Otto per mille. Il Governo non risponde su spot Giovanardi pro Chiesa cattolica
30 Ottobre 2008
 

Il Governo non risponde, o meglio fa finta di rispondere, a una mia interrogazione in cui chiedevo conto del vero e proprio spot pubblicitario di cui si è reso testimonial il sottosegretario di Stato Carlo Giovanardi, a favore della preferenza sulla destinazione dell'otto per mille nella dichiarazione dei redditi alla Chiesa cattolica.

Il fatto risale al 6 giugno scorso, quando, durante una conversazione radiofonica con la sottoscritta su Radio Città Futura, replicando ad alcune mie osservazioni a proposito del perverso meccanismo per cui, a fronte di una preferenza del 36,69% dei contribuenti per destinare il proprio otto per mille alla religione cattolica, al Vaticano arriva di fatto quasi il 90% dell'otto per mille nazionale (quasi un miliardo di Euro nel 2007), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi rispose, testuali parole: «la gente dà più fiducia alla Chiesa cattolica che allo Stato, che pure può barrare per lo Stato, e io potrei polemizzare dicendo che barrando per lo Stato i soldi vanno ai fannulloni che lavorano e fanno gli statali».

Nell'interrogazione, rivolta alla Presidenza del Consiglio dalla sottoscritta e dal Sen. Marco Perduca, chiedevamo se quanto dichiarato da Giovanardi fosse anche opinione del Governo.

La risposta è pervenuta oggi pomeriggio in Aula al Senato, per voce del sottosegretario all'Economia e Finanze Nicola Cosentino, che ha presentato una pregevolissima dissertazione sul funzionamento delle leggi che governano l'attribuzione e la destinazione dell'otto per mille delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani. Grazie sottosegretario Cosentino, ma non era quello che si chiedeva. Sapevamo già che le le quote di chi non esprime una preferenza (il 60% dei contribuenti) vengono ripartite secondo la stessa percentuale di chi ha scelto, sapevamo anche che il misero 7,7% di quote che spetta allo Stato italiano servono per finanziare progetti su lotta alla fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione beni culturali, mentre la Chiesa cattolica li usa anche per il sostentamento del Clero, e sappiamo anche -cosa che lei non ha detto- che gran parte dei fondi destinati alla conservazione dei beni culturali tornano di fatto alla Chiesa cattolica per la cura degli edifici di culto. Ma la questione qui è politica, e perciò si interrogava la Presidenza del Consiglio e non il Ministero delle Finanze. Riteniamo che le affermazioni del sottosegretario Giovanardi siano gravi, a prescindere dalla sua innegabile caduta di stile sul riferimento ai dipendenti pubblici, viene proprio da chiedersi se Giovanardi sia membro dell'esecutivo della Repubblica italiana o di quello dello Stato Vaticano. Non si spiega altrimenti per quale motivo, contro lo stesso Stato che rappresenta, smetta le vesti istituzionali per improvvisarsi testimonial di un così brutale e inappropriato spot pubblicitario a favore delle casse vaticane.

 

Donatella Poretti

 

 

Qui il link all'interrogazione


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