Le pornoprevisioni delle entrate fiscali: sesso e cartomanti, la crociata contro il cattivo gusto
21 Gennaio 2009
 

La prossima settimana il decreto fiscale anticrisi dovrebbe superare l'ultimo passaggio parlamentare per divenire legge: il Senato esaminerà il disegno di legge in cui si fanno previsioni di entrate e di uscite per correre in aiuto delle famiglie e del lavoro. Tra le nuove entrate sarà resa operativa la pornotax, con un gettito previsto per l'anno in corso di ben 254 milioni di euro.

La cifra è calcolata non basandosi su uno studio di settore ad hoc, ma sull'unico rapporto in circolazione basato su dati 2002 pubblicati nel 2004 nel quarto Rapporto sulla pornografia realizzato da Eurispes con il patrocinio del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali.1 Un Rapporto che oltre ad essere datato (7 anni fa...), non registrava gli introiti dei canali a pagamento di Sky, che all'epoca non offrì alcuna cifra così come continua a fare oggi, mentre tutti gli esperti stimano dai 100 ai 120 mln all'anno di introiti per Sky dai canali Hot, cioè quasi il 10% del fatturato 2008 (1.338 mln) basato su un rapporto che non considerava Sky!!!

A questi strani e inaffidabili meccanismi di calcolo, che nessuna massaia utilizzerebbe per tenere la propria contabilità, il decreto anticrisi è stato modificato dalla Camera sì da tassare non solo gli sporcaccioni ma anche i creduloni: l'addizionale del 25% dovrebbe riguardare il materiale pornografico, ossia quello «in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti», e anche «i soggetti che utilizzano trasmissioni televisive volte a sollecitare la credulità popolare che si rivolgono al pubblico attraverso numeri telefonici a pagamento». Quindi maghi, cartomanti, previsioni dei numeri del lotto? E perché mai? Lo spirito da crociata pare simile, ma la relazione tecnica non menziona alcun introito da questo settore: si istituisce una sovrattassa e non si calcola il beneficio per le casse dello Stato... mah! Quantomeno curioso!

È il quadro di un'Italia perbenista che, se del mercato del sesso si ostina a non parlarne, non trova di meglio che accomunarlo a quello dei creduloni, con un salasso economico che li relegherà ancora di più nell'illegalità. Il Governo agisce in nome del cattivo gusto (loro), dell'indecenza (loro) e del senso del pudore (loro), nonché in nome di un'Italia che crede nei maghetti per somatizzare la realtà (loro). Per contrastare un Paese che ingabbia le libertà individuali, presenterò emendamenti soppressivi di questa tassa contro il porno e contro “credulonia”.

 

Donatella Poretti

 

 

1 Il giro d'affari annuo complessivo dell'industria del sesso (prostituzione esclusa) era valutato in 1,1 miliardi, e si stimava un trend di crescita di oltre il 10% l'anno. Oggi la relazione tecnica alla pornotax recita: «Considerando il trend dell'ultimo triennio 2002-2004 mitigato dalla minore crescita economica degli ultimi anni, si ipotizza una crescita media annua del fatturato pari al 5%» da cui segue una stima di fatturato pari a 1.338 mln di euro per il 2008, 1.405 per il 2009, ecc. Per il 2008 il reddito medio delle imprese del settore viene stimato in 535 mln di euro e 562 per il 2009, applicando quindi l'addizionale del 25% e l'acconto del 90% nell'anno in corso lo Stato potrebbe incassare 133,8 mln di euro di saldo per il 2008 e 120,2 mln di acconto per il 2009, pari quindi a 254 mln di euro.


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