Diario di bordo
Mao Valpiana e Alberto Tomiolo. Un impegno nonviolento antinucleare e antimilitarista
22 Giugno 2008
 

I Verdi della colomba di Verona esprimono grande soddisfazione per la sentenza emessa dal Tar del Veneto che impone la sospensione dei lavori di costruzione della nuova base militare “Dal Molin” di Vicenza.

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Tutte le argomentazione che come ecologisti e nonviolenti avevamo sostenuto in questi anni, trovano conferma nel giudizio espresso dal Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto, in particolare circa «l'impatto del consistente insediamento (e della connessa antropizzazione) sulla situazione ambientale, del traffico, dell'incremento dell'inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento ed alterazione delle falde acquifere». Dunque quella base non s'ha da fare, ed ora spetterà alla popolazione di Vicenza pronunciarsi con un referendum che il Sindaco ha già garantito. Non dimentichiamo che esponenti politici della maggioranza di Palazzo Barbieri, vista l'ostilità dei vicentini alla base “Dal Molin”, avevano chiesto che l'insediamento militare americano trovasse ospitalità nella nostra città a Boscomantico. Bella figuraccia!

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Incassata questa importante vittoria, c'è ora da impegnarsi subito per scongiurare un'altra catastrofe che il governo nazionale potrebbe riversare sulla nostra regione: un nuovo insediamento nucleare. Infatti, la volontà del ministro Scajola (in controtendenza con il resto d'Europa) di aprire il nucleare italiano, fa tornare d'attualità il tema della localizzazione delle centrali nucleari. Le Valli grandi veronesi, nel legnaghese, erano uno dei siti individuati nel piano energetico nucleare degli anni '80, in quanto unico territorio nel nord-est d'Italia a possedere le presunte caratteristiche necessarie all'insediamento (grande disponibilità di acqua e scarsità di popolazione) e quindi ancor oggi quel territorio potrebbe essere individuato come atto ad ospitare un reattore nucleare.

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Nell'aprile del 1977 organizzammo a Verona il primo convegno nazionale antinucleare. Tutte le ragioni di allora sono valide ancor oggi. Il nucleare, per sua stessa natura, è una tecnologia accentrata, imposta dall'alto, fuori dal controllo democratico, figlia di un'epoca industriale ormai superata. Oggi c'è bisogno di una rete diffusa di energie rinnovabili, con fonti differenziate, tecnologie efficienti, flessibili. Ma soprattutto è necessario avviare una seria politica di risparmio energetico, con consumi minori e più razionali.

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Chiamiamo a raccolta tutti coloro che sostengono le energie pulite e rinnovabili, e che perciò si oppongono al nucleare, a dare vita da subito ad un movimento ecologista nonviolento per la salvaguardia del nostro territorio minacciato da una politica scellerata. Annunciamo fin d'ora che subito dopo l'estate si terrà nella nostra città un convegno scientifico-politico sul tema “militare e nucleare, due facce della stessa medaglia”.

 

Mao Valpiana e Alberto Tomiolo

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 22 giugno 2008)


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