Oblň cubano
Yoani Sánchez. Cose da uomini
19 Giugno 2008
 

Dal blog Generación Y

18 giugno 2008

 

 

Cosas de hombres

En ese Centro Habana de guapos* y reyertas donde nací, aprendí que hay algunos límites que una mujer nunca debe transgredir. Me he pasado la vida infringiendo esas risibles reglas del machismo, pero hoy –y de forma exclusiva- voy a acogerme a una de ellas. Precisamente, a una de las que más me desagrada. Esa que advierte: “una mujer necesita un hombre que la represente y que saque la cara por ella cuando otro la agrede o la calumnia”. Al sentirme atacada por alguien con un poder infinitamente superior al mío, con más del doble de mi edad y además -como dirían mis vecinas de la infancia- por un “macho-varón-masculino”, he decidido que sea mi esposo, el periodista Reinaldo Escobar, quien le responda.

Me refiero a los criterios descalificatorios que Fidel Castro ha expresado sobre mí en el prólogo del libro “Fidel, Bolivia y algo más”. Ni siquiera tan “magna” embestida me hace abandonar la premisa de no entrar en el ciclo de la réplica y la autodefensa. Siento decirle que sigo concentrada en un tema llamado “Cuba”.

Dejémosles a Reinaldo y a Fidel el lance de la pelea. Yo seguiré en mi “mujeril” labor de tejer, a pesar de los chismes del solar, sobre el deshilachado tapiz de nuestra sociedad civil.

¡Los guapos de mi barrio sabrán que “algo” aprendí de ellos!

*No confundir a un guapo cubano con un hombre apuesto o galán. Eso podría costarnos una bofetada y, en el peor de los casos, una puñalada aclaratoria.

 

Yoani Sánchez

 

 

Cose da uomini

In questo Centro Avana di guappi(1) e risse dove sono nata, ho imparato che esistono alcuni limiti che una donna non deve mai trasgredire. Ho passato la vita infrangendo queste risibili regole del machismo, però oggi - e in maniera esclusiva - voglio aggrapparmi a una di quelle. Precisamente, a una che mi ripugna parecchio. Quella che avverte: “una donna ha bisogno di un uomo che la rappresenti e che si faccia avanti per lei quando un altro la aggredisce o la calunnia”. Al sentirmi attaccata da una persona con un potere infinitamente superiore al mio, con il doppio della mia età e inoltre - come direbbero le mie amiche d’infanzia - da un “uomo forte - virile - mascolino”, ho deciso che sia mio marito, il giornalista Reinaldo Escobar, a rispondere.

Mi riferisco ai giudizi squalificanti che Fidel Castro ha espresso su di me nel prologo del libro Fidel, Bolivia y algo mas. Neppure un così grande assalto mi ha fatto abbandonare la premessa di non entrare nel ciclo della replica e dell’autodifesa. Mi spiace dirle che continuo a essere concentrata su un tema chiamato “Cuba”.

Lasciamo questa rissa a Reinaldo e a Fidel. Io continuerò nel mio lavoro femminile di tessitrice, nonostante i pettegolezzi del condominio, sopra lo sfilacciato tappeto della nostra società civile.

I guappi del mio quartiere sapranno che ho imparato qualcosa da loro!

 

(1) Non confondere un guappo cubano con un uomo a posto e galante. Questo potrebbe costare uno schiaffo e, nel peggiore dei casi, una pugnalata chiarificatrice.

 

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

Nota del traduttore: Ho tradotto solar con l’italiano condominio ma non è molto esatto. I solares sono piccoli appartamenti messi uno accanto all’altro dove vivono gli avaneri più poveri. Fidel, Bolivia y algo mas è un libro di recente uscita a Cuba che ha fatto discutere anche in Italia per l’attacco del dittatore alla giovane blogger. Nello scontro tra Castro e Yoani è lei a vincere, perché non raccoglie la sfida e non scende sul piano della calunnia e dell’invettiva. Sono cose da uomini, dice. Grande Yoani… (Gordiano Lupi)


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