Diario di bordo
Il "Palazzo" affossa amnistia e indulto
16 Gennaio 2006
 

La Camera dei deputati dice no ad amnistia e indulto. L'Aula ha prima approvato un emendamento della Lega e di An che sopprimeva l'articolo 1 del provvedimento licenziato dalla Commissione e conseguentemente tutti gli articoli seguenti che disciplinavano l'amnistia. A favore dell'emendamento si sono espressi anche Ds e Margherita. L'Assemblea di Montecitorio ha poi approvato l'emendamento della Lega e di An soppressivo dell'articolo 6 sull'indulto che è passato con 206 sì, 178 no e alcune astensioni. Come era accaduto per l'amnistia, Lega e An hanno applaudito apprendendo l'esito della votazione. 18 deputati Ds e 10 della Margherita hanno votato contro le indicazioni di partito.

Marco Pannella, che era in Transatlantico per seguire i lavori parlamentari, ha commentato l'esito della giornata parlamentare. «Bella Unione, come qualche decennio fa...», ha detto Pannella ai giornalisti, ed ha aggiunto: «Abbiamo lottato e continuiamo a lottare per il possibile contro il probabile di questo Palazzo». Si parla di «detenuti delusi – ha aggiunto ma si sbagliano. Non si sono mai illusi. I delusi e illusi sono la base» di quei partiti che oggi hanno votato con An e Lega, quella base che «sperava che non ci fosse una unione clerico-fascista o fascista di Bossi, La Russa, e 'margheritina'. La putrefazione continua, cadono le falangi del regime». «È stata una battaglia stupenda quella fatta dai compagni della Rosa nel pugno, ed anche se è stata persa, resta comunque una grande dimostrazione di impegno. Tutto questo alla faccia dei detenuti e della giustizia. Era un provvedimento continua Pannella che serviva per dare una risposta al grandissimo numero di processi in corso. Ma non hanno voluto né l'amnistia, né l'indulto. Quelli che di solito fanno demagogia hanno fatto solo schifezze alle spalle dei detenuti, sia a destra che a sinistra». «Noi siamo per una Unione di alternativa laica liberale socialista radicale, alternativa a questo stato come un sol uomo. Combattenti senza rischio di scoraggiarci, non per l'unione che ha ucciso i Moro, i Mino. E lo schieramento di stasera era quello che votava i decreti Cossiga per la stretta totalitaria del nostro Paese. È roba vecchia». «In quale Unione sto entrando? In quella di Santi Apostoli, o in questa Unione clerico-fascista con Bossi, La Russa, Violante, Finocchiaro?», aveva precedentemente chiesto Pannella in Transatlantico ad Anna Finocchiaro, che replicava: «Dimmi una sola ragione di merito per cui avremmo dovuto votare l'amnistia». (Qui le ragioni di merito per l'amnistia)

«Avevamo chiesto un atto, non di clemenza, ma di buongoverno: una amnistia per ridurre il carico processuale che sta soffocando la Giustizia in Italia; un indulto per alleviare il carico di sofferenza che affligge il carcere, in tutte le sue componenti, non solo i detenuti, ma anche il personale amministrativo e di custodia». Lo ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e membro della Direzione della Rosa nel pugno. «I veti incrociati di DS e Margherita sull’amnistia e di Forza Italia sul solo indulto, – ha proseguito D'Elia – parallelamente convergenti con la demagogia forcaiola della Lega e di An, hanno determinato l’affossamento sia dell’amnistia sia dell’indulto. Rimane la grande questione sociale sollevata, con la Marcia di Natale, da Don Mazzi e Marco Pannella e che riguarda non solo la situazione catastrofica delle carceri nelle quali 60.000 detenuti sono ammassati in celle che potrebbero ospitarne al massimo 42.000, ma anche e soprattutto la vicenda tragica di almeno 18 milioni di cittadini italiani in attesa da dieci o quindici anni di una decisione giudiziaria essendo parti in causa negli attuali 9 milioni di processi pendenti. Sono fatti per cui lo stato italiano è condannato dalla giustizia europea, sin dal 1980 e ripetutamente, per violazione di diritti umani fondamentali. Ora, negata l’amnistia trasparente e selettiva, stabilita per legge dal parlamento, continuerà a vigere quella solita, detta prescrizione, l’amnistia clandestina, casuale e di classe, di fatto decisa dai procuratori o dagli avvocati e con la quale si ‘risolvono’ centinaia di migliaia di processi ogni anno». (m.l. per RadioRadicale.it, 12/01/2006)


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