Canone/imposta Rai. La legge non è uguale per tutti? Interrogazione
18 Dicembre 2008
 

Il canone/imposta che siamo costretti a pagare alla Rai è una sorta di mina vagante della politica e dell'informazione di Stato. Il suo gettito non basta mai e puntualmente i vari amministratori di viale Mazzini bussano cassa per venire incontro alle voragini di bilancio.

Sono anni che l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), promotrice di una campagna per l'abolizione della gabella più odiata dagli italiani e per la privatizzazione della tv di Stato, denuncia -anche giudizialmente e contabilmente- la latitanza delle istituzioni preposte ai controlli e agli interventi legislativi. Sulla questione canone, la Rai denuncia un'evasione del 25% delle famiglie, dati non credibili perché basati sul presupposto che ogni famiglia possieda un televisore; motivo per cui, per esempio, nei prossimi giorni è dato per certo un ulteriore aumento dell'importo del canone, portandolo a 107,5 euro dagli attuali 106, oltre a promesse di inasprimento dei controlli -già intrusivi ai limiti del codice penale- nei confronti delle famiglie presunte evasori. Tutto questo nella totale disattesa che più di un miliardo di euro all'anno non vengono incassati da parte delle imprese che, possedendo sicuramente un pc, probabilmente dovrebbero pagare questa imposta.

Il problema pc sembra insormontabile. Infatti con ben quattro interrogazioni nella passata legislatura e due in questa, non sono riuscita a farmi rispondere da chi di dovere per sapere se il possesso di un personal computer sia da considerare foriero dell'imposta/canone.

 

A questa situazione si è ora aggiunto un nuovo tassello che, insieme al senatore Marco Perduca, mi ha indotto a presentare una nuova interrogazione al ministero dello Sviluppo Economico, a quello dell'Economia e finanze e alla presidenza del Consiglio dei ministri. La Rai solo recentemente sul sito internet www.abbonamenti.rai.it ha pubblicato le istruzioni relative a quali soggetti e per quali strumenti di ricezione sia previsto l'abbonamento. Alla domanda “chi deve pagare il canone”, la Rai offre risposte diverse alle famiglie e alle imprese, nonostante la legge di riferimento sia esattamente la stessa:

* canone ordinario - Chi deve pagare il canone: Il canone dev'essere corrisposto da chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive;

* canone speciale - Cos'è e chi deve pagare: Devono pagare il canone di abbonamento speciale coloro che detengono uno o più apparecchi radiofonici o televisivi.

L'interpretazione offerta alle imprese esclude chiaramente il pagamento dell'imposta per chi possiede un pc. Quindi la legge non è uguale per tutti?

 

Nell'interrogazione chiediamo se i ministri siano al corrente di quanto previsto dalla Rai in questo sito; se i contenuti del sito siano frutto di intese ministeriali della Rai o, in caso contrario, se la Rai sia da ritenersi competente in ordine all'interpretazione della normativa vigente; se il ministro intenda disporre chi e per il possesso di cosa si debba pagare questa imposta; cosa si intende fare per l'evasione fiscale di 4 milioni imprese; se abbiano intenzione di aggiornare al nostro secolo il 246/1938 che disciplina la materia.

 

Donatella Poretti

 
Qui
il testo dell'interrogazione

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276