Arte e dintorni
Grande retrospettiva di Salvatore Fiume a Madesimo 
Dal 26 luglio al 31 agosto nel decennale della morte
Salvatore Fiume,
Salvatore Fiume, 'L'arrivo degli argonauti', 1995 - olio su damasco cm 100x140 
18 Luglio 2008
 

Secondo una tradizione ormai consolidata, l’amministrazione comunale di Madesimo offre anche questa estate ai cittadini e agli ospiti una mostra di grande rilievo artistico. Dopo le retrospettive dell’estate 2002 con Aligi Sassu, l’iniziativa fu estesa anche a Chiavenna in collaborazione con la Comunità montana della Valchiavenna: nel 2003 con Giorgio De Chirico, nel 2004 con diciotto tra gli scultori più affermati del Novecento italiano (da Medardo Rosso ai Pomodoro e a Bruno Cassinari ecc.). Nell’inverno scorso, solo a Madesimo, è stata la volta di Andrea Cascella e Pietro Consagra nella sala "Carducci" e per le vie del centro.

Ora l’amministrazione comunale, sempre appoggiandosi al tandem collaudato rappresentato dal gallerista milanese Mario Palmieri e dallo storico Guido Scaramellini, propone una nutrita serie di opere di Salvatore Fiume, un maestro indiscusso del Novecento, di cui si è appena chiuso il decennale della scomparsa.

La mostra si terrà nella sala “Carducci” della palazzina dei servizi nel centro di Madesimo dal 26 luglio al 31 agosto e sarà aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19 con visita gratuita. A tutti i visitatori sarà offerto in omaggio il catalogo appositamente curato per l’evento.

La scelta di Salvatore Fiume vuole essere un omaggio a un artista tra i più rappresentativi del Novecento italiano e nello stesso tempo più completo, avendo fatto tesoro dei grandi pittori del rinascimento e avendo aperto una strada tutta personale nell’arte figurativa. Egli fu un artista rinascimentale anche nel senso che abbracciò molti campi dell’arte, essendo stato pittore, scultore, architetto, scenografo, scrittore e poeta. Come scenografo lavorò per un decennio alla Scala, al Covent garden di Londra, al Teatro dell’opera di Roma e al Teatro Massimo di Palermo.

Nativo della Sicilia, finiti gli studi al Regio istituto d’arte del libro di Urbino, Fiume si trasferì a Milano, scegliendo nel ’46 Canzo in Vallassina, dove adattò a studio una filanda ottocentesca, facendosi conoscere al mondo dell’arte italiano e internazionale con le sue Isole di statue e Città di statue. Nel 1950, su invito dell’architetto Gio Ponti, decorò il salone di prima classe del transatlantico “Giulio Cesare” e due anni dopo quello dell’“Andrea Doria”, un’opera gigantesca di 48 metri per 3, che sei anni dopo sprofonderà nelle acque del Massachussets.

Tra le sue personali, si ricordano quelle al Palazzo Reale a Milano nel ’74, di Castel Sant’Angelo a Roma nel 1985, dello Sporting d’hiver a Montecarlo nell’87, del Palazzo delle esposizioni a Milano nel ’91 e di Villa Medici a Roma nel ’92.

Nella mostra di Madesimo è documentata la sua attività di pittore e scultore dal 1960 agli anni ’90: dai disegni intitolati Isola (tema molto caro a Fiume), dov’è ancora viva l’eco del suo viaggio dell’anno prima in Spagna. Ad altri viaggi a Bali, in Messico e soprattutto in Somalia si riferiscono varie opere, tra cui uno splendido Omaggio alla Polinesia, che è riprodotto anche nella copertina del catalogo. Non mancano i riferimenti alla sua isola natia e reminiscenze mitologiche.

A riassumere la sua arte sarà in mostra la scultura delle Tre grazie, un tema ricorrente nella cultura classica e nella produzione del nostro, che – nella versione esposta a Madesimo – riassume tre epoche fondamentali della storia dell’arte.

 

Guido Scaramellini


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