Diario di bordo
Cannabis. Preside rinviato a giudizio per aver detto che non fa male 
Follia censoria, antiscientifica e contro la libertà di insegnamento, espressione, e informazione
08 Aprile 2009
 

Il preside di un liceo è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Trani per istigazione all'uso di stupefacenti: aveva detto ad una classe del quinto anno che non vi sono prove scientifiche sulla nocività della cannabis e sul fatto che crei dipendenza anche a lungo termine. I fatti descritti dall'accusa spiegano che il preside avrebbe espresso parere favorevole alla legalizzazione della cannabis. Il tutto mentre i carabinieri stavano facendo una lezione sui cosiddetti effetti devastanti della marijuana.

Siamo alla follia censoria, contro la libertà di insegnamento, di espressione e di informazione. Non potrebbe essere diversamente, visto che la politica e l'informazione sulle droghe è lasciata quasi esclusivamente in mano a militari e poliziotti, piuttosto che a scienziati e medici.

Quello che ha detto il preside lo difendiamo e se questa follia censoria fosse applicata alla lettera, anche siti Internet come il nostro, dove facciamo informazione quotidiana sulle droghe, dovrebbero essere denunciati per “istigazione al consumo”: chiediamo, e da anni ci adoperiamo, per la legalizzazione della marijuana, ritenendo che la proibizione provochi maggiori danni di quanto le sostanze possano mai infliggere.

Gli unici effetti nocivi individuati dagli oltre 17mila studi sulla marijuana, riguardano la salute neuropsichiatrica degli adolescenti, ma anche in questo caso non è scientificamente dimostrato quanto la sostanza sia causa oppure solo fattore scatenante di una patologia già esistente.

Ricordiamo anche che tabacco e alcool -sostanze legali- creano maggiore dipendenza della marijuana e producono nel mondo circa 4 milioni di vittime ogni anno, mentre non si registrano decessi per cannabis.

Ciò che è stato scientificamente e statisticamente dimostrato, è che militari e poliziotti non dovrebbero fare informazione sugli stupefacenti nelle scuole, perché provocano risultati contrari a quelli auspicati. Un enorme programma statunitense basato proprio sulle lezioni di poliziotti (il D.A.R.E.), non solo non ha dato risultati positivi nelle migliaia di scuole dove è stato attuato, ma addirittura ha spinto i soggetti più curiosi e vulnerabili a provare droghe nuove.

Insomma, da denunciare per istigazione al consumo sono i carabinieri e i poliziotti che vanno a pontificare nelle scuole e quei politici che ce li mandano.

http://droghe.aduc.it


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