Diario di bordo
Marco Pannella. La verità su equiparazione e innalzamento pensioni 
Risposta alla barzelletta di D’Alema
15 Dicembre 2008
 

Per Massimo D’Alema la proposta parlamentare radicale su innalzamento e equiparazione delle pensioni sia di uomini che di donne non è altro che una barzelletta imputabile al Ministro Brunetta. Per Veltroni sembra non esistere, o non avere importanza.

A D’Alema rispondo che la sua barzelletta riesce per il momento a sgominare quelle pronunciate o attribuite al Presidente Berlusconi. La proposta-barzelletta è infatti, in sede parlamentare, dall’Aprile 2007, e nell’attuale legislatura dal Maggio 2008, Proposta di Legge coincidente con la posizione fatta propria dalla maggioranza dei 27 Paesi dell’U.E., dalla Commissione europea e, persino, in sede di giurisdizione vincolante per tutti i suddetti Paesi membri, decisione dell’Alta Corte di Giustizia che ha condannato l’Italia per inadempienza, condanna che si tradurrebbe in una pesantissima ammenda entro un anno, a carico, naturalmente, dei contribuenti italiani, lavoratori dipendenti e pensionati sia pubblici che privati, aggiungendosi al debito e ai relativi interessi che gravano su ogni cranio italiano, da quello neonato, al centenario, al disoccupato: diciamo un centinaio di milioni di lire annue.

In particolare, la barzelletta (imputata al meritorio Ministro Brunetta) diventa cupa e oscena se di fatto riferita – come leggiamo – alla proposta radicale; promossa, sostenuta, pubblicizzata in primo luogo dal Ministro, ora Vice Presidente del Senato, e leader Radicale , Emma Bonino.

Questa Proposta di Legge ha per titolo e svolgimento: “Delega al Governo per la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e della disciplina dei contributi sociali, nonché per l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la gestione dell’indennità di disoccupazione e il reinserimento dei lavoratori disoccupati. Elevazione del requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di anzianità e parificazione dell’età pensionabile delle lavoratrici e dei lavoratori”.

La riforma degli ammortizzatori sociali di tipo universalistico; il solo strumento accessibile per tutti unito a politiche di welfare to work (il governo della disoccupazione, considerata come risorsa: riqualificare e spostare i lavoratori espulsi dai settori decotti verso i settori che “tirano”).

La copertura finanziaria viene trovata attraverso la riforma delle pensioni: aumento graduale un anno ogni due, innalzamento progressivo a 65 anni (entro il 2018, ma se i cittadini fossero informati su cosa c’è in gioco i tempi potrebbero essere molto più ravvicinati), contestuale equiparazione donne-uomini, risparmi a regime fino a 7 miliardi di euro l’anno.

La proposta di legge radicale (“meno pensioni, più welfare”) è stata depositata:

- la prima volta nella XV legislatura, atto camera n. 2484, presentato il 3 aprile 2007, da tutti i parlamentari radicali a cominciare da Daniele Capezzone, più Tabacci, Della Vedova e Urso;

- la seconda volta all’inizio di questa legislatura, atto camera n. 1003, presentato il 13 maggio 2008 a prima firma Zamparutti e sottoscritta da tutti i deputati radicali.

 

Marco Pannella

(da Notizie radicali, 15/12/2008)


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