Il mortaio
Il regista Olmi ribadisce la volontà di raccontare le vigne e i viticoltori della Valtellina
27 Giugno 2008
 

Nelle scorse settimane gli organi di stampa nazionale hanno a più riprese comunicato l’assegnazione al regista Ermanno Olmi del “Leone d’Oro alla carriera per l’anno 2008”. L’ambito riconoscimento sarà consegnato al regista in occasione della 65ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia che si svolgerà al Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre 2008.

Tale riconoscimento è considerato uno dei più importanti dal punto di vista della critica cinematografica, al pari di quelli assegnati nelle altre due principali rassegne cinematografiche europee, la Palma d'Oro del Festival di Cannes e l'Orso d'Oro del Festival di Berlino.

Il maestro Olmi, abbandonato il proverbiale riserbo, ha rilasciato ai quotidiani alcune dichiarazioni fra le quali ci piace citare quelle rilevate ne Il Giornale e Il Sole 24 Ore, dove in entrambe il grande regista fa espresso riferimento ai vigneti terrazzati della Valtellina.

Nella intervista con la giornalista Cinzia Romani del Giornale Ermanno Olmi così risponde: «Accetto il premio di Venezia, anche perché sento che adesso sto lavorando con grande libertà e felicità. Giro documentari bellissimi (....)

Girando al Forum dei contadini torinesi Terra Madre, ho incontrato contadini fedeli alla propria radice culturale, ma in modo attuale. Mantengono un rapporto leale con la terra, la rispettano. (...) Nonostante l’arroganza dell’uomo, la terra resta legata al grande mistero cosmico. Lo si vedrà in Rupi del vino, girato in Valtellina: là gli uomini han graffiato la roccia, traendone vigne, orti e terrazzamenti, che impediscono alle montagne di venir giù».

Questo invece il commento del regista Olmi, riportato dal Sole 24 Ore, alla notizia che sarà lui il “Leone d’Oro alla carriera per l’anno 2008”: «Corona il lavoro di una vita». E continua a chi chiede dei progetti in cantiere: «in questo momento mi interessa più di sempre il documentario perché penso che la nostra società ha bisogno di registrare il senso delle grandi trasformazioni che la attraversano. Dopo l’esperienza di Terra Madre (2006), torno ad occuparmi della zolla di terra come radice della comunità umana, voglio filmare le viti di Valtellina, strappate alla roccia palmo a palmo dall’uomo e che presto diventeranno patrimonio dell’umanità...».

 

Ci pare che queste dichiarazioni del maestro Olmi siano la conferma del suo pieno convincimento del grande ed irripetibile valore culturale, storico e ambientale dei vigneti terrazzati di Valtellina e rappresentino l’intenzione di questo grande artista di volere comunicare, con il documentario Rupi del vino, quanto di eroico è stato fatto nei secoli in Valtellina dall’uomo che, con diligenza e scienza, si è rapportato positivamente all’ambiente realizzando un territorio coltivato che, ancora oggi e nel futuro, è viva e provata testimonianza di sapienza agricola, di capacità produttiva, di rispetto della natura e di valorizzazione del territorio.

La Fondazione ProVinea continua con caparbietà a lavorare per ottenere l’ambito riconoscimento, e le parole del maestro Olmi non possono che incoraggiarci, nel proseguo del lavoro intrapreso e nello stesso tempo confermano la validità dell’iniziativa su cui vorremmo ci fosse maggiore unità di intenti.

 

Fondazione ProVinea


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