ICI. L'Italia senza case di lusso? 
Urgente revisione del Catasto. Depositata interrogazione Poretti-Perduca
09 Giugno 2008
 

Come preannunciato, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all'abolizione dell'Ici sulla prima casa. Non sono contraria a questo provvedimento, ma occorre capire meglio il contesto, visto che quanto non sarà intascato dai Comuni sarà rimborsato loro dallo Stato (2,6 miliardi di Euro). Se è vero che parte di questi introiti saranno garantiti dai versamenti degli immobili di lusso (categorie catastali A1, A8 e A9), occorrerebbe sapere quanti sono sul territorio gli edifici appartenenti a queste categorie.

Da un'indagine pubblicata sul Corriere della Sera del 6 giugno scorso, si apprende che il numero di questi fabbricati sarebbe largamente inferiore alla loro reale insistenza sul territorio. Solo per fare un esempio, in piazza di Spagna a Roma, solo un immobile risulta accatastato come A1, mentre in tutta la provincia di Roma ce ne sarebbero 2.124, contro i 4.455 (più del doppio!) della provincia di Genova.

È chiaro che qualcosa non funziona come dovrebbe. Le rendite catastali evidentemente non corrispondono alla attuale configurazione del territorio e da questa situazione non può che derivare una iniqua disomogeneità nel trattamento fiscale dei cittadini a seconda di dove risiedono. Per queste ragioni, col Sen. Marco Perduca, ho depositato un'interrogazione al Ministro dell'Economia e delle Finanze, per sapere se intenda verificare questa situazione e, qualora sussistesse, intenda intervenire per disporre la revisione delle categorie catastali sulla base di un piano di aggiornamento continuativo di rilevazioni sul territorio, coordinato a livello nazionale dall'Agenzia del Territorio.

 

Donatella Poretti

 

Qui il testo dell'interrogazione


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276