Oblò cubano
Le riforme di Raúl non si fermano 
Il blog di Yoani Sánchez spina nel fianco del regime • A Cuba si compreranno le case di abitazione • Il 'camello' va in pensione • Presto i cubani potranno viaggiare?
Raúl Castro, disegnato per la rivista
Raúl Castro, disegnato per la rivista 'Time' da Brian Latell  
21 Aprile 2008
 

A Cuba registriamo timidi segnali di cambiamento. La libertà è ancora limitata, i dissidenti restano in galera e il rispetto dei diritti umani è un miraggio. Yoani Sánchez guadagna un importante premio giornalistico e viene intervistata dalle Iene per aver inventato (a suo rischio e pericolo) un seguitissimo blog dove racconta la vita quotidiana dei cubani. A Cuba l’uso di internet è soggetto a controlli, esistono filtri che impediscono l’accesso a determinati siti ed è possibile collegarsi solo dagli internet point degli alberghi. Yoani Sánchez ha vissuto in Svezia per tre anni ed è rientrata a Cuba per motivi familiari, suo zio è uno dei 75 prigionieri politici arrestati durante la Primavera Nera del 2003 e si trova ancora in galera. Yoani entra negli hotel, si fa passare per straniera, paga in pesos convertibili (può permetterselo perché ha vissuto all’estero) e si connette. Non è facile mandare avanti il blog perché pubblica un articolo ogni quindici giorni. Tutto questo per dire che a Cuba in tema di espressione del pensiero non è cambiato niente.

Raúl Castro è stato prodigo di innovazioni propagandistiche. Telefonini, elettrodomestici, lettori dvd, possibilità di frequentare gli stessi alberghi degli stranieri… cose importanti per chi lavora nel turismo e per chi possiede parenti all’estero che assicurano cospicue rimesse. Cambiamenti che hanno il sapore della beffa per chi sopravvive con i miseri stipendi statali pagati in pesos, valuta che non serve a niente, neppure a garantire la sopravvivenza alimentare.

Raúl ha concesso la possibilità di comprare la casa e di lasciarla in eredità ai figli per tutti coloro che hanno abitato in un edificio per almeno vent’anni. Il cubano può riscattare l’abitazione dal datore di lavoro, senza bisogno di rivolgersi al governo. Il provvedimento non riguarda tutti i cubani, ma soltanto chi lavora nelle aziende di Stato (zuccherifici, coltivazioni di tabacco, etc.) e militari. Resta impossibile acquistare e vendere un’abitazione. È un passo avanti, ma resta il limite del potere di acquisto della moneta ufficiale. Può permettersi di riscattare una casa soltanto chi possiede un parente all’estero. L’economia cubana è legata a doppio filo alle rimesse degli emigranti.

È notizia di questi giorni il pensionamento del camello, l’autobus creato unendo due pullman tra loro, che a me fa tanta nostalgia. Il camello mi ricorda i primi viaggi a Cuba, il 1998, i sogni ancora intatti di una rivoluzione, un mondo che doveva essere un modello. Mi hanno tolto pure quello. Da domani a Cuba viaggeranno soltanto mezzi pubblici cinesi, gli Yutong, tremila autobus importati da Pechino e utilizzabili grazie al petrolio venezuelano. Il trasporto pubblico diventa moderno, pare che all’Avana abbiano rifatto pure le strade, messe davvero male, sistemate soltanto ai tempi del viaggio del Papa. In compenso il biglietto di una corsa è raddoppiato. Come potranno permettersi gli Yutong i dipendenti statali che guadagnano quindici dollari al mese?

La notizia più importante deve ancora arrivare. Sta per cadere il tabù più pesante: il divieto di viaggiare all’estero. Si è diffusa la voce che il governo cubano procederebbe sulla strada di una graduale liberalizzazione dei permessi per espatriare (fonte: El Pais). Per andare all’estero non servirà più la famigerata carta blanca e verrà eliminato l’obbligo di una carta di invito da parte di un cittadino straniero. Una nuova legge sulle regole migratorie semplificherà l’ingresso e l’uscita dei cittadini cubani dall’isola. Se nei prossimi giorni la notizia verrà confermata si tratterebbe della prima vera grande riforma utile per tutti i cubani. Una libertà di uscita dal paese permetterebbe di recarsi all’estero per lavorare e tornare in patria con denaro da spendere. Il cambiamento gioverebbe all’economia del paese e alle tasche dei cittadini cubani. Non resta che aspettare.

 

Gordiano Lupi


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