Sanità. Audizione Sacconi in Senato 
No alla fecondazione assistita all'estero, pillola del giorno contro l'aborto, no alle corporazioni degli infermieri
05 Giugno 2008
 

Oggi il ministro Maurizio Sacconi (foto) nella sua prima audizione in Commissione Salute del Senato ha preannunciato di voler intervenire rivedendo le linee guida della legge 40 così come aggiornate dal suo predecessore.

Nell’occasione del mio intervento ho rivolto un accorato appello a non continuare a mandare le coppie con problemi di sterilità e portatrici di malattie genetiche all’estero per il solo peccato, che in Italia diventa reato, di voler avere un figlio e di volerlo crescere sano!

Quelle linee guida aggiornate con colposo ritardo dall’ex ministro Livia Turco, in realtà ricalcano i pareri tecnici dell’Istituto Superiore della Sanità e del Consiglio Superiore della Sanità, ma prendono atto delle sentenze dei Tribunali di Cagliari, di Firenze e del Tar, in cui sostanzialmente si diceva che una norma secondaria (linee guida) non può vietare ciò che vietato non è nella legge primaria (legge 40). Il problema casomai è quella diagnosi preimpianto prevista dalle attuali linee guida che a poco serve se non si ammettono anche le coppie portatrici di malattie genetiche ad accedere alle tecniche di fecondazione assistita.

Purtroppo, più in generale sui cosiddetti “temi etici”, il ministro Sacconi oggi è intervenuto anche sulla legge 194 prevedendo possibili interventi sull’articolo 6 e l’aborto terapeutico, trascurando come la prevenzione in questo caso sia solo con la promozione della procreazione cosciente e responsabile e quindi anche della contraccezione a partire da quella d’emergenza con l’eliminazione dell’obbligo della ricetta medica e affrontando la spinosa questione dell’obiezione di coscienza che in Italia, e in alcune regioni in particolare come la Basilicata, rendono di fatto impraticabile una legge se solo 1 o 2 medici si dichiarano disponibili ad attuarla!

Speriamo almeno che il lavorista Sacconi dia buona prova di sé nel campo delle professioni e non istituisca nuovi ordini in materia sanitaria e infermieristica come una legge del precedente Governo Berlusconi avrebbe voluto, che quello Prodi ha semplicemente sospeso, e che ora è nelle mani del ministro. All’epoca l’Antitrust sconsigliò di istituire nuovi ordini professionali, Governo e Parlamento legiferarono in maniera opposta, oggi è la cartina al tornasole per vedere nella pratica le politiche liberali!

 

Donatella Poretti

 

 

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