Oblň cubano
Yoani Sánchez. Uniformi azzurre e ombre
19 Luglio 2008
 

Dal blog Generación Y

17 Luglio 2008

 

 

Sordidez

El Bulevard habanero, en la noche del miércoles, fue el escenario para una pareja con un niño que buscaban un poco de aire fresco. Son sólo las nueve, pero a juzgar por el ambiente parecen las tres de la madrugada. El olor a orine en cada esquina recuerda que los borrachos han comenzado temprano y que los baños públicos siguen siendo una ilusión. La profusión de prostitutas lleva a la madre a apurar el paso, pero el niño alcanza a ver una transacción muy directa entre un chulo, su “novia” y un turista.

No han escogido bien la ruta. Más les hubiera valido tomar un ómnibus hasta Miramar y pasear por la 5ta avenida, o quedarse tomando el fresco en el balcón de la casa. Van en busca del Parque Central, pero fuera del círculo de luz alrededor de la estatua de Martí se extiende una zona de penumbras propicia para los escarceos amorosos. Nadie se escandaliza con eso, pues en esta ciudad hace muchos años que no hay posadas (moteles) donde puedan acudir las parejas. Tener sexo en el banco de un parque forma parte de las artes amatorias de quienes no tienen una habitación propia.

La policía se integra al sórdido paisaje nocturno, y los padres ya están arrepentidos de haber sacado a su hijo por esa zona fronteriza entre Centro Habana y el casco histórico. Cada interior de lujo, como el lobby de los hoteles Telégrafo, Saratoga, Plaza y Parque Central, tiene su contraparte en las calles oscuras que los rodean. Por unos centímetros de glamour hay metros y metros de apabullantes penurias materiales.

El niño sólo ha tenido ojos para el humeante capuccino que un extranjero, acompañado de dos chicas muy jóvenes, consume en la cafetería La Francia. Desde sus ojos de infante, La Habana nocturna ha quedado como una sucesión de luces y sombras, de clientes que consumen y espectadores que los miran beber, de uniformes azules que vigilan y sombras que los evaden, de esquinas con una cara hermosa y otra que es mejor no conocer.

 

Yoani Sánchez

 

 

Sporcizia

Il Boulevard avanero, mercoledì notte, è stato lo scenario dove una coppia con un bambino cercava un po’ d’aria fresca. Sono soltanto le nove, però a giudicare dall’ambiente sembrano le tre del mattino. L’odore di orina in ogni angolo ricorda che gli ubriachi hanno cominciato a girare di buon ora e che i bagni pubblici continuano a essere un’illusione. L’abbondanza di prostitute porta la madre ad affrettare il passo, ma il bambino riesce a vedere un’esplicita transazione tra un protettore, la sua fidanzata e un turista.

Non hanno scelto bene il tragitto. Sarebbe stato meglio prendere un autobus fino a Miramar e passeggiare per la quinta avenida, o restare a prendere il fresco sul balcone di casa. Stanno cercando il Parque Central, ma oltre il cerchio di luce intorno alla statua di Martí si estende una zona di penombra propizia per gli incontri amorosi. Nessuno si scandalizza per questo, perché in questa città da molti anni non ci sono posadas (motel) dove possano recarsi le coppie. Avere rapporti sessuali nella panchina di un parco fa parte delle arti amatorie di coloro che non possiedono una propria abitazione.

La polizia si integra al sordido paesaggio notturno, e i genitori già sono pentiti di aver portato a passeggio il loro figlio per questa zona di frontiera tra Centro Avana e il centro storico. Ogni zona di lusso, come la lobby degli alberghi Telegrafo, Saratoga, Plaza e Parque Central, possiede la sua contropartita nelle strade oscure che si trovano intorno. Per alcuni centimetri di glamour esistono metri e metri di avvilenti scarsità materiali.

Il bambino ha avuto occhi solo per il fumante cappuccino che uno straniero, accompagnato da due ragazze molto giovani, consuma nella caffetteria “La Francia”. Nei suoi occhi di bambino, L’Avana notturna si è fermata come una successione di luci e di ombre, di clienti che consumano e spettatori che li guardano bere, di uniformi azzurre che vigilano e ombre che li eludono, di angoli con un aspetto splendido e altre che è meglio non conoscere.

 

Traduzione di Gordiano Lupi


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