Diario di bordo
Valter Vecellio. Il Vaticano impazzito
05 Gennaio 2009
 

Un pesce d’aprile con tre mesi d’anticipo. Quando l’agenzia ANSA, l’altro giorno, ha messo in rete, alle 20 e 26, un flash da Città del Vaticano, abbiamo pensato, nell’ordine: che si trattava di una burla; che si trattava di una notizia redatta da un giornalista che aveva bevuto un po’ troppo oppure si era fatto di qualcosa di diverso dalla sostanza fornita dal solito fornitore; che un guasto al sistema dell’ANSA avesse messo in rete una notizia confezionata in modo bislacco.

Niente di tutto ciò: non si tratta di uno scherzo; nessuno all’ANSA aveva abusato di alcunché; e non c’era nessun guasto al sistema informativo. Una notizia assolutamente vera. Val la pena di riportarla per intero, non foss’altro per serbarne memoria:

«Aborto, devastazione dell’ambiente e violazione dei diritti umani. Ma anche causa della sterilità maschile. La pillola anticoncezionale, quella comunemente usata dalle donne di tutto il mondo, torna sul banco degli imputati. A muoverle accusa di crimini gravi e finora sottovalutati o ignorati è un articolo dell’Osservatore Romano firmato dal Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, Pedro José Maria Simon Castellvi.

Nell’articolo, intitolato “L’Humanae Vitae, una profezia scientifica”, l’esperto cattolico non parla della pillola abortiva RU486, ma dell’anticoncezionale che fu vietato nella controversa enciclica firmata nel luglio 1968 da Paolo VI, dedicata alla regolazione delle nascite.

Ispirandosi a quel testo “profetico”, l’Associazione internazionale dei medici cattolici ha redatto un documento di un centinaio di pagine, sintetizzato nei punti principali dal professor Simon Castelli, sul giornale del papa.

Anche la pillola a basso dosaggio ormonale, si legge sull’Osservatore Romano, “funziona in molti casi con un effetto abortivo”, ed ha comunque “conseguenze devastanti sull’ambiente”, in quanto il rilascio di “tonnellate di ormoni” attraverso le urine femminili, è una delle cause dell’infertilità maschile in Occidente.

I mezzi contraccettivi, incalza il medico cattolico, “violano almeno cinque importanti diritti dell’uomo; il diritto alla vita, il diritto alla salute, il diritto all’educazione, il diritto all’informazione (la loro diffusione avviene a discapito dell’informazione sui mezzi naturali) e il diritto all’eguaglianza fra i sessi (il peso dei contraccettivi ricade quasi sempre sulla donna)”. Il che non è poco, fa osservare l’articolo, se si pensa che la comunità internazionale ha appena celebrato i 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo».

 

Poteva astenersi dall’intervenire monsignor Elio Sgreccia (nella foto con Benedetto XVI, ndr), già presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e, come assicura il Corriere della Sera, «tra i massimi esperti di bioetica»? Non poteva, e infatti non ha potuto. Dice l’eminenza:

«La distinzione tra aborto e contraccezione resta. Quello sulla pillola è un grave sospetto, di cui si parla da anni. Per non nuocere alla salute della donna, si abbassano i dosaggi. E all’effetto principale, quello di impedire l’ovulazione, si è aggiunto così il rischio che la pillola abbia una funzione anti-impiantatoria: impedire al piccolo embrione che si è nel frattempo formato di impiantarsi. Ma la percentuale di effetti abortivi sembra così ridotta, zero virgola qualcosa per mille, che non se ne parla. Nel frattempo, seguendo la stessa logica anti-impiantatoria, sono nate le pillole del giorno dopo. Che la diffusione di ormoni nell’ambiente moltiplichi i parti gemellari e al contrario produca infertilità maschile è vero. Ma le cause sono varie. E più che altro dipende dal fatto che vengono usati come fertilizzanti in agricoltura. Così ce li ritroviamo nella verdura, nella carne…».

 

Non passano ventiquattr’ore, che lo stesso giornalista dell’ANSA ne scova un’altra, di perle vaticanesche: dietro la recessione e i guai dell’Alitalia, c’è nientemeno che Satana in persona.

Lo si poteva immaginare impegnato in tante cose, ma neppure facendo ricorso alla più fervida fantasia si poteva immaginare il principe delle tenebre occupato in questo tipo di faccende. Ma dobbiamo crederci, perché la notizia viene da un esperto, padre Gabriele Amorth, intervistato dal sito cattolico Pontifex Roma. Anche in questo caso conviene riprendere per intero il flash dell’agenzia:

«La recessione mondiale, la crisi dei mercati, le tribolazioni di Alitalia? Tutta colpa del demonio che suggerisce scelte economiche e finanziarie sbagliate per dividere e impoverire i paesi. Se ne dice convinto il decano mondiale degli esorcisti, padre Gabriele Amorth.

Il discorso vale anche per le vicissitudini della compagnia aerea di bandiera italiana, “un tempo simbolo di stile ed efficienza. Bene, anche la crisi dell’Alitalia ha qualcosa di funestamente satanico”, commenta l’anziano sacerdote.

Quando accadono divisioni, confusione, crisi, il grande tentatore”, spiega l’esorcista, “è sempre presente. Lui se la ride e inevitabilmente le crisi e i dissesti economici hanno influenze anche sulla sfera personale. Creano allontanamento e frattura, esattamente quello che vuole Satana”.

Dunque”, osserva, “affermare che la crisi finanziaria internazionale sia anche il prodotto satanico e gradito a Satana non è sbagliato. La crisi mondiale è dunque un fatto satanico”.

Il demonio contribuisce alla crisi, secondo l’esorcista, “suggerendo ai mercati, agli esperti e agli investitori scelte sbagliate. Se costoro sbagliano e causano disastri, inevitabilmente genereranno confusioni, crisi, conflitto, che poi sono gli obiettivi del demonio”. La strategia di fondo di Satana, ricorda tuttavia il sacerdote, rimane quella di “far credere che non esista, di passare inosservato, subdolamente”.

Alla domanda se il clero cattolico creda ancora nel demonio, Amorth risponde: “Generalizzare e dire di NO è sbagliato. Ma buona parte del clero ed anche dei vescovi hanno ceduto, sono scettici e quasi scoraggiati. Si fa molta fatica a nominare esorcisti nelle diocesi e ne avremmo tanto bisogno. Ecco, in un certo senso stiamo certificando la vittoria di Satana”».

 

Ora possiamo scegliere: in Vaticano sono impazziti? È possibile, se solo si mettono in fila un anno di affermazioni e diktat vaticani; ma impazziti o no che siano, resta il fatto che non se ne può davvero più. Ogni giorno, ogni ora, ogni momento escogitano un nuovo tormento. Fosse per loro, si dovrebbe vivere prigionieri di una colossale cintura di castità. Dicono di NO a tutto.

NO alla pillola del giorno prima e a quella del giorno dopo.

NO all’uso dei preservativi, perché in nome della vita dobbiamo rischiare la vita con l’AIDS e altre malattie.

NO al divorzio, anche quando la vita di coppia è un inferno (e però, con la Sacra Rota si attribuiscono il diritto di sciogliere a pagamento qualsiasi vincolo).

NO all’aborto, anche quando la gravidanza non è desiderata, è stata imposta.

NO alla libertà della ricerca scientifica.

NO al diritto di ognuno di noi di stabilire quando una vita è degna di essere vissuta, e quando, invece, ci risulta insopportabile.

NO all’informazione sui profilattici, al controllo delle nascite, alle pianificazioni familiari nelle aree crescenti nelle quali si muore di fame, di AIDS, di disastri ecologici e demografici. Proibire, vietare, ma mai legalizzare, regolare, “governare” per superare tragedie di ogni tipo e in ogni angolo del mondo.

NO a tutto. Non si può essere massoni, perché si viola la legge divina; non ci si può masturbare, per non disperdere il seme, non è raccomandabile farsi prendere in giro dagli oroscopi; non si può giocare d’azzardo; non si può fumare uno spinello. Stabiliscono loro quale spettacolo televisivo è morale, e quale non lo è; quale film va visto o no, quale libro va letto o no, i farmacisti di religione cattolica, a sentir loro, dovrebbero fare obiezione di coscienza, e non consegnare a chi la richiede la pillola del giorno dopo; e si arriva ad approvare chi nega farmaci anti-dolore a donne che devono partorire…Insomma, non si può fare nulla. Ma davvero: ci lascino campare!

 

In nome della fede (della fede!), della carità (della carità!) si comportano oggi come ieri con Galileo o Giordano Bruno. I Galileo e i Giordano Bruno dei nostri tempi si chiamano Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, le migliaia di malati come loro. A cosa serve, centinaia d’anni dopo, chiedere scusa per il rogo in cui è stato arrostito Giordano Bruno, a che cosa serve chiedere scusa per le persecuzioni e le sofferenze inferte agli ebrei; a cosa serve riconoscere l’abominio e lo scempio dell’inquisizione, quando l’oscurantismo clericale continua a manifestarsi in mille occasioni?

 

E si sarà pure anticlericali d’antan. Noi si continua a credere che l’Italia potrebbe essere un paese migliore se non ci fosse nessun Concordato; se, come diceva Cavour, ci fosse una libera Chiesa in un libero Stato; sottoscriviamo ogni parola del poeta Eugenio Montale: «Il Concordato e i suoi annessi, mi fa ricordare quei fossili che si tengono sotto vetro per paura che vadano a pezzi. Bisogna prenderlo com’è o lasciarlo (andare a pezzi). Ogni modifica non farebbe che peggiorarlo. Lasciamo dunque morire questo anacronistico istituto nato in tempi in cui lo Stato, o meglio il potere, rinunziò a se stesso per poter sopravvivere. E apriamo la via a un nuovo e civile modus vivendi che restituisca autonomia allo Stato e autonomia alla Chiesa di Roma e a ogni altra fede e culto. Facciamo che l’Italia sia un paese di piena libertà religiosa!» Come ci ricorda Ernesto Rossi, la lotta anticlericale è di nuovo, oggi, in Italia, lotta contro la reazione e il proseguimento della lotta antifascista e per la libertà: «Occorre che tutti coloro a cui puzza il dominio dei preti siano fermamente decisi a rifare il cammino, sulla strada che nel 1870 condusse il trionfo della breccia di Porta Pia».

 

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 5 gennaio 2009)

 

 

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