Manuale Tellus
Gianfranco Cordì: L’affermazione dell'unicità divina in Senofane
Senofane
Senofane 
15 Dicembre 2008
 

«La divinità concepita da Senofane è “il dio più grande possibile tra gli dèi e gli uomini” dove gli dèi sono quelli delle concezioni antropomorfiche prima criticate e qui introdotti al pari degli uomini come termini di paragone» dice, citando Carlo Corbato (“Studi senofanei”, Annali triestini, XXII, 1952, pp. 58-63) Mario Untersteiner nella sua Introduzione a Senofane, Testimonianze e frammenti, (con una presentazione di Giovanni Reale, Bompiani, 2008). Il dio senofaneo è dunque Uno.

È l’Uno-Tutto.

È l’Uno che emerge rispetto a tutti quanti gli altri dei e a tutti gli uomini.

È un dio sovrano.

Ed infatti «L’essere-dio di Senofane, uno, infinito e immobile, non escludeva la pluralità degli dei». Senofane è un filosofo anche fortemente critico verso la religione di Omero e di Esiodo.

Continua ancora Untersteiner: «Senofane abbatte la religione olimpica (più precisamente, l’antropomorfismo che essa esprime) per scoprire e restaurare la più antica religione della natura». Molto celebre, in questo caso, è il frammento che ci rimane: «Tutte le colpe agli dei attribuirono Omero ed Esiodo quante a giudizio degli uomini valgono come l’ignominia e il biasimo: rubare, commettere adulterio e ingannarsi reciprocamente».

Ognuno dei mortali si è foggiato i propri dei a sua immagine.

Ancora, altri due celebri frammenti di Senofane: «Per altro se avessero mani i bovi <i cavalli> e i leoni, o fossero in grado di dipingere e di compiere con le proprie mani opere d’arte come gli uomini, i cavalli rappresenterebbero immagini di dèi e plasmerebbero statue simili ai cavalli, i bovi ai bovi, in modo appunto corrispondente alla figura che <ciascuno> possiede» e «Gli etíopi <asseriscono che i loro dèi sono> camusi e neri, i Traci che sono azzurri d’occhi e rossi di capelli».

Dio è invece Uno e sommo.

Ancora Mario Untersteiner: «In ogni caso l’unico dio che tutto abbraccia è tanto superiore a tutte le altre forze meno divine, da poter sembrare a Senofane egli solo veramente importante».

Stiamo parlando di altre forze «meno divine»: il politeismo di Senofane è dunque innegabile così come è innegabile il suo assoluto monismo.

Monismo che si fonda su un principio di autorità, su una facoltà di potenza, su un potere sovrano. L’unico dio reggitore e sovrano è quello che ha il predominio, quello che emerge, quello che ha più autorità, quello che prevale su tutti gli altri, quello che si rileva.

Ascoltiamo adesso una testimonianza: «È impossibile, dice, che, se una realtà è esistente sia nata – questa sua proposizione si riferisce a dio –; in questo caso [cioè se dio divenisse] l’essere che è nato, logicamente deve essere nato dal simile o dal dissimile; ma nessuna delle due alternative è possibile; infatti né è conveniente che il simile sia creato dal simile piuttosto che crearlo (infatti tutte le cose identiche lo sono per proprietà di egual valore e per essere reciprocamente simili) né che dal dissimile possa nascere il dissimile. Se infatti ciò che è più forte si generasse da ciò che è più debole o ciò che è maggiore da ciò che è minore o ciò che è migliore da ciò che è peggiore, oppure al contrario le cose peggiori dalle migliori, l’essere sarebbe nato dal non essere: tesi impossibile! Eterno, è dunque, per queste argomentazioni dio. Se dio è di ogni essere il sommo dominatore, conviene anche, egli dice, che sia uno. Se infatti fossero due o più non sarebbe sommo dominatore e ottimo fra tutti. Ciascuno dei molti, in quanto dio, in modo simile avrebbe tali attributi. Questo appunto è dio e la “potenza” di dio, dominare senza per altro essere dominato ed essere il supremo dominatore di tutte le cose. Di conseguenza in quanto non possiede un maggior dominio, proprio per questo presupposto non è dio».

Dio è Uno, eterno, immobile, non lambito dal divenire, infinito, tutto, sempre uguale, ingenerato, dotato di ragione, privo di qualità.

Insomma, dichiara Senofane: «Un dio solo tanto fra gli dei quanto fra gli uomini grandissimo, né per figura simile ai mortali né per il modo di percepire».

Senofane mantiene dunque gli dei della tradizione olimpica ma abbatte il loro culto per mezzo della sua critica feroce dell’antropomorfismo.

Un altro frammento ci informa che Senofane «Pur sostenendo l’esistenza degli déi, distrusse completamente la divinazione».

Ed inoltre, scrive Untersteiner: «L’antropomorfismo è condannato sì, in quanto meccanica trasposizione dell’umano al divino, ma non è respinto quale esperienza spirituale astratta».

Tramite la sua critica dell’antropomorfismo, Senofane giunge alla postulazione del dio-Uno prevalente rispetto a qualsiasi altra cosa.

Un dio che si distingue rispetto a tutto ed a tutti.

Un dio che è il più autorevole perché il più ricco di forza e di potere.

Senofane in qualche modo concilia monismo e pluralismo (non negando l’esistenza degli déi olimpici).

L’Uno e i molti sono salvaguardati attraverso l’elemento del dominio.

L’Uno è il dio che emerge è che è superiore.

Come dichiara un'altra testimonianza Senofane ammette «Che il tutto è uno e che dio è connaturato col, tutto, sferico, privo di qualità, immutabile e dotato di ragione».

Dio è Uno; esso è Tutto; esso emerge rispetto agli altri dèi, a tutte le cose ed agli uomini.

Nello stesso momento in cui questo dio si manifesta esso è tutto.

Un tutto che comprende quindi tutti gli altri dèi, gli uomini, le cose e questo stesso dio.

Un dio che emerge da se stesso e da tutto quanto il resto è che è se stesso e tutto quanto il resto. Caratteristica di un simile dio è il potere. Un tale dio si solleva rispetto a tutte quante le altre cose perché domina.

La forza è il principio che caratterizza il dio di Senofane e nello stesso tempo è, essa stessa, il dio di Senofane.

Completano la dottrina teologica del filosofo di Colofone alcune sue ricerche fisiche.

In due diversi frammenti egli infatti afferma che: «Tutti dalla terra e dall’acqua siamo nati» e «Dalla terra viene la totalità delle cose e nella terra la totalità delle cose si risolve».

Con il suo dio-Uno mal si accordano queste due affermazioni che comunque costituiscono il senso di un impegno e di una speculazione che va al di là del mero dato teologico.

Senofane è dunque il primo filosofo che la storia ricordi ad avere affermato l’unità dell’essere. L’unità di tutto quanto il mondo nella natura di dio.

L’unico dio di Senofane, infatti, è affermato in ogni caso e in ogni senso al di là di qualsiasi altra possibile riflessione sulla natura e sulle cose.

 

Gianfranco Cordì


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