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Rosangela Pesenti. Precipitare di comportamenti nella barbarie di un'indifferenza torva
Massimo Campigli,
Massimo Campigli, 'Gli Zingari', 1928 - Olio su tela, cm 96,5x75,5 (Mart, Coll.Giovanardi, Rovereto) 
22 Maggio 2008
 

Oggi ho stampato e messo a scuola questo volantino.

Sono ancora sommersa da pratiche di fine scuola, ma la sensazione quest'anno è di “fine mondo”. C'è un precipitare dei comportamenti nella barbarie di un'indifferenza torva che si accanisce nel discutere piccinerie burocratiche e astratti problemi.

L'abitudine ad abbassare la testa e lavorare come muli, i migliori, e scivolare lungo i muri per evitare fatiche, i peggiori, ci unisce in una comune connivenza del silenzio su tutto ciò che accade, apparentemente intorno a noi, in realtà dentro e tra noi.

Resisto a fatica

Rosangela

 

 

IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI


C’è un filo che lega l’assalto ai campi rom di Napoli, l’aggressione omicida di Verona, la violenza e lo strangolamento della ragazza quattordicenne a Niscemi?

Sta crescendo nella nostra società un odio cieco per la diversità, che ha toccato livelli paurosi e determina fatti incontrollabili di cui siamo testimoni impotenti.

C’è un’omologazione dei pensieri e dei sentimenti che porta in primo piano paure irrazionali e cancella ogni possibilità di affrontare i problemi al livello della complessità dell’oggi.

Ci sono precise responsabilità, ma ognuno è chiamato in causa in un paese democratico!

La scuola è il luogo in cui si può imparare a diventare cittadini e cittadine, giovani e adulti insieme, uomini e donne, persone diverse per storie, provenienze, appartenenze, com’è scritto nell’art. 3 della Costituzione repubblicana e antifascista.

La ricerca del sapere non può vivere senza libertà.

 

In questi giorni si tenta di criminalizzare intere popolazioni; si parla di introdurre nuovi reati, tesi a colpire non le responsabilità individuali, ma le condizioni di vita. Noi possiamo:

- testimoniare solidarietà a chi è colpito da questi tentativi di criminalizzazione

- rispondere a chi calpesta la giustizia con i diritti di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione

- ricordare che la scuola si occupa dell’educazione alla convivenza e alla solidarietà

- vigilare nei contesti educativi in cui operiamo affinché tutti siano tutelati come previsto dalle leggi italiane e dalla carta dell’Onu.

 

Contro le discriminazioni, costruiamo insieme senso di appartenenza, senso di responsabilità e diritti-doveri di cittadinanza.

 

 

Ricordiamo le parole di un poeta:

 

«Prima di tutti, vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare».

 

Bertold Brecht

 

22 maggio 2008


A cura di Rosangela Pesenti


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