A favore dell'eutanasia? No, ma contro quella clandestina
17 Febbraio 2009
 

Il sen. Michele Saccomanno, con l'intenzione di dare lezioni al partito avverso al suo su come ci si dovrebbe comportare, è riuscito a leggere la mia recente elezione a segretaria della commissione Igiene e Sanità del Senato come parte di un piano del sen. Ignazio Marino per "eutanasizzare" i cattolici del Pd. Infatti sarebbe stato fatto fuori il precedente segretario Claudio Gustavino, perché cattolico democratico e sostituito da me in quanto "convinta eutanasista".

Lascio al sen. Saccomanno le proprie fantasie e le proprie letture di strategia politica, ma visto l'appellativo di "convinta eutanasista" che mi affibbia, è forse il caso per mettere alcuni puntini sulle "i" su come si presenta il quadro nel difficile confronto parlamentare che andremo a fare in materia.

Lo contrapposizione è tra chi è a favore dell'eutanasia illegale diffusa e chi la vuole regolamentare, proprio per evitare gli abusi.

Io sono per la regolamentazione, contro i fautori della "zona grigia", quelli che credono che è il familiare, o chi per lui, a decidere con il medico la fine della vita della persona, senza vincoli dettati dalla legge in cui il principio dell'autodeterminazione e della volontà dell'individuo sia dirimente.

Il disegno di legge che ho presentato con il sen. Marco Perduca recita un principio di cui vorremmo si potesse parlare liberamente e senza freni ideologici: ogni persona in condizioni terminali o in caso di malattia gravemente invalidante, irreversibile e con prognosi infausta, ha il diritto di porre termine alla propria esistenza. Un diritto individuale non toglie diritti agli altri, su questo come su altri temi. Un diritto negato sono diritti in meno per altri.

Ma, purtroppo, ho l'impressione che alla pacatezza di un confronto con questa impostazione, così come conferma l'intervento del sen. Saccomanno, si preferisca la "caciara" e la mistificazione delle idee e delle posizioni del propri avversario. Col mio rigore politico, sarò sempre in prima linea nel denunciare queste mistificazioni.

 

Donatella Poretti


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