Sė, viaggiare
Paola Arminio, Gianmario Bonfadini, Gaetano Barbella: Lettere sulle sculture di neve in Fotoalbum (4)
Chiesa del Redentore, Brescia
Chiesa del Redentore, Brescia 
24 Febbraio 2009
 

Appena in “funzione” Fotoalbum sta avendo il successo sperato tra i lettori-navigatori. Confermando che innovazione e comunicazione asse portante di TELLUSfolio giornale on line, è la linea da perseguire. Qui, in Fotoalbum sta prendendo corpo telematico, l’accostamento narrazioni-immagini che verrà anche riversato-pubblicato sull’Annuario TELLUS “Narrazioni per 4 stagioni. Dall'Illuminismo a Internet-Tellusfolio” (uscita maggio-giugno 2009). Le foto (che saranno artistiche, professionali, biografiche, politiche, illustrative, dilettantesche, pescate dal Web, dagli album familiari, dai musei, ecc.) già arrivate di Giacomo Saviozzi, Patrizia Garofalo con i suoi collage fotografici, e stamane queste lettere attorno al viaggio di Paola Arminio e Gianmario Bonfadini di Gaetano Barbella ne sono l’incipit. Il romanzo da Fotoalbum, a più voci, proseguirà poi per moto proprio. Io aprirò soltanto la copertina, ne appunterò nell’album i riquadri, poi a sfogliarle saranno i lettori-navigatori.

 

Claudio Di Scalzo discalzo@alice.it

  

  

 

Lettere sulle sculture di neve in fotoalbum

 

Caro Claudio,

mi riferisco all'articolo Paola Arminio, Gianmario Bonfadini: “Verso una scultura di neve in Norvegia" (rubrica Critica della cultura: “Viaggi e altri Viaggi") del 24 febbraio (oggi?). Ieri, dopo averlo letto, ho preferito inviare alle suddette persone una e-mail per compiacermi con loro in modo personale per la loro interessante impresa, anche perché mi premeva inviare in allegato delle foto. Oggi mi hanno risposto per ringraziarmi e per chiedermi di farti pubblicare in replica la mia email suddetta.

Perciò ora di mando in copia la e-mail in questione unita alla loro, e poi vedi tu.

Cari saluti,

 

Gaetano Barbella gaetano.barbella@gmail.com

 

 

***

 

Cari Paola e Gianmario Bonfandini,

ho letto con piacere il vostro racconto dell'esperienza come scultori della neve in Norvegia.

Ho preferito scrivervi questa e-mail per manifestarvi in modo personale la mia simpatia per ciò che fate che si dimostra di gran lunga eccezionale se visto in modo metafisico.

Forse non vi siete mai soffermati a riflettere su simili correlazioni, ma è vero anche che il fuoco interiore che vi giunge per dar vita alle vostre imprese, come quella in Norvegia del racconto su TellusFolio, deve possedere una virtù speciale. Realmente deve esisterne in modo peculiare.

Nell'Alchimia si parla di incomprensibili lotte fra il leone verde e quello rosso, fra la salamandra e la remora, due mostri mitici.

Per capire meglio sapete che la salamandra è un essere tutto fuoco, mentre la remora è di natura fredda gelida, tutto ghiaccio. E per un tempo indeterminato la salamandra sembra che abbia la meglio, ma la remora finisce per essere vittoriosa, poiché essa e conservativa e non distruttiva come l'altra.

Ora è comprensibile l'accostamento con la vostra lotta nel far mantenere indenni la struttura del ghiaccio delle opere artistiche che componete. Si tratta, ragionando in termini metafisici, di dare vita a ciò che è come se non la possedesse in potenza per la forma e l'anima vostra che vi mettete dentro nelle opere che voi componete. Esse per un certo tempo è come se fossero idee-esseri-cose da voi concepiti e ibernate.

Di qui la concezione di una nuova vita rubata alla morte che nel processo di decadimento del ghiaccio acquisisce la natura ignea del fuoco. È questo il concetto alchemico che Prometeo pose in atto rubando il fuoco agli dei per donarlo agli uomini. Ed è, altresì, intuibile che si tratta della nascita della scienza che in tanti modi solleva l'uomo dalla propria caducità aiutandolo, quando non può reggersi da solo, con un ideale bastone (con due serpenti attorcigliati in amore) che è poi il caduceo di Ermete alchemico, un po' il simbolo dei farmacisti.

Per completare, io che vi scrivo da Brescia dove vivo da molto tempo, mi fa piacere inviarvi un segno che tanto si accosta alla mia idea alchemica testé espressa con l'anima che non teme il ghiaccio, e questo ci permette di capire che è immortale. Si tratta della foto della Chiesa del Redentore eretta sul Monte Guglielmo di Brescia (tratta dal Giornale di Brescia: foto di un lettore) che allego a questo scritto. Naturalmente c'è pure insieme la foto della Chiesa in questione quando il tempo non è più invernale.

Questo per suggerirvi che siete con Dio per l'amore che infondete nelle opere di ghiaccio che componete.

Tanti cari saluti ed auguri,

Gaetano Barbella

 

Ps. Mi trovate sul web presente in diversi siti e blog e attraverso il mio sito "Il geometra pensiero in rete" www.webalice.it/gbarbella

 

 

***

 

Caro Gaetano, MOLTO interessante il suo punto di vista sulla "questione". Si tratta certamente di una visione molto approfondita e meno banale rispetto a quelle da noi proposte in passato; al più ci siamo riferiti a concetti vagamente ruskiniani: "...lasciar che l'opera svanisca naturalmente..." nascondendoci dietro l'alibi e l'illusione che le nostre sculture non si dissolvono semplicemente, ma appartengono per sempre ai continenti nei quali sono state realizzate, essendo penetrate in forma liquida nelle viscere di quei luoghi.

La sua lettera così piena di riflessioni e riferimenti meriterebbe senz'altro una risposta ben più adeguata rispetto a quanto io sono capace, perciò non aggiungo altro, se non un ringraziamento.

Casomai le chiederei il permesso di riportarla sul nostro sito e magari potrebbe - sono sicuro che Claudio apprezzerebbe - riportarla come "replica" su Tellusfolio.

Grazie ancora e tanti auguri per tutto.

 

Gianmario Bonfadini

 

Ps: sbaglio o ancora per qualche minuto di questo 23 febbraio posso farle tanti auguri anche per il compleanno? Auguri!


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