Diario di bordo
Gino Songini. Del garantismo, della gogna e di altro ancora 
A proposito della vicenda che vede coinvolto l'ex coordinatore provinciale di Forza Italia
22 Febbraio 2009
 

Nell'inchiesta sugli appalti in cui sono coinvolti a vario titolo diversi personaggi della politica e dell'imprenditoria locale, spicca il nome del presidente della Comunità montana di Morbegno Silvano Passamonti. Da settimane, da mesi ormai, giornali e giornaletti locali riportano uno stillicidio di notizie (compresa la registrazione di telefonate e conversazioni, neanche si trattasse di Totò Riina e Bernardo Provenzano) con commenti a volte superficiali e malevoli. Premetto che politicamente sono lontano da Passamonti (per la verità non sono sempre contrario alle idee e ai programmi di centro-destra, anche se sono totalmente, visceralmente e accanitamente contrario a Berlusconi e alla sua corte) e quindi i miei rilievi prescindono da valutazioni di carattere politico o, men che meno, partitico.

Ritengo in ogni caso di poter fare le seguenti considerazioni:

1 – occorre avere piena fiducia nell'opera della magistratura, anche se la lentezza della giustizia italiana non promette di chiarire le cose in tempi ragionevoli;

2 – vale per tutti, e quindi anche per Passamonti, la presunzione di innocenza, soprattutto per chi non solo non ha subito condanne, ma al momento non è neppure rinviato a giudizio;

3 – fa bene la magistratura, quando ne ha motivo, a disporre intercettazioni telefoniche e ambientali, ma non è accettabile che le registrazioni finiscano in mano a giornali o ad altri organi di informazione che ne fanno un uso morboso e sconsiderato;

4 – occorre rendersi conto che tale modo di procedere, quello cioè di diffondere intercettazioni e notizie che dovrebbero rimanere riservate, oltre a nuocere alle indagini, ad altro non serve che a distruggere moralmente una persona prima ancora che intervenga qualsiasi sentenza di un giudice;

5 – non bisogna infine dimenticare che, anche in caso di proscioglimento o di piena assoluzione, niente e nessuno potrà ripagare chi è coinvolto in simili vicende delle sofferenze morali patite.

Ciò premesso, mi pare di poter dire che i testi delle intercettazioni che comunque sono apparsi sulla carta stampata non riportano, almeno per quanto riguarda il presidente delle Comunità montana, assolutamente nulla che sia riconducibile a fatti di rilevanza penale. Chiediamoci: ma quando noi, per lavoro o per altro, conversiamo liberamente con qualcuno, non ci abbandoniamo spesso, per non dire sempre, a un linguaggio libero e disinvolto? È o non è comprensibile che un amministratore, magari del tutto innocente, che sente sul collo il fiato di un'indagine penale tema che persino i documenti dell'ordinaria amministrazione possano essere per lui dannosi e compromettenti?

Conosco bene Silvano Passamonti. In qualità di sindaco ha amministrato per più mandati il suo piccolo comune (Bema) con passione, competenza e disinteresse. Da tempo è alla guida della Comunità montana di Morbegno e tutti i rappresentanti dei nostri comuni, provenienti dai diversi territori e di vario orientamento politico, gli hanno sempre riconosciuto capacità amministrativa, operosità e onestà personale. Persino coloro che l'hanno politicamente avversato con durezza non hanno mai avuto da dire sulla sua personale rettitudine. A questo punto qualcuno dirà: già, ma gli appalti? Ovviamente conosco poco della questione e non posso che ripetere: piena fiducia nell'operato della magistratura. Ma se mi è permessa una considerazione di carattere personale (sottolineo, strettamente personale) sul tema degli appalti dico che non sempre è possibile seguire in tutto e per tutto le procedure indicate dalle leggi e dai regolamenti. Non sempre è possibile affidare opere, magari di particolare delicatezza o di particolare difficoltà tecnica, a imprese che formalmente potrebbero avere titolo a ottenere la concessione. È ben noto del resto come intorno ai pubblici appalti ruotino sempre più spesso sciacalli, speculatori e incapaci. Ripeto, non so come sono andate le cose presso la Comunità montana e non voglio attribuire ad altri considerazioni che sono soltanto mie. Ma penso che un buon amministratore, pur guardando alla legge, debba tener conto di tante cose. Mi spiego con un esempio che con i casi in questione c'entra magari poco. E chiedo scusa ai lettori del banale discorso, che però può servire a rendere l'idea. Molti anni or sono presso la Direzione didattica dove lavoravo come direttore vicario si aggiudicò la gara di appalto per una gita scolastica la ditta di trasporti X. Il costo pro-capite per ogni partecipante al viaggio risultava di duemila lire (!) inferiore all'offerta più vantaggiosa tra tutte quelle pervenute. La gara d'appalto (ma sì, anche quella lo era) si svolse nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti. Purtroppo, ma questo potemmo verificarlo soltanto dopo, il pullman per il viaggio era una specie di carretta della strada sulla quale nessuno di noi farebbe salire neppure la suocera. L'autista poi, e anche questo non fu possibile appurarlo per tempo, era un rappresentante di generi alimentari che a tempo perso lavorava per la ditta X, portando in gita chi capitava. Lungo la strada del lago ci fu un primo incidente. Il pullman urtò un'utilitaria mandandola fuori della carreggiata, causando ai passeggeri vi lascio immaginare quale spavento. Fortunatamente non ci furono feriti e lo stesso conducente dell'utilitaria uscì sano e salvo dalla macchina semidistrutta. Ripreso il viaggio, lungo l'autostrada per Brescia uno pneumatico scoppiò determinando una sbandata paurosa, che solo per la protezione di San Cristoforo non si trasformò in tragedia. Finalmente fu inviato sul posto un altro pullman con un altro autista a raccogliere gli sfortunati viaggiatori. La procedura per l'appalto era stata corretta, ma lascio ai lettori ogni giudizio sulla vicenda. Quella lezione ci fece aprire gli occhi e ci mise davanti a responsabilità che andavano ben oltre il rispetto di semplici formalità procedurali. Ora può darsi che questo breve racconto c'entri con la storia in oggetto come i cavoli a merenda. Ma tutto può aiutare a riflettere. E allora, prima di emettere giudizi temerari nei confronti di chi per ruolo e responsabilità istituzionali ha il compito di decidere, fermiamoci un momento. Non giudichiamo in base a pettegolezzi e a malevoli pregiudizi quando non conosciamo come realmente sono andate le cose. Evitiamo di mettere alla gogna chiunque, soprattutto persone da tutti conosciute per serietà e riconosciuta onestà personale.


Gino Songini

(da 'l Gazetin, novembre 2008)


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