Obiettivo educazione
Anna Lanzetta: Il noir di Silvia Ballestra su Chiavenna. Sugli studenti che lo leggono.
Suor Maria Laura Mainetti
Suor Maria Laura Mainetti  
31 Marzo 2008
 

Il racconto di Silvia Ballestra (Corriere della Sera, 30/03/2008) che assume a contenuto i gravi fatti di Chiavenna lascia sconcertati. La lettura è la base dell’educazione e della formazione e risulta del tutto negativa quando un autore utilizza come trama di un racconto un fatto realmente accaduto; un fatto che di per sé è ancora più efferato e tragico, perché compiuto da adolescenti. Chiavenna è un paese profondamente colpito al cuore da un episodio di sangue che vede compromesse tre ragazze, ma il fatto, anche a distanza di anni, per la sua specificità, esce dai confini del territorio implicato e ci coinvolge tutti emotivamente perché riguarda ragazze, che all’epoca non superavano i sedici-diciassette anni.

La riflessione, in tutti noi, prende il sopravvento e il pensiero indaga sulle cause di tanta brutalità, ma il giudizio resta soffocato e inespresso, perché troppo grande è stato il fatto e troppi sono ancora oggi gli interrogativi; perché riguarda adolescenti, spesso troppo fragili e troppo facili prede in un ambito sociale in cui la diversità diventa curiosità e assume i colori della trasgressione, che, se incontrollata e plagiata provoca danni irrimediabili a sé stessi e agli altri. Silvia Ballestra scrive intorno a questa storia un racconto noir, nero come le figure “nere” di Goya, nero come le coscienze di quanti provocano tutto ciò in una società traballante… può indurre a tanto, la noia o un luogo? Ci si chiede incerti e stupefatti e non c’è risposta plausibile; c’è solo silenzio e come per tanti altri delitti, c’è solo dolore e riflessione per tanti interrogativi che diventano un atto d’accusa; episodi così violenti ci lasciano esterrefatti e sarebbe bene che non ritornassero in uno scritto sia per rispettare tutti coloro che ne sono stati coinvolti e che tuttora lo sono sia per evitare un effetto negativo su chi legge e proprio sugli adolescenti; fatti così efferati dovrebbero restare chiusi nella coscienza di ognuno di noi, dove il “noir” prende forma e ci interroga per sapere: chi siamo e dove stiamo andando; per scuotere le nostre menti e svegliarci dal torpore che annebbia la nostra ragione, per farci riflettere sulle cause del presente e intraprendere un cammino comune che ci liberi da questa cappa che non ci lascia più respirare, e che quotidianamente, in ogni sfera sociale compromette il nostro futuro e la conoscenza di noi a noi stessi... L’invito è di non tramutare in uno “spettacolo” il nostro quotidiano né con le immagini né con le parole. Altro è il processo educativo; altro la scrittura!

 

Anna Lanzetta


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276