Lo scaffale di Tellus
Pellegrinaggio terrestre di Ban'ya Natsuishi. E di Albalibri ...per presentarlo!
Ban
Ban'ya Natsuishi 
14 Settembre 2008
 

Ban'ya Natsuishi è il presidente della World Haiku Association e lavora come professore all'Università di Meiji, in Giappone. Autore di svariati libri poetici e di critica letteraria, lo accoglieremo finalmente in Italia e potremo udire la voce dei suoi preziosi e raffinati haiku. Pellegrinaggio terrestre (Earth Pilgrimage, il titolo inglese) è il volume, edito da Albalibri (collana “L'universo degli haiku”), che Natsuishi presenterà nel suo prossimo minitour presso alcune delle nostre città: sabato 20 settembre (ore 21) alla Cascina Macondo, in Borgata Madonna della Rovere 4, a Riva presso Chieri (To); domenica 21 settembre (ore 20) nell'ambito della Festa delle ARCI di Bergamo, a Grumello del Monte, Spazio Polifunzionale di via Kennedy 70; lunedì 22 settembre (ore 18) alla Libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele, Milano; mercoledì 24 settembre (ore 20) presso il Caffè San Marco di Trieste.

Pellegrinaggio terrestre oltre al testo in italiano e la traduzione in inglese, reca anche il testo in lingua originale ed è diviso in sezioni: Giappone animistico (Animistic Japan), Al di là dell'America (Beyond the USA), Fantastica Italia (Fantastic Italy), Genova: una spada di luce (Genoa: a sword of light), Slovenia trasparente (Transparent Slovenia), Bali Time, Passeggiate cinesi (Walking in China), Corea al mattino (Morning Korea), Blu tunisino (Tunisian blue), Diario parigino (Paris Diary), Turchia nostalgica (Nostalgic Turkey), Strada macedone (Macedonian road). Dalla panoramica si capisce bene il perché del titolo: “Il mondo si apre in apparenze sconfinate”, ha ben scritto nella postfazione Giorgio Gazzolo.

Al di là dell'America/ ancora America/ fulmini nella notte (It's also the USA/ beyond the USA/ night lightning)... Spinto giù/ da una scala/ divento arcobaleno (Shoved off the stairs/ falling I become/ a rainbow)... Ogni volta che rinasco/ dalle ossa di un drago/ rido (Each time I'm born/ from a dragon's bone/ I smile)... Un vasto bagliore/ avvolge il transoceanico/ portandoselo via (A broad blaze of sunlight/ takes the ocean liner/ and leaves suddenly)... A Roma/ ovunque eloquenza/ e la luna piena (In Rome every/ where oratory/ and the full moon)... Meriggio veneziano/ in fondo alla calle/ arance color sangue (Venetian back alley/ at noon/ a blood-colored orange)... et cetera et cetera.

Peccato non conoscere il giapponese e perdersi la misura originaria, il metro e il soffio, di questi piccoli, ma giganteschi, capolavori, ogni ideogramma una pittura di parole e sentimenti, dove il vuoto si sa far pieno o ancora più totale e vuoto e in quel vuoto rimbomba il silenzio e, con il silenzio, l'evocazione dei suoni dell'anima umana, della natura eterna, del cosmo. Un cosmo in tre versi e una manciata di sillabe. Senza alcun superfluo, come le origini della vita.

 

Alberto Figliolia


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