Diario di bordo
Commissione vigilanza Rai. I partiti come il dio Kronos: si sono mangiati il proprio figlio 
Buon appetito! Noi intanto non paghiamo il canone/imposta!
20 Gennaio 2009
 

I partiti politici stanno per far saltare la commissione parlamentare di vigilanza Rai: non gradiscono il presidente Riccardo Villari e nonostante i due “giapponesi” che resistono con il senatore Pd nel fortino (il radicale/Pd Marco Beltrandi e Luciano Sardelli dell'Mpa) e Marco Pannella che non mangia per sensibilizzare sul mancato rispetto della legalità istituzionale, crediamo che si giungerà presto allo scioglimento della commissione. Il presidente Villari, pur eletto come da regolamento del Parlamento, non è gradito ai partiti che, abituati a decidere nelle istituzioni in base alle proprie segreterie e non ai parlamentari, hanno deciso di far saltare quella commissione che loro stessi avevano creato per governare/controllare il servizio pubblico d'informazione radiotelevisiva. Proprio come il dio Kronos dell'Olimpo, si stanno mangiando il proprio figlio, un cannibalismo di cui noi, contribuenti/sudditi, se porterà all'estinzione di questa commissione non potremo che esser grati: una spesa in meno per lo Stato che gestisce l'informazione come fosse una scuderia data in gestione a soggetti esterni, i partiti per l'appunto.

Noi, popolo di ingenui contribuenti, che paghiamo le imposte che per costituzionale rassegnazione si chiamano canoni o abbonamenti e alimentiamo questa scuderia, ne prendiamo atto: forse è la volta buona che il mostro creato dai partiti sarà divorato dagli stessi partiti.

Ma, siccome siamo ingenui e non fessi, siamo ben consapevoli che “morto un figlio” sono lì che copulano già per concepirne e partorirne un altro. Lodiamo, quindi, la resistenza del presidente Villari, dei due “giapponesi” e la tenacia di Pannella, anche solo per fare uno sberleffo al tempo che hanno perso per capire come meglio doveva essere cucinato il figlio che stanno ora mangiando.

Che dire? Non pagate il canone/imposta, ma non violando la legge (chi non paga e possiede una tv è evasore fiscale), bensì non possedendo più un televisore, “accontentandosi” della libera informazione e del libero spettacolo che si trova in Internet e nelle strade delle proprie città. Per il momento, infatti, chi possiede un computer non deve pagare alcuna imposta per la tv di Stato, così come ci ha detto lo stesso ministero competente:

www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=246551

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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