Oblò cubano
Luciano Serasini. A proposito di Rizzo. Che vuol trasformare l'Italia in Cuba
04 Maggio 2008
 

A proposito di un articolo intervista a Marco Rizzo di Giancarlo Perna, dal titolo “Rizzo, l’ultimo comunista: «Bertinotti? Una mannequin che si cambia a ogni comizio»”, pubblicato il 28 aprile su Il Giornale (1ª pagina e 8ª) nel quale, rispondendo a domanda del giornalista, l'esponente Pdci dichiara che vorrebbe trasformare l'Italia in Cuba, ricevo e volentieri pubblico una lettera di risposta da parte di Luciano Serasini, presidente di Cubalibera.

 

Gordiano Lupi

 

 

 

«Vorrei trasformare l’Italia in Cuba». A leggere queste parole un ragazzino italo-cubano di undici anni è scoppiato in una fragorosa risata. Neppure il più comico pagliaccio sarebbe riuscito a farlo sbellicare tanto dalle risate. Il ragazzino non è, data l’età, per niente politicizzato, ma a suscitare la sua ilarità è stato il fatto che è nato a Cuba ed è vissuto alcuni anni tra l’isola caraibica e l’Italia. Non è stato difficile fare un confronto...

L’onorevole Rizzo – che spero torni presto a occupazioni per lui più confacenti – appoggia criminali dittature marxiste-leniniste, regimi che hanno il solo obiettivo di diventare dittature totalitarie dove la proprietà privata è proibita, osteggiata o ridotta a un eufemismo. In compenso a lui non dispiace che burocrati di partito si arricchiscano alla faccia dei tanti indigenti che non possono esprimere opinione difformi al volere del regime.

Il Sig. Rizzo ha pronunciato cinque parole e ha fatto ridere quasi tutti gli italiani e gli oltre ventimila cubani residenti, che però devono fare attenzione a non ridere troppo forte perché potrebbero perdere il permesso di rientrare sull’isola e non vedere più i loro parenti.

Rizzo vorrebbe rendere realtà anche nel nostro paese la famigerata libreta, il razionamento imposto ai cubani dai fratelli Castro, crede alla novella dell’embargo americano, scusa buona per incolpare altri delle responsabilità fallimentari di un regime. A Cuba si trova di tutto, basta avere denaro da spendere e magari essere burocrati di partito. Rizzo vorrebbe anche in Italia la proibizione di vendere la propria casa, il divieto di avviare un’attività e l’impossibilità pratica di uscire dal paese. Rizzo non sa che a Cuba si devono spendere 360 € per documenti solo per avere diritto a un passaporto e a un permesso di uscita, a fronte di uno stipendio mensile di circa 10-15 €. Possiamo introdurre queste belle novità anche in Italia. Non sarebbe male. Ma anche i moltissimi divieti, adempimenti burocratici assurdi per un paese civile, il cui solo scopo è il controllo totale dei cittadini, non sarebbero da gettare…

Cuba è una dittatura del proletariato, così cara al buon Rizzo, un regime totalitario sconfessato dalla storia, dove non è permesso esprimere liberamente la propria opinione, dove la democrazia e i diritti umani sono un’utopia. Un vecchio cubano che aiutò la rivoluzione mi ha confessato: «Mi sono pentito un milione di volte».

Marco Rizzo potrebbe andare a vivere un po’ di tempo a Cuba, ma da cubano per vedere se riesce a sopravvivere. Rizzo in fondo è proprio un simpaticone, perché quando parla di Cuba fa tanto ridere e leggere una sua intervista è meglio che andare al circo. Che peccato debba smettere di fare politica…

 

Luciano Serasini, presidente di Cubalibera

(a cura di Gordiano Lupi)


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