Spinus
Codice Ciri-Elli. Atto IV – EPILOGO  
Favola di greggi, lupi, iene e orsi. Sceneggiata in tre atti, con epilogo
03 Marzo 2006
 

Mi svegliai di soprassalto.

Era solo un incubo ma mi sembrava tutto così reale. Aveva ragione la nonna. Nulla può il mite agnello contro il potente lupo. Dovevo scendere dal pero. Chi ha scritto la favola avrà avuto le sue buone ragioni per farla finire in quel modo.

Ma anche l’incubo ha il suo fondo di verità se si vogliono fare parallelismi con il tema della giustizia.

I potenti (i lupi dell’incubo) spesso hanno la meglio sui deboli (il gregge) a causa di una giustizia malata (gli orsi). Il tutto contornato da coloro che traggono beneficio dalle disgrazie altrui (le iene). Ogni tanto qualcuno si ribella al sistema (l’agnello Serafino) ma c’è sempre qualcuno di più forte a cui non si può dire di no (il lupo Aristide).

La pecora Genny rappresenta il qualunquismo di chi per il quieto vivere rinuncia a combattere sapendo che i potenti hanno sempre la meglio. L’orso Annibale equivale a coloro che pur avendo scelto di rappresentare la giustizia a volte si trovano con le mani legate per essere scivolati, come si suole dire sulla “buccia di banana”.

Le motivazioni di talune richieste di archiviazione che si riscontrano nella realtà ricordano tanto quelle dell’orso Annibale. Parimenti sempre nella realtà è spesso prassi che le cose che scottano vengano lasciate dormire fino a prescrizione, resa ora più veloce dalla legge ex Cirielli che ne ha accorciato i termini.

Pure nell’incubo i lupi l’hanno fatta franca a seguito dell’adozione del cosiddetto Codice Ciri-Elli, stilato dall’orso Ciri della tribù degli Elli. (Quando si dice la coincidenza!!)


(4 – fine)


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