Diario di bordo
Maria G. Di Rienzo. Bambine...
19 Aprile 2008
 

Allegria. Presto arriverà anche da noi. Lo ha prodotto il “gigante” dei supermercati Tesco e in Gran Bretagna costa solo quattro sterline. Si tratta di un reggiseno imbottito per bambine a partire dai sette anni. Avete letto bene, ma lo riscrivo: bambine di sette anni. Alcuni stilisti lo hanno definito «salace» poiché ha uno scollo basso fatto per mostrare «la pelle del seno». Un portavoce della Tesco ha difeso il prodotto asserendo che praticamente lo hanno fatto per il bene delle bambine: «che sono molto sensibili al loro aspetto, a quell'età».

Consola, nevvero, tanta comprensione. Potrebbero compiere un passo in più e distribuire i loro regginiente gratis, poiché io sono certissima che le bimbe sono sensibili, ma sono altrettanto certa che a sette anni non hanno seni di cui occuparsi, non ancora. E che dovrebbero spendere le quattro steriline, o l'equivalente in euro, in caramelle e pastelli, se non in libri come facevo io alla loro età.

La pressione sociale operata sulle piccole affinché appaiano “adulte”, e adulte significa appetibili sessualmente per gli uomini, non laureate o autonome tanto per dire, sta diventando insopportabile. Ad età sempre più basse le bambine si giudicano, e giudicano le altre bambine, basandosi sulle apparenze. La maggior parte dei giocattoli, e cartoni animati e programmi e libri per l'infanzia, a loro disposizione, le stanno spingendo pesantemente sulla strada della “principessa rosa” (fata, ballerina, modella), i cui scopi nella vita sono sognare, attendere e infine compiacere il “principe azzurro”. Per il quale sono disponibili solo gli attrezzi del supereroe macho (guerriero, cowboy, pilota, mostriciattolo corazzato).

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Comincia qui, lo sapete. E sapete anche cosa diventa dopo. Diventa salari ineguali per le donne a parità di mansioni. Diventa il non trovare più la tua scrivania quando torni dalla maternità. Diventa il misero 24% dei seggi parlamentari europei occupati da donne (con la felice eccezione della Spagna) e il 90% maschile dei consigli d'amministrazione di tutta Europa. Diventa traffico di donne e bambine, violenza sessuale, prostituzione forzata. Diventa la proposta di un modello, per femmine e maschi, impossibile da raggiungere ai più, e quindi generatore di frustrazione, insicurezza, infelicità, rabbia. Dovremmo cominciare a rigettarlo, se abbiamo a cuore i nostri bambini e le nostre bambine, se davvero speriamo e vogliamo il meglio per loro.

Le pesanti penalità poste sull'essere donna in termini economici tiene le donne “al loro posto”, e così fanno il mutarne i corpi in pezzi di ricambio da consumo sessuale, il trasformare le bambine in donne con i reggiseni imbottiti, e incitare le adulte a buttare la loro vita nell'inutile tentativo di restare “ragazzine attraenti” con trucco, giarrettiere e chirurgia plastica. Inevitabilmente, ciò contribuisce a deprivarle di quel rispetto che meritano come esseri umani, e rende molto più semplice aggredire una bambina in pieno giorno nella metropolitana e tentare di stuprarla, perché di quella bambina e a quella bambina si continua a dire che non serve a nient'altro.

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Io trovo molto interessante la stampa estera, soprattutto quando scrive dell'Italia. È sempre utile considerare come gli altri ti vedono dal di fuori. Per cui vi regalo in finale questo commento britannico sulla televisione nostrana: «È impossibile guardare la tv in Italia e farsi l'idea che nel paese ci siano donne intelligenti».

 

Maria G. Di Rienzo

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 19 aprile 2008)


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