Stupisce e colpisce in maniera drastica, nel giovane autore di poesie Fabio Barcellandi, il suo affrontare frontalmente e ripetutamente un tema tutt’altro che leggero e banale come il male assoluto, ovverosia la morte, quasi ossessivamente presa di mira e assediata dalla sua attenzione, emotiva e razionale allo stesso tempo.
Leggendo questa ultima raccolta di poesie Nero, l’inchiostro la prima espressione che ci viene in mente, ma proveniente da uno strato emotivo profondo, è appunto quella di “poesia nera” per il confluire di una serie di livelli mentali al limite di ogni espressione di vita, talmente al limite da parlare nella maggior parte dei componimenti, già dai titoli decisamente funerei nel loro implacabile susseguirsi, chiaramente e assolutamente di morte.
L’atteggiamento esistenziale assunto dall’autore verso questa tema capitale dell’esistenza, o meglio della fine dell’esistenza, sembra essere in quasi tutti i suoi versi quasi di sfida, o magari di semplice constatazione del suo “esserci” in maniera totalizzante.
Possiamo però intravedere in fondo al pessimismo totale una nuova interpretazione della sua opera, individuando in vari suoi componimenti una dimensione escatologica di radice cristiana che ci rimanda a un futuro finalmente e veramente positivo, anche se il tutto ora ci appare in un’ottica e una prospettiva troppo amare per comprenderle e accettarle appieno.
Beppe Costa
ANTOLOGIA MINIMA da Nero, l'inchiostro
STILLICIDIO
ogni risveglio
un'ignara di sé
stupida
insignificante lacrima
riga il mio viso
truccando il vero dolore che custodisco
...me stesso!
*
cicatrici d’asfalto
catrame fuso
a rimarginare
graffi di verginità
filo per sutura
nero
l’inchiostro
che tu chiami… parole
non senti
il dolore
ché ti tiene in vita
creatura
DR. FRANKENSTEIN
*
IO SONO
un fiore
d’esser colto
in attesa di
morir
fra le tue mani
*
VITA
un grido
fino a perder
la voce
a diventare assordante
…così
assoluto silenzio