Lo scaffale di Tellus
Manuel Vásquez Portal. Scritto senza permesso
15 Maggio 2008
 

Manuel Vásquez Portal

Scritto senza permesso

Spirali Edizioni, pagg. 258, € 25,00

 

Spirali pubblica un libro importantissimo scritto dal giornalista e poeta cubano Manuel Vásquez Portal. Scritto senza permesso è il racconto della sofferenza, dalla prigione di Santiago, il diario delle condizioni disumane in cui versano i prigionieri politici di Castro. Una narrazione ironica, lirica, umoristica, scritta con energia e speranza, doti che le persone forti di spirito trovano nelle situazioni più dure. Lo scritto comprende lettere alla moglie e al figlioletto Gabriel e un diario che descrive la situazione dei prigionieri politici cubani. Episodi autentici, come la triste storia di un giovane con gravi disturbi di condotta che trova in Manuel Vásquez Portal il padre che cercava. Seconda edizione dopo la prima pubblicata in Argentina.

Mi riprometto di tornare in modo più approfondito sul libro, dopo averne ultimato la lettura, ma è importante segnalare a un’opinione pubblica distratta il grande lavoro conoscitivo che Spirali sta facendo su Cuba. Ha pubblicato in questi ultimi mesi: Carlos Carralero (Saturno e il gioco dei tempi), Armando de Armas (Miti dell’antiesilio), Roberto Luque Escalona (Lorenzo e l’agnello del diavolo) e Armando Valladares (Contro ogni speranza).

Manuel Vásquez Portal è autore che conosco bene perché sono stato il primo a pubblicarlo in Italia nel volume Versi tra le sbarre (Edizioni Il Foglio – www.ilfoglioletterario.it), curato da William Navarrete. Mi sembra l’occasione migliore per riportare un’intensa poesia composta in carcere nella traduzione di Elisa Montanelli (elisam@sintesi-net.it).

 

 

Vengo, patria, a portarti un colibrì

che ho scoperto nel mio orecchio.

Offrirti alberi di anacardio che ho salvato nel ricordo,

piantarti quel susino che è cresciuto nel mio abbandono.

 

Vengo, patria, a dirti che non esisti

che la neve ti copre i tetti,

che il deserto ti cancella la foresta

che i tuoi figli vagano alle intemperie

su ogni frontiera,

che non piango più per te perché ti dimentico.

 

Vengo, patria, a inventarti,

a non soffrire più per te

perché nasci da un mio abbraccio,

da un amico che parte,

da un figlio che mi aspetta sulla soglia

da un bel verso d’amore

che mi protegge dallo sconforto.

 

Vengo, patria, ad abbracciarti

Per risorgere insieme a te.

 

 

Resto in attesa delle menzogne che verranno lanciate dai castristi, che non si lasceranno sfuggire l’occasione di infangare un nuovo martire delle galere cubane, dopo aver sputato veleno su Armando Valladares.

Manuel Vásquez Portal è un grande poeta e sa comunicare tutta la sofferenza di un popolo oppresso.

 

Gordiano Lupi

 

 

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