Oblò cubano
Le favole di Mariela e la stampa compiacente
Mariela Castro Espin con il fratello colonnello Alejandro
Mariela Castro Espin con il fratello colonnello Alejandro 
04 Aprile 2008
 

Davvero ci facciamo ridere dietro dal mondo. Arriva in Italia Mariela Castro, figlia del nuovo presidente cubano Raúl, e subito i nostri giornalisti preparano gli scendiletto, ma mica solo Liberazione, il giornale dei comunisti italiani che pubblica il Granma a dispense, Rinascita, Stampa Comunista, Latinoamerica e chi più ne ha più ne metta. Da loro sarebbe difficile attendersi il contrario, è il ruolo che si sono scelti e restano coerenti. Il Corriere della Sera, La Nazione, Repubblica, magari dovrebbero essere meno servili nei confronti della figlia del numero uno del regime. E invece no. Interviste tranquille, ché se no lei mica risponde, domande facili facili e soprattutto nemmeno l’ombra di un contraddittorio. Mariela Castro viene in Italia come sessuologa per presentare il suo libro Cosa succede nella pubertà?, ma è inevitabile parlare anche di cosa succede a Cuba. Da fantascienza l’intervista fotocopia comparsa a stampa unificata.

A Cuba c’è libertà di espressione, dice Mariela. I cubani non se ne sono accorti, ma i solerti intervistatori non battono ciglio. In cosa consiste questa libertà di espressione? A Cuba si stampa un solo quotidiano governativo, accompagnato da due o tre settimanali governativi, tre canali televisivi di Stato, quattro catene nazionali radiofoniche e diverse stazioni provinciali rigorosamente in mano al governo. Non è ammessa nessuna stampa e nessuna trasmissione televisiva o radiofonica che si discosti dal pensiero unico dominante. La maggioranza dei cubani vuole che sia mantenuto il socialismo, aggiunge. E che lo dica lei va pure bene, ma nessun giornalista di casa nostra chiede da dove deriva tanta sicurezza, forse si è tenuto un referendum tra i cittadini e non siamo stati avvisati? Dato che a Cuba non esiste libertà di espressione, nessuno può affermare che il popolo vuole che si mantenga un governo socialista (che di socialista ha davvero poco, soltanto il nome). A Mariela si deve credere per fede, è una bella donna, sorride affabile, non va contraddetta, perché è della stirpe dei Castro, gente che se li contraddici fai una brutta fine.

I cubani sono molto critici con il loro governo, sostiene Mariela. E questo mi sa che è vero, perché sui blog, nelle pagine internet (più o meno oscurate) e per strada la gente esprime opinioni libere, ma dopo averlo fatto finisce pure in galera. Nessuno ha mai abolito il dictat di Fidel Castro: All’interno della Rivoluzione tutto, fuori della Rivoluzione niente! Forse non tutti sanno che la figlia di Raúl è sposata con un cittadino italiano e che spesso capita da queste parti, soprattutto in Sicilia, recentemente è stata in vacanza segreta all’Argentario insieme al padre, che non ama la ribalta. Mariela aggiunge che si dovrà concedere ai cubani il permesso di entrare in un albergo. Nessun intervistatore si stupisce che per anni sia stato proibito. Tutto normale. La lasciano parlare deferenti e sottomessi. Vi rendete conto cosa accadrebbe se in Italia un cittadino non potesse entrare in un albergo perché è riservato ai turisti stranieri? Mariela è al gran finale. I cubani potranno avere un computer e useranno apparecchiature elettroniche. Nessuna meraviglia se fino a oggi non hanno potuto avere accesso a niente di tutto questo e soprattutto non va chiesto con quali soldi i poveri cubani compreranno attrezzature costosissime. Mariela assicura che prima o poi i cubani potranno viaggiare fuori di Cuba, proprio come fanno tutti i popoli del mondo da sempre. Tu guarda quant’è magnanima. Risolvere il problema della doppia moneta è l’ultima delle buone intenzioni che lastrica a fondo il sentiero per l’inferno. Mariela presenta il suo libro e ringrazia la stampa italiana, che per l’occasione sfoggia il suo abito più compiacente e fa da grancassa alle favole della bella principessa venuta dal Caribe.

 

Gordiano Lupi


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