Diario di bordo
Carlo Forin. Lèggere una società che precipita
08 Novembre 2008
 

Tellusfolio mi ha dato la lettura del caso Obama proposto come modello da Bruna Spagnuolo e mi ha fatto sentire responsabile.

Di che cosa?

Del fatto che sono obbligato ad esporvi il mio punto di vista sociologico sulla società italiana che stiamo vivendo: un sistema che sta precipitando negli abissi del terzo mondo. Sono obbligato perché pende sulla mia mente un’ipotesi personale di abisso, ma ho luce per vedere bene ancora la follìa che mi circonda. Nel caso che la mia luce si spenga mi preoccupo della vostra!

Un presidente del Consiglio che si arrabbia perché il suo popolo non ride alla battuta sull’abbronzatura di Obama non è solo un capo deficiente così abituato all’ossequio dei suoi da non avvertire la pesantezza della gaffe e non ammetterla, ma è uno che ha ragione a giudicare deficienti coloro che non gli dicono di andare subito a casa e non metter fuori più il naso!

Siamo in un club bizzarro dove l’intelligenza è assente, un insieme che precipita e quasi non se ne accorge.

La nostra società ha investito su di me che ho avuto la fortuna di arrivare a 60 anni. Mi ha dato una delle scuole migliori del mondo (una laurea in sociologia ed una in economia). La riprova della sua bontà sta nel numero dei laureati italiani che vengono accettati e premiati fuori d’Italia oggi.

Mio nipote Alberto ha appena vinto alla Sorbona in un concorso con dodici altri studenti francesi dove hanno dato il verdetto dodici professori francesi.

Lode ai professori francesi e vergogna ai governanti italiani!

Perché hanno fatto andar via Alberto e perché mettono nello scoramento i laureati con lui che sentono di non avere sbocchi?

Di più! Vergogna sulla mini-Gel, capace di far legge all’abbattimento della scuola elementare dai primi posti al mondo: anche se è mini di intelligenza il suo gel è mortale perché si aggiunge a tanti alti spruzzi gelati, i tagli fatti dai Governi precedenti. Tre-monti di follìa le ha detto –taglia – e lei ha tagliato i fondi là dove non c’era ormai più nulla da tagliare. Tutta qua la sua scienza insipiente.

Non siamo più da molto tempo al 6° posto nel mondo in fatto di economia, ma al 46°; non siamo più competitivi e mini-Gel aggiunge un razzo nella nostra strada verso l’abiezione! Abbiamo ricevuto una spinta per concorrere per l’ultimo posto nel mondo: questo è il record alla nostra portata, quello della stupidità! A che posto finirà nel mondo la nostra scuola con quest’ultimo taglio?

Non siamo più la patria del diritto, ma al 55° posto, secondo l’Onu.

Non siamo più neanche i primi in chiacchiere, anche se siamo i primi con i telefonini, ma siamo al 35° posto come giro delle informazioni. Coniugate le due cose: primi con i telefonini, 35° come giro delle informazioni. Un po’ come dire: zombi in comunicazione con zombi, e non vale neppure aggiungere la desinenza plurale, perché fa solo paura.

 

Che cosa si può fare e si deve?

Si deve lanciare una raccolta di firme per tagliare via le province dalla carta costituzionale! Questo è il maxi-taglio che tira via la zavorra che sta inabissando la nostra società nel nulla. Chi ascolta questa mia proposta reagisce con un “giusto, ma troppo grosso. Non è realistico”.

E allora arrendetevi al precipizio!

 

Carlo Forin


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