Diario di bordo
Alitalia. I favori del Governo per salvarla saranno pagati dai consumatori 
Lo confermano Antitrust e luminari dell'economia
05 Luglio 2008
 

Dopo i soldi “rubati” alla ricerca scientifica per una più lenta decomposizione della “compagnia di bandiera” (1.500 milioni bocciati anche da Bruxelles), un altro goffo tentativo del Governo per mantenere in vita Alitalia, viene denunciato come foriero di costi esclusivamente per i consumatori. L'Antitrust ha inviato a Governo e Parlamento una segnalazione in cui fa sapere che «le recenti modifiche governative in tema di concessioni autostradali restringono i già ridotti spazi per la concorrenza nella gestione delle infrastrutture autostradali»; la convenzione tra Anas e Società Autostrade per la costruzione e la gestione di nuove tratte autostradali, scavalcherà il ricorso a procedure ad evidenza pubblica; inoltre le tariffe potranno essere aumentate del 70% del tasso inflattivo e non anche, com'è oggi, rispetto ad aumento di produttività e qualità del servizio, meccanismo che porta a tariffe più basse per i consumatori.

È bene ricordare che questo provvedimento del Governo è un regalo a Benetton (Autostrade Spa) che, insieme ad Air One e al ministero dell'Economia sarebbe nella cordata della società che dovrebbe rilevare l'Alitalia.

Oltre alla conferma dell'Antitrust, a dare vigore alla nostra campagna “Vola Alitalia e paga l'Italia per la chiusura di questo vettore, si aggiunge oggi anche l'opinione di Marco Ponti, (foto), professore di economia dei trasporti al Politecnico di Milano e collaboratore de Lavoce.info, che ritiene il fallimento di questa compagnia una soluzione preferibile per il Paese, i contribuenti e Malpensa; soprattutto perché l'alleanza con Air One, a vocazione minoritaria e con molti debiti, sarebbe un disastro.

 

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