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Al Teatro Lo Spazio “L’Ultimo Angelo”, il secondo atto della trilogia di Pierpaolo Palladino e Manfredi Rutelli
15 Dicembre 2008
 

L’Ultimo Angelo, in scena al “Teatro Lo Spazio” fino al 21 dicembre, è il secondo atto della “trilogia” che Pierpaolo Palladino e Manfredi Rutelli offrono alla stagione teatrale romana.

La scrittura di Palladino, autore ed interprete di vaglia, è un fare poesia, che è la ragione del suo vivere; un’attività di pensiero, che riempie d’amore la sua esistenza, già ampiamente mostrato tempo fa in Sputa la gomma!, primo atto di questa “trilogia”, dove un attore trentenne in crisi professionale, trova lavoro come conduttore di un laboratorio teatrale in una scuola media di periferia e riscopre sé stesso e le proprie motivazioni professionali, mettendosi in gioco con degli adolescenti.

L’autore, invece, ne L’Ultimo Angelo interpreta Lorenzo, marito di Paola (Cristina Aubry). I due personaggi in scena, separati da una striscia di cellophane, recitano due monologhi sulla voglia di tornare a innamorarsi e a credere alle emozioni. I due sono divisi dalle difficoltà quotidiane della vita di tutti i giorni, che gradualmente producono un costante allontanamento fino a farli convivere come degli autentici sconosciuti, che non sanno più niente della vita dell’altro e che non si sentono più amati e soprattutto riconosciuti.

In una sera di dicembre Lorenzo è alle prese con un amore per una prostituta incontrata una sola volta. Monologa, durante il suo viaggio notturno in una Roma piovosa e intasata dal traffico natalizio, passa al setaccio la sua esistenza, inveisce contro il lavoro, la moglie e la figlia piccola a cui ha promesso un regalo. Paola, solitudine dichiarata, nel contempo si reca ad un appuntamento con l’amante, incontrato anch’egli una volta sola, ma di cui sembra aver perso la testa, divisa tra il senso di colpa per la figlia Diletta, che la aspetta a casa, e il desiderio di lui che si fa sempre più bruciante.

 

Monologhi che si rincorrono, incontri solo evocati dagli attori in scena, come evocati sono gli ambienti narrati attraverso simboli, luci e musiche, mentre la radio annuncia l’ennesimo omicidio a luci rosse, vittima “l’ultimo angelo” della strada. Tutto ciò viene raccontato sullo sfondo di una lunga notte, dal tramonto all’alba, dove entrambi decidono di abbandonarsi alle loro illusioni, in una società in cui l’onnipresente precarietà mette a dura prova l’immaginazione e logora ogni relazione umana.

Pier Paolo Palladino è un Lorenzo amaro e poetico, Cristina Aubry, da par suo, è una Paola che vorrebbe credere a tutti i costi nella vitalità delle emozioni. La regia di Manfredi Rutelli concretizza scenicamente l’atmosfera piovosa e onirica di questa lunga notte capitolina e la separazione speculare tra i due personaggi monologanti.

 

Teatro: Teatro Lo Spazio

Città: Roma

Titolo: L’Ultimo Angelo

Autore: Pierpaolo Palladino

Regia: Manfredi Rutelli

Interpreti: Pierpaolo Palladino e Cristina Aubry

Musiche: Pino Cangialosi

Allestimento scenico: Riccardo Gargiulo

Costumi: Sandro Scarmiglia

 

Lucio De Angelis

(da Notizie radicali, 12/12/2008)


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