Manuale Tellus
Gianfranco Cordě: Democrito e il mondo
Democrito
Democrito 
23 Novembre 2008
 

«Gli uomini pretendono di sostenere che il vuoto sia un intervallo in cui non v’è alcun corpo sensibile. Siccome a loro sembra che tutto l’Essere sia corpo, asseriscono che il vuoto è ciò in cui non v’è assolutamente nulla. Di conseguenza, sostengono che il vuoto sia piano d’aria. Certamente, non è necessario dimostrare che l’aria è qualcosa, bensì che non v’è un diverso intervallo tra i corpi ne che è separato né che esiste di per se stesso e in altro, così da dividere in parti l’intero corpo privandolo della continuità, come sostengono Democrito, Leucippo e molti altri filosofi della natura, così come (bisogna dimostrare) se esista realmente qualcosa (di vuoto) al di là dell’intero corpo, dato che è continuo. Coloro che negano l’esistenza del vuoto non pervengono nemmeno alle soglie del problema; piuttosto, anno ragione quelli che affermano l’esistenza del vuoto e sostengono, poi, che altrimenti il moto locale non sussisterebbe (ossia lo spostamento e il mutamento di grandezza); non si può presumere il darsi del moto se non v’è alcun vuoto, poiché il pieno non può contenere nient’altro. Se però, gli accadesse di recepire qualcosa d’altro, così da trovarsi due corpi in un solo luogo, sarebbe possibile che nello stesso luogo si trovi una qualsiasi quantità di corpi, poiché non può essere individuata una differenza in virtù della quale ciò non è possibile. Se, tuttavia, questo fosse possibile, il (luogo) più piccolo potrebbe contenere il (corpo) più grande, giacché un (corpo) grande consiste in tanti (corpi) piccoli. Conseguentemente, se è possibile che in un unico luogo vi siano molti corpi identici, sarà anche possibile che vi siano molti corpi non identici… In questo primo modo, dimostrano che esiste qualcosa di vuoto. Notano anche che certe realtà appaiono compresse e condensate, gli orci di vino, ad esempio, contengono nel proprio interno il vino assieme con gli otri (che lo contengono), come se un corpo condensato entrasse nei suoi vuoti. Ancora, lo stesso accrescimento sembra avvenire per tutti in virtù del vuoto, poiché il cibo è corpo, ma non possono trovarsi due corpi in un sol luogo, e adducono a testimonianza ciò che avviene per la cenere, che recepisce tant’acqua quanta riesce contenerne un vaso vuoto». Da una parte c’è il vuoto dunque e dall’altra stanno gli atomi.

Per Democrito questa è la congiuntura, la circostanza, l’avvenimento da cui scaturisce tutta quanta la realtà.

Leucippo e Democrito «Dicevano che i corpi che per loro sono primi, vale a dire gli atomi, si muovono sempre di moto provocato da forze esterne nel vuoto infinito».

Gli atomi sono in movimento nel vuoto infinito. Urtandosi e scontrandosi essi generano tutta quanta la realtà.

«Molti corpi… urtandosi vicendevolmente, s’intrecciano con quelli della medesima forma…e … generano gli astri, e questi si accrescono e si disgregano secondo la Necessità».

L’avvenimento primordiale è composto da due principi: gli atomi ed il vuoto. Questa circostanza e quella che genera infiniti mondi.

«Per Democrito, il mondo si corrompe in quanto uno più grande trionfa su uno più piccolo». Dall’avvenimento primordiale si produce quindi tutta quanta la realtà.

La filosofia di Democrito è dunque un materialismo fisico che vede in due elementi principali l’origine del Tutto. Uno di questi due elementi (gli atomi) è in movimento; l’altro (il vuoto) resta sempre fermo lì dove è.

«Sua (=di Democrito) opinione era che… gli atomi… si muovessero in grande velocità generando in tal modo tutti i composti: il fuoco, l’acqua, l’aria, la terra; infatti, anche questi elementi sono complessi atomici di un certo tipo». Il movimento avviene secondo la Necessità.

«Anassagosa; Democrito e gli Stoici sostenevano che la causa è celata al pensiero umano: una cosa avviene in virtù della necessità, un'altra accade in forza del destino, una terza è dovuta alla finalità, una quarta avviene per caso, una quinta in forza della spontaneità. Il caso è una denominazione dell’energia caotica».

E ancora: «Gli atomi non godono di alcun moto libero, visto che si scontrano reciprocamente, sicché tutto appare muoversi per necessità».

La circostanza iniziale dunque è costituita da movimento caotico degli atomi nel vuoto: questa è la radice del Tutto; questa è la condizione da cui si genera la considerazione della realtà da parte di Democrito. Il senso della sua filosofia è dunque quello di un avvenimento unico e irripetibile. Un avvenimento capace di generare tutto il contesto del mondo, degli uomini, degli animali, delle piante e delle cose. I principi, per Democrito, sono due; essi sono uniti da una circostanza: il movimento degli atomi nel vuoto. L’avvenimento ha prodotto il mondo e le cose. «Non vi è nulla di strano nel fatto che l’anima sia invisibile, essendo in se stessa corpo: infatti, come rileva Democrito, anche i cosiddetti granelli di pulviscolo (che si muovono nell’aria con grande velocità) e che si rendono visibili nei raggi (solari), qualora attraversino la finestra, non sarebbero visibili senza lo splendere del sole e l’aria, la quale, benché piena di corpi solidi, ci sembra assolutamente vuota. Invece, gli atomi sono molto più piccoli dei granelli di polvere e si muovono molto più velocemente di essi, soprattutto gli atomi sferiformi, di cui è costituita l’anima. Ecco perché il segno distintivo della vita consiste nel respiro». Questi atomi invisibili e in eterno movimento - all’interno del vuoto - generano il Tutto. L’avvenimento iniziale è dunque un’astrazione; qualcosa che non è immediatamente avvertibile attraverso i sensi. Qualcosa di mentale.

Da questa idea Democrito deriva, quindi, poi l’intero complesso delle cose del mondo.

 

 

                                                           Gianfranco Cordì


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