Diario di bordo
Argentina, 1976-2006
24 Marzo 2006
 

Argentina, 1976


Ho visto gli uomini arrampicarsi all’ombra
Tendendo gli arnesi ancora addormentati
E marciare uniti nello sforzo bestiale
Fino a montare il sole sopra la terra.


Allora uscivano da ogni parte i bambini e le madri
E dopo i mercati riempivano i marciapiedi
Di fischi e mele.


L’allegria delle gesta domestiche
Coronate dalla dignità del pranzo!


Ho visto lunghe carovane di operai nell’alba
Marciare fino al metallo della sirena.
Agili biciclette con il cestino per il pranzo,
la radio pendendo dal manubrio.


Fino a che lo strepito di raffica
Di cannone maledetto
Di orrenda morte
Aprì un buco in ogni casa ed entrò la nebbia nera.


Tutto se ritorse come un pesce nella sabbia,
fino ad essere ingollato dalla paura.


Scomparve la fabbrica.
Anche l’uomo.
E i figli, e i mercati con fischio, e le radio
Che non furono se non uno specchio dell’inferno rotto a volte.                                        
L’università di Lujan fu chiusa.
Incatenarono la luce nei sanguinosi tombini,
perseguitarono le gemme del canto assassinato.                                                           


L’abbraccio fu un codice segreto
La patria un dolore affogato sotto la tortura.
E il sole desiderio appena mormorato
Tra i nomi di quelli che più non erano.


 

Gabriel Impaglione
Argentina
1976 – 24 de marzo – 2006


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