sempre l’8 marzo 2009 partecipa all’incontro promosso dalla Pro Loco di Dubino sul tema la violenza sulle donne.

Nell’aprile 2009 il movimento è invitato dagli studenti e delle studentesse del liceo scientifico di Sondrio a tenere l’assemblea d’istituto con tema la violenza sulle donne.

In maggio il movimento è invitato dagli studenti e delle studentesse del Liceo psicopedagogico di Sondrio a tenere l’assemblea d’istituto con tema migrazione femminile.

 

 

L’attenzione al problema sociale della violenza sulle donne

alle politiche di genere e di pari opportunità

nell’Amministrazione provinciale uscente

 

Il tema della Violenza sulle donne

Con la lettera aperta al Presidente della Provincia del 9 dicembre 2007 parte una campagna di sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne. Nella lettera si richiama il ruolo dell’istituzione Provincia nel riconoscere che nella nostra valle esiste il problema e, di conseguenza, attivare azioni visibili e concrete. Le lettera viene inviata a tutti i comuni e alle comunità montante affinché, con una delibera, sostengano l’appello lanciato.

La lettera viene sottoscritta da 1000 cittadine/i;

raccoglie le adesioni di associazioni, movimenti, organizzazioni sindacali quali ANPI, ANTEAS, Arcobaleno, ARCI Demos, ARCI Sondrio, Argonaute, AUSER, CGIL-CISL-UIL, Cittadini/e per Sondrio città aperta, Collegio delle Ostetriche della provincia di Sondrio, ISSReC, Il Mondo, Lavops, Scuola e diritti, RdB, WWF Valtellina-Valchiavenna;

raccoglie le delibere dei comuni di Berbenno, Bianzone, Cosio Valtellino, Delebio, Dubino, Gerola Alta, Montagna in Valtellina, Morbegno, Piateda, Prata Camportaccio, Sondrio, Talamona, Tirano, Tartano, Villa di Tirano, Valdisotto.

Il 31 marzo 2008 una delegazione di donne si reca in provincia e consegna al Presidente Provera il materiale raccolto a sostegno della lettera aperta. La delegazione rinnova le proprie richieste che non vengono accolte per “non ravvisata necessità”.

Uniche attenzioni intorno alla lettera che risultano agli atti sono:

in seduta del Consiglio Provinciale del dicembre 2007 il Presidente della Provincia comunica la presenza della lettera aperta;

nella seduta della riunione dei Capi Gruppo del 15 febbraio 2008 «il Presidente del Consiglio (provinciale) ritiene opportuno che vi sia, in un prossimo consiglio, una comunicazione sull’attività svolta e sulle proposte inerenti l’argomento, con i relativi dati; fa presente che in altre Province hanno istituito un’apposita commissione per le parti opportunità tra uomo e donna, con un effettivo coinvolgimento delle associazioni che operano sull’argomento».

È da ricordare che il 17 aprile 2008, la Commissione Regionale Pari Opportunità della Lombardia, delibera un documento nel quale chiede

a tutte le Amministrazioni provinciali della Lombardia di

istituire un Osservatorio contro la violenza e i maltrattamenti alle donne per monitorare l’entità del fenomeno a livello provinciale;

istituire un tavolo di confronto provinciale composto da tutti i soggetti istituzionali preposti (Provincia, Comuni, Forze dell’Ordine, ASL, sistema scolastico, etc.) per costruire interventi multisettoriali di informazione, educazione, formazione, prevenzione e contrasto;

alle Amministrazioni comunali di

impegnarsi a porre come prioritario nelle Politiche Territoriali di Piano e nelle Politiche Sociali il tema del contrasto alla violenza ;

realizzare, ove necessario ed in collaborazione con la Provincia, case di ospitalità in cui le vittime di violenze e maltrattamenti possano essere ospitate con i/le loro figli/e.

Nonostante le sollecitazioni del movimento e le richieste della Commissione regionale per le Pari Opportunità, il Presidente uscente dichiara in qualità di Consigliere comunale di Sondrio:

«Ho qualche perplessità sul ruolo che viene attribuito all’ente Provincia quindi all’Amministrazione provinciale perché non riesco a valutare bene se la responsabilità istituzionale di un fenomeno di questo genere debba essere dato a un’Amministrazione provinciale anziché a un comitato di sicurezza, alla Prefettura o quanto altro».

 

La consigliera delegata alle pari opportunità

La consigliera provinciale delegata alle pari opportunità che avrebbe dovuto sollecitare il proprio gruppo di governo a seguire le indicazioni della commissione regionale, che fine ha fatto?

E ancora, quali politiche ha presentato, ha rese pubbliche, ha sostenuto?

Forse è il caso di dire “Chi l’ha vista?”

 

La consigliera di Parità

La Consigliera di Parità è una figura istituzionale nominata dal Ministro del Lavoro insieme al Ministro per le Pari Opportunità.

Svolge funzioni di promozione e controllo dei princìpi di pari opportunità e non discriminazione per donne e uomini sul lavoro, incidendo sulle situazioni che sono di ostacolo alla realizzazione della piena parità uomo-donna sul lavoro. Nell'esercizio delle funzioni a lei attribuite, è un pubblico ufficiale ed ha l'obbligo di segnalazione all'autorità giudiziaria dei reati di cui viene a conoscenza.

In data 30 marzo 2009 il Movimento Usciamo dal Silenzio ha presentato formale richiesta di incontro con la Consigliera di Parità, chiedendo copia delle relazioni annuali sull’attività svolta negli anni di suo mandato di cui non abbiamo ricevuto ancora risposta.

 

Le sporadiche azioni realizzate dall’Amministrazione Provinciale uscente confermano che non esiste un progetto ragionevole ed organico che affronti i temi delle pari opportunità, dell’educazione di genere e della violenza sulle donne, anzi dimostrano come siano state dettate più “dal dover esserci per salvare la faccia” che dal credere in politiche sociali volte a migliorare la qualità delle condizioni di vita delle cittadine e dei cittadini della nostra provincia.

 

 

La nostra proposta

per una politica della discontinuità

 

Da un empirico studio effettuato risulta che in altre province le Consigliera di Parità e delle Pari Opportunità riescono ad incidere efficacemente sulle politiche di genere e sulle politiche del lavoro femminile. È di tutta evidenza che per giungere a ciò l’ente Provincia deve avere ben chiari propri ruoli e funzioni e deve saper individuare i punti focali e le criticità attinenti al proprio territorio.

Questo può avvenire laddove il coinvolgimento delle donne non sia solo “materiale da ripiena”, ma le donne siano invece presenti nei livelli decisionali per costruire un progetto comune. La questione dell’ottica di genere diventa fondamentale per affrontare temi più generali ed inclusivi quali la scuola, il lavoro, la sicurezza e la salute. Un modello di società che tenga conto di questo migliora la condizione di tutti, non solo delle donne.

La discontinuità politica che chiediamo deve misurarsi su questi temi anche attraverso l’assunzione di un forte ruolo di informazione ed educazione sulla cultura dei generi: vere e proprie campagne sui ruoli pubblici e privati di uomini e donne e sulla violenza sulle donne, con particolare riguardo alla violenza domestica; campagne rivolte alle scuole e alla popolazione in generale.

L’ente Provincia dovrebbe assumere la funzione di coordinare e integrare altre azioni come quella di dare grande impulso alla mediazione culturale nei consultori, che dovendo essere interetnica non può che essere laica, alla politica di prevenzione e contraccezione oltre che agevolare l’apertura di luoghi di aggregazione e di incontro tra le donne italiane e straniere.

Non solo. Se è vero che i servizi sociali sono di competenza dei comuni e dei piani di zona, è altresì vero che una progettazione e un coordinamento a livello provinciale non possono che favorire la creazione di servizi e agevolare, così, la parità di genere e l’integrazione delle donne nel mondo del lavoro, della politica e delle istituzioni.

L’attenzione alle politiche di genere, ma più in generale delle pari opportunità, e quindi non solo di genere, dovrebbe permeare tutta l’attività di governo del territorio, per esempio se nel progettare la viabilità non si tiene conto dell’eliminazione delle barriere architettoniche, della facilità d’accesso, dell’illuminazione, non si può affermare che si considera la politica di pari opportunità.

 

Per una politica della discontinuità, il movimento donne Usciamo dal Silenzio della provincia di Sondrio propone ai candidati Presidenti di assumere nei propri progetti elettorali politiche volte alle pari opportunità che tengano in considerazione:

 

1. Funzionamento della Consigliera di Parità e della Consigliera della Pari Opportunità, con l’istituzione di una Commissione delle pari opportunità.

 

2. Equa rappresentanza all’interno della giunta e negli enti di rappresentanza.

 

3. Forte impulso alla mediazione culturale, alle politiche di educazione, di prevenzione e contraccezione da attuarsi nei consultori e nelle scuole.

 

4. Istituzione dell’osservatorio contro la violenza sulle donne e istituzione dello “sportello donna”.


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276