La Scuola del Vaticano e i soldi italiani. Le due morali di papa Ratzinger
26 Settembre 2008
 

«Favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie che consenta ai genitori opportuna libertà di scelta circa la scuola da frequentare»: È l'auspicio «per il bene dei giovani e del Paese»' rivolto oggi da papa Benedetto XVI.

Si dice “effettiva uguaglianza” e si traduce in “dateci i soldi!”.

Ogni giorno è più imbarazzante l'ingerenza del capo della Chiesa Cattolica, Papa Benedetto XVI, e la mano tesa per chiedere soldi allo Stato italiano. Oggi, per un genitore, esiste la libertà di scegliere se mandare i propri figli ad una scuola pubblica o ad una privata, religiosa, cattolica o laica che sia, ma è bene ricordare che esiste, e molto chiaro l'articolo 33 della Costituzione: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».

Ma l'ora facoltativa di religione costa ai contribuenti italiani circa un miliardo di euro all'anno. È la seconda voce di finanziamento diretto dello Stato alla confessione cattolica, di pochi milioni inferiore all'otto per mille. È la messa in opera della seconda morale di papa Ratzinger, la prima è quella spirituale e laica, che per essere messa in opera abbisogna dei soldi per i quali scatta la seconda morale.

 

Donatella Poretti


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