Il nostro giardino
I magnifici quindici... Le peripezie di una bambina ebrea 
E quelle di un libro, di pił libri..., che le racconta
Copertina dell
Copertina dell'edizione Garzanti (2003) 
02 Giugno 2008
 

Regina Zimet-Levi

Al di là del ponte

Le peripezie a lieto fine di una bambina ebrea sfuggita alla Shoà

A cura di Fausta Messa e Paola Rovagnati

Prefazione di Liliana Picciotto

Garzanti, 2003, pagg. 248, € 12,00

 

Un anno più tardi – esattamente il 12 gennaio 2002 – nell’inserto “ttL” (tutto libri tempo libero) del quotidiano La Stampa (nella rubrica “Luoghi comuni”, curata da Oreste del Buono e Giorgio Boatti) viene pubblicata un’ampia recensione proprio del volume di Regina Zimet–Levy. Vi si afferma, autorevolmente, che si tratta di un libro che meriterebbe di essere conosciuto ben oltre i ristretti confini valtellinesi. Da qui telefonate, fax, lettere alla biblioteca di Morbegno, segnalata nell’articolo come editore. E la biblioteca Vanoni di Morbegno cerca di rispondere a tutti. Tuttavia, riesce ad accontentare soltanto una piccola parte delle persone che desiderano il libro. Le 50 copie, che ancora rimanevano in deposito vengono spedite ai richiedenti, privilegiando biblioteche, scuole e istituzioni. Nel frattempo, gli agenti di alcune importanti case editrici entrano in contatto con Ephraim Levy, marito di Regina e proprietario dei diritti per la stampa di Al di là del ponte. Quello che appariva impensabile si avvera. La casa editrice Garzanti di Milano – in occasione della Giornata della Memoria, nel gennaio del 2003 – pubblica il libro nella sua collana “Saggi” e lo distribuisce in tutt’Italia. E poi… e poi, nelle pagine della cultura del Corriere della Sera di venerdì 24 gennaio 2003, Frediano Sessi suggerisce la lettura del libro di Regina; su “ttL” de La Stampa di sabato 25 gennaio 2003, Elena Loewenthal lo consiglia ai suoi numerosi lettori. Anche il prestigioso domenicale del Sole–24 Ore del 26 gennaio 2003 cita l’edizione di Garzanti tra la decina di libri di cui si suggerisce la lettura in occasione della Giornata della Memoria. Infine, domenica 1° giugno 2003, sempre in quell’inserto culturale che rappresenta un punto di riferimento per moltissimi lettori, a firma di Giulio Busi, Il Sole–24 Ore lo segnala – in cinque colonne – sotto il titolo «Regina, ragazzina braccata». Busi lo definisce un libro inconsueto, che racconta la persecuzione antisemita con il tono e gli occhi di una ragazzina. La scrittura è ingenua e conserva una distorsione infantile delle proporzioni… Il libro comincia, perfino, ad avere l’onore delle citazioni: a partire dal saggio La memorialistica dei profughi ebrei in Italia dopo il 1933: uno sguardo d’insieme di Klaus Voigt (presente nel volume L’ombra lunga dell’esilio: ebraismo e memoria, Giuntina, Firenze 2002) per giungere a L’angelo in famiglia: mensile della comunità (è il bollettino parrocchiale di San Giovanni Bianco, a 30 km da Bergamo). Qui, sotto il titolo: «Chi si ricorda di Regina?» – nei numeri di febbraio, marzo e aprile 2002 – vengono riportate tre commoventi testimonianze di Gianni Boffelli, Gemma e Lina Micheli, abitanti di San Giovanni Bianco che ancora si ricordano della piccola Regina. A San Giovanni Bianco lei aveva soggiornato con papà e mamma dall’ottobre del 1941 al novembre del 1942.

Ma ormai stiamo arrivando a quella che, allora, credevamo fosse la conclusione del nostro percorso. Mercoledì 4 giugno 2003, nella sala consiliare del municipio di Morbegno, si celebra una cerimonia semplice e solenne. Il sindaco di Morbegno, Giacomo Ciapponi, in presenza del rappresentante dello Stato di Israele, Zvi Lotan, dopo l’esecuzione degli inni nazionali d’Italia e d’Israele, consegna agli eredi di Giovanni e Mariangela Della Nave la medaglia di Giusti fra le nazioni. Si tratta di un’onorificenza che, dopo una lunga e meticolosa istruttoria, viene attribuita dallo Yad Vashem (Istituto per la memoria dei martiri e degli eroi dell’Olocausto) a quelle persone non ebree, che hanno dimostrato coraggio e umanità, salvando degli ebrei, nel periodo nero degli anni Trenta e Quaranta del XX secolo. Lo Yad Vashem è stato fondato dallo Stato di Israele nel 1953 per commemorare i sei milioni di ebrei assassinati dai nazisti e dai loro collaboratori, tramandando la memoria dell’Olocausto alle future generazioni affinché il mondo non ne dimentichi l’orrore e la crudeltà. I nomi di Giovanni e Mariangela Della Nave sono stati scolpiti sul muro della collina del ricordo, Har Hazikaron, a Gerusalemme, la stessa collina che commemora – tra gli altri – Oscar Schindler e Giorgio Perlasca. E poi anche l’amico Bruno Ciapponi Landi contribuisce a diffondere – attraverso un periodico che viene distribuito come numero unico il 25 aprile 2004, anniversario della liberazione – la conoscenza di questa storia.

Ma è nell’estate del 2003 che l’allora cinquantaduenne Marco Frigg, un maestro elementare svizzero – con legami famigliari materni in Bassa Valtellina – scopre il libro stampato dal Comune di Morbegno, durante una sua vacanza a Valle di Morbegno. Ne resta letteralmente folgorato. Decide di andare al più presto “al di là del ponte”, proprio a San Bello per conoscere la famiglia Della Nave. E, dopo questo incontro emozionante, Marco Frigg si ripropone di presentare anche al suo mondo – quello della vicina Confederazione Elvetica – questa storia avvincente, traducendola in lingua tedesca. Detto, fatto. Ora il volume, 204 pagine scritte in lingua tedesca, è nelle librerie della Svizzera. E si presenta molto bene: ottima – per quanto possa valere il mio parere in questo campo – la traduzione, curata fin nel dettaglio la stampa (dalla scelta dei caratteri tipografici agli spazi tra i capoversi), assai utili le note a piè di pagina (anche qui si va da preziosi appunti sulla storia della Valtellina alle traduzioni delle frasi in dialetto) e significative le belle foto a colori che documentano i luoghi del racconto. Insomma un testo ben fatto, da tanti punti di vista. Certo, non è la versione integrale. Marco Frigg, infatti, ha preferito tralasciare la prima parte – nel libro italiano sono quasi 70 pagine – per iniziare direttamente dal momento forse più drammatico. Quando a Serina, nel 1943, gli Zimet devono prendere seduta stante una decisione fatale: se restare in provincia di Bergamo, se fuggire altrove, se tentare una salvezza in Svizzera. E sarà quest’ultima la decisione che prenderanno, anche se in Svizzera non riusciranno mai ad arrivare. Il traduttore ha scelto di tralasciare gli anni 1938-1943, ma ha voluto arricchire l’opera con una decina di pagine che contengono interviste con i membri superstiti della famiglia Della Nave. Intanto, nel gennaio del 2008, Marco Frigg ha presentato la sua opera in una libreria di Thusis, e a Coira, in una biblioteca. E, anche nella vicina Svizzera è avvenuto qualcosa di inaspettato. Il racconto di Regina ha avuto un successo che – fatte le debite proporzioni – possiamo definire strepitoso. Una votazione pubblica tra i lettori del Canton Grigioni, una votazione che ha visto più di 1.000 partecipanti – e i volumi in gara erano ben 32 –, ha stabilito che il libro di Marco Frigg meritava il secondo posto come Libro dell’anno 2008 del Canton Grigioni. Riconoscendo un valore straordinario a Regina Zimet: die Anne Frank des Veltlins (l’Anna Frank della Valtellina), definita «una lettura emozionante». [Tanto per non lasciare dubbi, al primo posto si è classificato il volume Gli uccelli del Canton Grigioni (curato dall’OAG, il Gruppo di lavoro ornitologico del Canton Grigioni), un’opera che ha richiesto anni di lavoro scientifico].

Tempo fa avevo partecipato anch’io a serate di presentazione del volume, la buona vecchia edizione del Comune di Morbegno. Ricordo, ad esempio, un incontro nella biblioteca di Dongo. Pensavo ormai che tutto fosse concluso. Invece, la sera del 24 aprile scorso presso il piccolo auditorium del Teatro San Carlo di Rogolo, l’amministrazione comunale ha organizzato un incontro pubblico – ed era presente, tra gli altri, un bel gruppo di ragazzi per ricordare gli anni terribili del 1943-1945. In questa occasione hanno portato la loro testimonianza commovente alcuni partigiani (ormai più che ottantenni), ma ha trovato ampia voce ancora una volta Al di là del ponte, la storia della piccola Regina. E il comune di Rogolo ha voluto fare un gesto concreto, distribuendo ai partecipanti alla serata un centinaio di copie del volume. Naturalmente l’edizione Garzanti; quella del Comune di Morbegno è ormai esaurita da anni.

Mi piace concludere con una nota personale. Il 2 maggio scorso ho avuto anch’io il piacere di conoscere Marco Frigg. Un incontro breve ma importante. Ho potuto ammirarne la serietà e l’entusiasmo. La storia di Regina l’ha veramente catturato. In quest’ultima occasione Frigg ha voluto incontrare la famiglia Della Nave (Lodovico, Zita, Giovanni e Luigi) per consegnare il nuovo libro che comprende tra l’altro loro interviste, che per il momento non possono leggere, essendo in lingua tedesca. Ma… presto lo potranno. Infatti Marco Frigg ha deciso di non fermarsi a questo punto, visto anche il meritato successo della sua iniziativa (sono già oltre 1.000 le copie vendute in Svizzera). E allora ha messo in cantiere una nuova traduzione in lingua italiana di quello che è il suo libro, la sua versione. In più, sempre in Svizzera, tratta dalla storia di Regina, è prevista una rappresentazione per bambini. Infine (ma lo dico rendendomi conto che per ora il momento di scrivere la parola fine sembra ancora lontano) un produttore svizzero starebbe pensando a una versione cinematografica… Nel frattempo il Comune di Morbegno ha intitolato a Giovanni e Mariangela Della Nave una nuova via nella frazione di Campovico. Anche questo un ricordo concreto, una nuova puntata di una bella storia della nostra comunità, oltre che un’ulteriore occasione per riflettere e far riflettere più in generale sulla guerra e le ingiustizie e gli orrori che sempre trascina con sé.

Quanta strada ha percorso la testimonianza della piccola Regina!

 

Renzo Fallati

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