Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Ministero del Turismo. Soldi buttati via solo per voglia di poltrone
16 Marzo 2009
 

Buttato fuori dalla porta principale del Palazzo grazie all'82,30% degli elettori italiani che nel 1993 votarono sì all'abrogazione referendaria del ministero del Turismo e Spettacolo, eccolo che lo stesso ora rientra da un'altra porta. È il premier Silvio Berlusconi che lo fa sapere: «faremo presto il ministero del Turismo, credo sarà nel giro di un mese». Non è la prima volta che ci viene detto che questo ministero sta per essere reinsediato e che ministro in pectore dovrebbe divenire l'attuale sottosegretario al turismo Michela Vittoria Brambilla.

Nel 1993 sostenemmo con convinzione l'abrogazione di questo ministero e, nonostante il visibile attivismo della sottosegretaria nonché la crisi del settore, continuiamo a non comprendere quale utilità ne verrebbe al Paese. In questi sedici anni di assenza del ministero, le singole Regioni si sono organizzate ed hanno fatto promozioni continue delle loro attrazioni in Italia e all'estero; nonostante questo la crisi è tangibile per due motivi:

1 - essendo più poveri, i consumatori hanno meno soldi da spendere in una attività essenzialmente ludica come il turismo;

2 - l'offerta strutturale del nostro Paese è peggiorata e, a parte alcune isole felici (che lo erano prima e continuano ad esserlo oggi), insieme a prezzi che non ci fanno competere con altri Paesi mediterranei e, nonostante un patrimonio artistico invidiabile, non siamo competitivi.

In questo contesto, cosa ha fatto la sottosegretaria Brambilla per far capire che da ufficio della presidenza del consiglio dei ministri, chi si occupa della politica del Turismo ha bisogno di un ministero?

Queste le due maggiori iniziative:

1 - Lo scorso 11 febbraio sono state varate nuove norme sulle stelle degli alberghi con il dichiarato intento di porre una regola standard all'attuale giungla che, per esempio, fa sì che un due stelle di Rimini o Bolzano sia paragonabile come qualità ad un quattro stelle della Calabria che, però ha i prezzi di un cinque stelle delle due località nordiche. Nuove norme che non hanno cambiato nulla: la nuova classificazione non riguarda gli alberghi esistenti ma solo quelli nuovi e quelli ristrutturati (per cui se ne parla fra qualche secolo) ed ha istituito un sistema di rating per la misurazione e la valutazione della qualità del servizio reso ai clienti che però, non solo è associato alle stelle di cui sopra ma a cui gli alberghi aderiscono solo su base volontaria.

2 - il 6 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per la fruizione dei buoni vacanza a seguito delle generiche disposizioni della Finanziaria 2008. Un contributo statale destinato alle famiglie a basso reddito utilizzabile per le vacanze al mare, in montagna o alle terme in tutto l'arco dell'anno con esclusione del periodo che va dalla prima settimana di Luglio all'ultima di Agosto e quello dal 20/12 al 6/1... cioè quando la maggior parte delle famiglie a basso reddito (operai, precari etc.) hanno le ferie. Quindi non defiscalizzazione per consentire maggiori investimenti per la qualità e calo dei prezzi al consumo, ma contributi a pioggia di minimo e dubbio arrivo.

E per fare questo ci vuole un ministero anche contro la volontà dell'82,30% degli elettori? Mah! Crediamo sia più opportuno non confondere la voglia di poltrone con le carenze di politica esecutiva del Governo.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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