Diario di bordo
Enrico Peyretti / Pax Christi. Gaza-Israele. Mobilitazione a Torino
31 Dicembre 2008
 

Questa tragedia Israele-Gaza è il trionfo della lunga politica dell'odio. Facciamo pressione tutti, popoli della terra, perché la ragione, la trattativa, il riconoscimento, la vita prevalgano sull'uso politico della morte.

In Israele prevale da tempo la parte che pensa veramente, rendendogli la vita impossibile, di espellere i palestinesi dalla terra biblica intera, “data da Dio” a quel popolo. In Hamas agisce (nella delusione popolare per il governo di Ramallah) quella corrente palestinese che vorrebbe gettare a mare Israele perché non perdona l'offesa della occupazione della terra come se fosse vuota, ultimo atto del colonialismo occidentale. Immagine confermata dall'allineamento occidentale su Israele, e dall'influenza profonda (in che modo?) di Israele sulle politiche occidentali (anche su Obama).

Un fondamentalismo biblico-ateo-etnico da una parte. Un fondamentalismo identitario anti-israeliano dall'altra. È un danno per la civiltà islamica orientare (o dover orientare) la propria rinascita verso il nemico esterno, Israele, invece che, come fece Gandhi in India, in un “programma costruttivo” (suo principale obiettivo) della società indiana, di lotta contro i suoi propri mali, prevalente sulla stessa indipendenza dalla GB, e vera dignità, diritto, indipendenza e onore nazionale indiano.

Dio ci aiuti e li aiuti. Popoli e governi, culture e religioni, nell'interdipendenza mondiale, costringano le politiche omicide a fermarsi.

È ben vero che la pace è impedita fin quando dura la torturante occupazione israeliana dei territori palestinesi.

 

Enrico Peyretti

 

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Ieri pomeriggio, martedì 30, a Torino, piazza Castello-via Garibaldi, si è tenuta una manifestazione contro la guerra, indetta da vari gruppi. Hanno partecipato membri di Mir-MN (Movimento internazionale per la riconciliazione – Movimento Nonviolento), che si riconoscono nell'appello diffuso da Pax Christi (volantino riprodotto qui sotto)

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Pax Christi sull'attacco israeliano a Gaza

 

 

FERMATEVI SUBITO, FERMIAMOCI TUTTI!

«Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento, è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice». P. Manauel Musallam, parroco a Gaza, 27 dicembre 2008

Un inferno di orrore, morte e distruzione, di lutti, dolore e odio si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza e sul territorio israeliano adiacente.

 

A voi, capi politici e militari israeliani,

chiediamo di considerare che insieme ai 'miliziani' di Hamas state colpendo, uccidendo e ferendo centinaia di civili palestinesi. Non potete non averlo calcolato. Non potete non sapere che a Gaza non esistono obiettivi da mirare chirurgicamente. Non potete non aver messo in conto che da troppo tempo è la popolazione di Gaza a vivere sotto embargo, senza corrente elettrica, senza cibo, senza medicine, senza possibilità di fuga.

Le vostre crudeli operazioni di guerra compiono opera di morte su donne, bambini e uomini che non possono scappare né curarsi e sopravvivere, essendo strapieni gli ospedali e vuoti i forni del pane.

Ascoltate i vostri stessi concittadini che operano nelle organizzazioni israeliane per la pace: «Siamo responsabili della disperazione di un popolo sotto assedio. Hamas da settimane aveva dichiarato che sarebbe stato possibile ripristinare la tregua a condizione che Israele riaprisse le frontiere e permettesse agli aiuti umanitari di entrare. Il governo d'Israele ha scelto consapevolmente di ignorare le dichiarazioni di Hamas e ha cinicamente scelto, per fini elettorali, la strada della guerra».

FERMATEVI SUBITO!

 

A voi, capi di Hamas,

chiediamo di considerare che i vostri razzi artigianali lanciati verso le cittadine israeliane poste sul confine, sono strumenti ulteriori di distruzione e, per fortuna raramente, di morte, e creano inutilmente paura e tensione tra i civili. Sono una assurda e folle reazione all'oppressione subita, che si presta come alibi per un'aggressione illegale.

Se foste più potenti, capi di Hamas, vorreste forse raggiungere i livelli di distruzione dei vostri nemici? E non essendolo, a che scopo creare panico, odio e desiderio di vendetta nei civili israeliani che vivono a fianco alla vostra terra? Quali strategie di desolazione, disumane e inefficaci, state perseguendo?

FERMATEVI SUBITO!

 

E noi donne e uomini che apparteniamo alla 'società civile',

FERMIAMOCI TUTTI!

Sostiamo almeno un minuto accanto a tutti i civili che soffrono. Alle centinaia di ammazzati palestinesi, che per noi non avranno mai nome e volto, come alla vittima israeliana. Alle centinaia di feriti palestinesi e ai fortunatamente pochi feriti israeliani. A chi ha perso la casa. A chi non può curarsi.

E poi, tutti insieme, alziamo la voce: non è questa la strada che porterà Israele a vivere in pace e sicurezza. Non è questa la strada che porterà i palestinesi a vivere con dignità in uno Stato senza più occupazione militare, libero e sovrano.

I media italiani in questi giorni hanno purtroppo mascherato una folle e premeditata aggressione -e soprattutto l'insopportabile contesto di un assedio da parte di Israele che per mesi ha ridotto alla fame un milione e mezzo di persone - scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone altri.

La maggior parte dei quotidiani e telegiornali hanno affermato che “è stato Hamas a rompere la tregua». Invece il 19 dicembre è semplicemente scaduta una tregua della durata concordata di sei mesi. L'accordo comprendeva: Il cessate-il-fuoco, la sua estensione nel giro di qualche mese alla Cisgiordania e la fine del blocco di Gaza. Questi impegni non sono stati rispettati da Israele (25 palestinesi uccisi solo dalla firma dell'accordo) e quindi Hamas non l'ha rinnovato. Ancor più precisamente, già ai primi di novembre, Israele aveva rotto la tregua con una serie di attacchi a Gaza uccidendo altri 6 palestinesi.

Aiutiamoci allora a valutare criticamente le analisi spesso falsate dei media per dare maggior forza ad altre voci diventate grida: Solo poche ore fa, proprio a Gaza, il Patriarca di Gerusalemme celebrava la Messa di Natale riprendendo il suo Messaggio natalizio: «Siamo stanchi. La pace è un diritto per tutti. Siamo in apprensione per l'ingiusta chiusura imposta a Gaza e a centinaia di migliaia di innocenti. Siamo riconoscenti a tutti gli uomini di buona volontà che non risparmiano sforzi per spezzare questo blocco».

La strada intrapresa invece, lastricata di sangue e macerie, condurrà la gente qualsiasi al macello. E i suoi capi alla sconfitta. In primo luogo alla sconfitta umana.

 

Pax Christi Italia, 28 dicembre 2008


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