Doriana Goracci: Stragi di uomini, di bambini, della libertà di stampa…
07 Maggio 2009
 

Evadiamo? I Raid giornalistici in poche ore mettono la notizia in coda, in altre è sparita. Riporto l'ennesima strage piovuta dal cielo dalle forze americane della pace in guerra. Strage di civili in Afghanistan. Era solo il 18 aprile e alcune donne a Roma erano in presidio di solidarietà con le donne afghane, questo il video.

Allora io vi invito a leggere la poesia di Meena, donna afghana fondatrice di Rawa, una che ha lottato per dare voce alle donne dell’Afghanistan, private dei loro diritti e costrette al silenzio e l'appello odierno che ne consegue alle donne e agli uomini italiani. Meena era nata nel 1956 a Kabul ed è stata assassinata dagli agenti del Khad (il braccio afghano del KGB) e i loro complici a Quetta in Pakistan, il 4 febbraio 1987. Metto in chiaro anche questo indirizzo http://solleviamoci.wordpress.com che ci fa conoscere ampiamente Meena.

 

Leggerete, lo spero, il comunicato che viene dal Comitato NO Dal Molin: Strage in Afganistan: Vicenza costretta a ospitare assassini e dalla Rete Nazionale Disarmiamoli: Afghanistan, I have a nightmare.

La Stampa riporta approfondisce commenta analizza “altri” fatti “dolorosi” e tutto meno che privati... di donne e uomini, questi sì, noti al mondo. Dovremmo urlare Assassini e invece parliamo dell'Eccellente Genere Perseguitato...

 

Mai più tornerò sui miei passi

Sono una donna che si è destata
Mi sono alzata e sono diventata una tempesta
che soffia sulle ceneri
dei miei bambini bruciati
Dai flutti di sangue del mio fratello morto sono nata
L’ira della mia nazione me ne ha dato la forza
I miei villaggi distrutti e bruciati mi riempiono di odio contro il nemico,
Sono una donna che si è destata,
La mia via ho trovato e più non tornerò indietro.
Le porte chiuse dell’ignoranza ho aperto
Addio ho detto a tutti i bracciali d’oro
Oh compatriota, io non sono ciò che ero.
Sono una donna che si è destata.
La mia via ho trovato e più non tornerò più indietro.
Ho visto bambini a piedi nudi, smarriti e senza casa
Ho visto spose con mani dipinte di henna indossare abiti di lutto
Ho visto gli enormi muri delle prigioni inghiottire la libertà
nel loro insaziabile stomaco
Sono rinata tra storie di resistenza, di coraggio
La canzone della libertà ho imparato negli ultimi respiri,
nei flutti di sangue e nella vittoria
Oh compatriota, oh fratello, non considerarmi più debole e incapace
Sono con te con tutta la mia forza sulla via di liberazione della mia terra.
La mia voce si è mischiata alla voce di migliaia di donne rinate
I miei pugni si sono chiusi insieme ai pugni di migliaia di compatrioti
Insieme a voi ho camminato sulla strada della mia nazione,
Per rompere tutte queste sofferenze, tutte queste catene di schiavitù,
Oh compatriota, oh fratello, non sono ciò che ero
sono una donna che si è destata
Ho trovato la mia via e più non tornerò indietro.

 

 

Strage in Afganistan: Vicenza costretta a ospitare assassini

Giovedì 6 maggio dalle 18:00 iniziativa all'ingresso della Ederle. Si è compiuta l'ennesima strage di civili in Afganistan a opera dell'aviazione dei paesi che, sotto guida statunitense, da anni combattono in quel territorio; almeno cento civili sono morti sotto le bombe di chi, “per difendere lo stile di vita del proprio Paese” – come recitava un documento Usa – dichiara di voler esportare la democrazia a suon di uccisioni.

La nostra città, Vicenza, è costretta a ospitare un esercito che compie stragi nel mondo. Se la avesse compiuta qualcun altro, questa strage, sarebbe definita genocidio; invece quei morti si chiameranno danni collaterali, perché ad ammazzare sono state le bombe intelligenti di quello stesso Paese che impone basi militari nel nostro territorio. La nostra città non può essere resa complice di chi ammazza civili inermi. Domani sera (giovedì 7 maggio) dalle 18:30 alle 20:00 saremo davanti all'ingresso della Ederle in viale della Pace per evidenziare che la nostra città non vuole ospitare chi compie stragi. Presidio Permanente, Vicenza, 6 maggio 2009

 

 

Afghanistan, I have a nightmare

Oltre 100 civili uccisi sulle montagne afgane.

Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!

Di fronte alla ferocia dei bombardamenti indiscriminati, di cui la stampa nazional popolare talvolta è costretta a parlare inviandoci poche e fugaci immagini, si rimane sempre annichiliti e sconvolti.

Riferendo dell'omicidio della bambina da parte delle truppe italiane di pochi giorni fa ad Herat avevamo accennato alla strategia militare delle truppe occupanti, che prevede il sistematico attacco alle popolazioni civili come deterrente anti guerriglia. Niente di nuovo rispetto alle guerre moderne, dai bombardamenti a tappeto del generale fascista Graziani in Libia, alle immagini agghiaccianti del villaggio di My Lai in Vietnam, sino alle recentissime immagini provenienti dall'Iraq o dalla Palestina occupata. Gli esempi si perdono.

Ciò che accade in Afghanistan da oltre 7 anni pare essere un salto di qualità rispetto alla raccapricciante storia degli eserciti occidentali.

La media dei bombardamenti quotidiani, di cui solo i più attenti possono trovare traccia nei dispacci del Pentagono e della missione Isaf-Nato ci parlano di numeri impressionanti, con decine di operazioni quotidiane, coordinate da personale dell'aviazione multinazionale, di cui fanno parte generali italiani di alto rango. Un massacro che più di una strategia di dissuasione appare come espressione di una volontà di sterminio e/o dispersione di un intero popolo.

Zone impervie, ininteressanti dal punto di vista economico ma centrali per posizione geopolitica e per il passaggio di arterie energetiche strategiche.

Niente da controllare direttamente se non il territorio in quanto tale. In questo contesto popolazioni da secoli determinate a resistere a potenti eserciti occupanti sono solo di ingombro. Quindi l'alternativa proposta a questi abitanti pare essere secca: O la morte o l'esodo, il più lontano possibile, ben oltre i confini del Pakistan.

In questa strategia il nuovo Presidente statunitense, che tante speranze ha sollecitato in una fetta consistente di opinione pubblica progressista, fa da battistrada. Non a caso Obama ha posto tra gli obiettivi militari centrali della sua politica estera la normalizzazione del territorio di confine tra i due paesi.

Una strategia lastricata di sangue, morte e distruzione, di cui possiamo talvolta vedere solo gli effetti più eclatanti.

Non sappiamo se questo nuovo metodo di sterminio “democratico” sortirà gli effetti desiderati dai centri studio del Pentagono.

Di certo ci sono le vite bruciate sull'altare di una amministrazione che nel giro di pochi mesi disvela fino in fondo la sua feroce essenza genocida, colonialista ed imperialista.

Qualcuno oltre Oceano, molti anni fa, aveva un sogno.

Quel sogno si è trasformato in un incubo.

 

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org – info@disarmiamoli.org

 

 

Strage di civili in Afghanistan

Un centinaio di civili, inclusi donne e bambini, sono rimasti uccisi mentre cercavano riparo dai raid aerei compiuti nell'Afghanistan occidentale. La portavoce del comitato internazionale della croce rossa, Jessica Barry, ha detto che una squadra della Cicr si è recata ieri nel luogo in cui hanno avuto luogo i raid aerei delle forze americane e ha potuto constatare la presenza di diversi cadaveri oltre che la distruzione di alcune case.

I civili uccisi, secondo fonti della sicurezza, sono oltre cento. «Confermiamo che il numero dei civili uccisi in questa operazione supera i trenta» ha detto il capo della polizia della provincia di Farah, Abdul Ghafar Watandar, «ma al momento non abbiamo un bilancio preciso».

Il presidente Hamid Karzai e il comando militare Usa hanno ordinato l'apertura di un'inchiesta sulla morte di 150 persone nei bombardamenti condotti sulla provincia di Farah.

«Tra le decine di persone uccise ci sono donne e bambini» ha detto Jessica Barry, portavoce della Croce Rossa, a conclusione degli accertamenti condotti dall'organizzazione dopo le denunce degli abitanti della zona di Farah «la cui impressione era che ci fossero decine di morti". "Possiamo confermare senza ombra di dubbio che ci sono vittime civili» ha aggiunto la Barry, e tra questi un volontario della Mezzaluna Rossa ucciso con 13 membri della sua famiglia.

Karzai ha già fatto sapere che discuterà della questione in occasione del suo incontro di oggi con il presidente statunitense Barack Obama.

Rohul Amin, governatore della provincia di Farah, ha detto che le vittime civili sono state causate dal fatto che i miliziani avevano trovato riparo nelle abitazioni che sono poi state bombardate. «È una zona sotto controllo dei talebani» ha detto, «non siamo in grado di fare un bilancio ufficiale, ma ci sono state vittime civili perché usavano abitazioni civili per nascondersi».

 

Doriana Goracci


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276