Diario di bordo
Marco Pannella. Se Villari dovesse dimettersi verrebbe preso in giro anche il Capo dello Stato
17 Novembre 2008
 

Le pressioni che il Pd sta facendo su Riccardo Villari per farlo dimettere dalla presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai sono «un comportamento eversivo» che mette in grave difficoltà anche il Presidente della Repubblica. A sostenerlo è il leader radicale Marco Pannella che convoca una lunga conferenza stampa per annunciare che a breve comincerà un’azione nonviolenta proprio per “aiutare” il Capo dello Stato.

«Giorgio Napolitano, infatti» racconta Pannella «il 3 ottobre mi scrisse una lettera nella quale spiegava di condividere la necessità che le regole democratiche venissero rispettate arrivando al più presto all’elezione del giudice costituzionale e del presidente della Commissione di Vigilanza. In particolare, Napolitano scrisse come fosse indispensabile che su ogni pur comprensibile diversità di valutazioni politiche prevalga la consapevolezza dell’inderogabile dovere costituzionale da adempiere».

Se Villari dovesse dimettersi, aggiunge Pannella, per le pressioni ricevute dal Pd verrebbe «preso in giro anche il Capo dello Stato». E così lui, per scongiurarlo, comincerà appena tornato da Bruxelles un’azione nonviolenta «che comprenderà tra le varie cose anche lo sciopero della fame e della sete».

Villari comunque c’è, conclude, «è stato eletto regolarmente» ed è in condizione di «svolgere perfettamente le sue funzioni», quindi perché costringerlo a dimettersi? La ragione politica, sottolinea, «non può prendere il sopravvento sul rispetto delle regole e della Costituzione».

 

 

(da una nota di agenzia letta a Radio Radicale, 16/11/2008)

 

 

 

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A completamento delle argomentazioni di Pannella, riportiamo una dichiarazione dallo stesso rilasciata nella giornata di sabato 15 novembre:

 

 

Invito formalmente il Partito Democratico a recedere da un comportamento che mi appare di sapore fortemente eversivo, volto e in prospettiva atto a realizzare fattispecie penali dell’art. 289 del C.P., con minacce contro organi costituzionali («le Assemblee Legislative, anche Regionali»). Il tentativo (ma esistono anche fattispecie di reati di pericolo che potrebbero configurarsi) di costringere il Presidente Villari a non compiere gli atti perentoriamente dovuti, obblighi di rilevanza costituzionale e a dimettersi, facendo ripiombare così il Parlamento nella situazione di gravissima illegittimità, pubblicamente riconosciuta e denunciata da ogni parte, anche dalle massime autorità dello Stato, non può continuare ad aver libero ed impunito corso.

Mentre ci riserviamo di giungere a denunciare formalmente presso le competenti autorità quanto sopra, non posso purtroppo esimermi dal riprendere lo sciopero totale, della sete e della fame, che dichiarai di sospendere sol perché assicurazioni dei Presidenti delle Camere mi autorizzavano a sperare che l’alto monito pubblico del Presidente della Repubblica sarebbe stato ascoltato e rispettato. Il che, manifestamente, non è affatto assicurato se persino il P.D. è ancora e di nuovo impegnato sconsideratamente e istericamente a cercare di riportare il Parlamento nella gravissima situazione di illegittimità e di aperta rivolta contro imperativi costituzionalmente rilevanti, con costi pericolosissimi per la residua immagine democratica del Regime italiano. La responsabilità istituzionale della maggioranza, finalmente esercitata dopo averla offesa o ferita per un semestre, viene oggi denunciata sol perché il malcostume partitocratico non aveva potuto soddisfacentemente realizzare i baratti consueti e caratterizzanti il Regime di monopartitismo sempre meno imperfetto, dominante ormai da oltre mezzo secolo la Repubblica.

 

Marco Pannella

 

 

Fonte: Radicali.it


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