Oblň cubano
Yoani Sánchez. 50. Compleanno o anniversario?
14 Dicembre 2008
 

Dal blog Generación Y

13 dicembre 2008

 

 

¿Cumpleaños
o aniversario?

Mientras se preparan extensos dossiers sobre los cincuenta años de la Revolución Cubana, pocos se preguntan si lo celebrado es el cumpleaños de una criatura viva o sólo el aniversario de algo que ocurrió. Las revoluciones no duran medio siglo, les advierto a los que me preguntan. Terminan por devorarse a sí mismas y excretarse en autoritarismo, control e inmovilidad. Expiran siempre que intentan hacerse eternas. Fallecen por querer mantenerse sin cambiar.

Lo que comenzó aquel primero de enero lleva –según muchos– varios años bajo tierra. La discusión parece estar alrededor de la fecha en que ocurrió el funeral. Para Reinaldo, murió aquel agosto de 1968 cuando nuestro barbado líder aplaudió la entrada de los tanques a Praga. Mi madre vio agonizar la Revolución mientras dictaban la sentencia de muerte al general Arnaldo Ochoa. Marzo del 2003, con sus detenciones y juicios sumarios, fue el estertor final que escucharon algunos empecinados que la creían viva aún.

Yo la conocí cadáver, se los digo. Aquel año 1975 en el que nací, la sovietización había borrado toda la espontaneidad y nada quedaba de la rebeldía que evocaban los mayores. No había ya pelos largos ni euforia popular, sino purgas, doble moral y delación. Los escapularios con los que habían bajado de la montaña estaban ya proscritos y aquellos soldados de la Sierra Maestra, se habían vuelto adictos al poder.

El resto ha sido el prolongado velatorio de lo que pudo ser, los cirios encendidos de una ilusión que arrastró a tantos. Este enero la difunta cumple un nuevo aniversario, habrá flores, vivas y canciones, pero nada logrará sacarla del panteón, hacerla volver a la vida. Déjenla descansar en paz y comencemos pronto un nuevo ciclo: más breve, menos altisonante, más libre.

 

Yoani Sánchez

 

 

Compleanno o anniversario?

Mentre si preparano documentati dossier sui cinquant’anni della Rivoluzione Cubana, ci domandiamo poco se l’evento celebrato sia il compleanno di una creatura viva o solo l’anniversario di un evento accaduto. Ricordo a chi me lo chiede che le rivoluzioni non durano mezzo secolo. Alla fine si divorano da sole, producono autoritarismo, controllo e immobilità. Finiscono sempre perché vogliono diventare eterne. Muoiono perché vogliono conservarsi senza cambiare.

Ciò che ha avuto inizio quel primo gennaio secondo molti è morto e sepolto da diversi anni. La discussione si svolge soltanto intorno alla data di celebrazione del funerale. Secondo Reinaldo, è morta nell’agosto del 1968 quando il nostro barbuto comandante ha applaudito l’ingresso dei carri armati a Praga. Mia madre ha visto agonizzare la Rivoluzione mentre pronunciavano la sentenza di morte per il generale Arnaldo Ochoa. Marzo 2003, con i suoi arresti e giudizi sommari, è stato l’ultimo respiro raccolto da alcuni ostinati che la credevano ancora viva.

Io l’ho conosciuta cadavere, ve lo posso dire. Sono nata nel 1975, in quel periodo la sovietizzazione aveva cancellato tutta la spontaneità e non restava niente della ribellione che ricordavano i vecchi. Non c’erano più capelli lunghi ed euforia popolare, ma epurazioni, doppia morale e delazioni. Gli amuleti con cui erano scesi dalla montagna erano già stati abbandonati e quei soldati della Sierra Maestra, si erano trasformati in seguaci del potere.

Il resto è stato una prolungata veglia funebre di ciò che avrebbe potuto essere, i ceri accesi di un’illusione che ha coinvolto parecchie persone. Questo gennaio la defunta compie un nuovo anniversario, avrà fiori, evviva e canzoni, ma nessuno riuscirà a tirarla fuori dal pantheon per farla vivere ancora. Lasciamola riposare in pace e cominciamo prima possibile un nuovo periodo: più breve, meno altisonante, più libero.

 

Traduzione di Gordiano Lupi


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276