Integratori alimentari pericolosi di origine cinese. L'Italia sia vigile. Interrogazione
02 Luglio 2008
 

Occorre che non venga meno la dovuta attenzione delle istituzioni riguardo alcune sostanze d'importazione che vengono smerciate anche in Italia come integratori alimentari, o vendute su internet, sulle quali non è fornita nessuna indicazione e informazione ai consumatori, né alcuna precauzione da parte dello Stato.

In un articolo comparso su Il Sole 24 Ore il 18 dicembre 2007, di Rita Fatiguso, si legge che è stata intercettata la febbrile ricerca da parte di una società con base produttiva in Cina per trovare un importatore di comodo, utile per entrare in Europa aggirando le prescrizioni sanitarie sugli integratori alimentari di origine animale. Dettaglio essenziale: l'utilizzo di un codice doganale particolare di dicitura neutrale, non soggetto a dichiarazione sanitaria e la cui tariffa è tipica dei prodotti chimici, non con destinazione alimentare.

Si tratta del chondroitin solfato (o condroitina), componente chiave della matrice extracellulare, che serve a mantenere l'integrità del tessuto e che è uno degli elementi essenziali della cartilagine, e della glucosammina, una proteina associata al chondroitin solfato come integratore alimentare e nel trattamento dell'artrosi.

Il problema è che queste due sostanze hanno avuto dei precedenti rischiosi: la condroitina cinese, senza certificazione sanitaria all'origine è di origine animale (pesce e volatili) e può essere contaminata da virus e batteri pericolosi per l'uomo, ad esempio la salmonella.

Diverse società cinesi esportano nei mercati europei le sopracitate due sostanze con lo scopo di raggiungere la destinazione finale di Londra. La Gran Bretagna, infatti, considera queste due sostanze prodotti della filiera peschiera (fishery products) e di conseguenza per lo sdoganamento richiede il certificato sanitario, ma il governo cinese per questi prodotti di origine animale non si considera tenuto a rilasciarlo.

Intanto, nelle chat in internet i body builders riguardo queste sostanze continuano a discutere di costi e quantità, di tipologie e marche. C'è chi ne prende fino a 1.500 milligrammi al giorno, comprandole online, e nessuno si chiede dei costi alla produzione: pochi grammi al consumatore finale costano anche 55-95 euro, quanto un fusto. Né, tantomeno, sospettano nulla della pericolosa provenienza cinese.

Insieme al Senatore Marco Perduca, ho così rivolto un'interrogazione ai ministri del Lavoro, Salute e Politiche sociali, e dello Sviluppo Economico per chiedere se siano a conoscenza dell'arrivo dalla Cina sui nostri mercati di sostanze potenzialmente pericolose, che vengono utilizzate come integratori nelle palestre, e che cosa intendano fare a riguardo.

 

Donatella Poretti

 

 

Qui il testo dell'interrogazione


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