Diario di bordo
Rosangela Pesenti. Pensare in piccolo, agire in tempo... 
La concretezza del presente per immaginare il futuro
25 Marzo 2008
 

Sono nata l’8 luglio 1953 a Offlaga in provincia di Brescia, dove i miei nonni contadini erano emigrati nel dopoguerra. Mio padre, già di famiglia cattolica e antifascista, era uno di quei giovani reduci dalla prigionia nei campi di concentramento tedeschi, mia madre aveva fatto l’operaia pendolare a Milano durante la guerra, sfidando i bombardamenti e ne era molto fiera. Con me neonata hanno scelto di tornare a Covo, nella bassa bergamasca, dove sono cresciuta.

Ho potuto prendere il diploma di ragioniera grazie all’istituzione della scuola media unificata e mi sono laureata in filosofia grazie alla liberalizzazione dell’ingresso all’università. I temi della cittadinanza hanno perciò accompagnato la mia crescita politica, prima in varie associazioni cattoliche, poi nel Partito Comunista e da sempre nel movimento delle donne, da un piccolo collettivo femminista all’Udi, di cui sono stata dirigente provinciale e nazionale, in particolare responsabile delle sede nazionale fino al 2003.

Insegno da quasi trent’anni italiano e storia, attualmente al Liceo “Don Milani” di Romano di Lombardia, sono Counsellor Professionista e Analista Transazionale in campo educativo.

Insieme all’impegno nella e per la scuola, sono stata anche responsabile dell’Ufficio Educazione alla salute del Provveditorato, mi sono occupata di storia e politica delle donne, migranti e native, di generi e generazioni in numerosi corsi di formazione, seminari, convegni.

Mi è giunta inaspettata la proposta di candidarmi con la Sinistra Arcobaleno, ma condivido appieno il progetto politico che presenta perché risponde all’impegno politico di questi anni.

 

 

Le donne con le donne possono

e gli uomini non sono esclusi

 

Care elettrici e cari elettori

Condivido il programma della Sinistra Arcobaleno, per la concretezza delle proposte e delle risposte ai bisogni, in particolare per quanto riguarda il lavoro e la cittadinanza.

Voglio solo sottolineare alcuni punti che mi stanno particolarmente a cuore, che rappresentano il mio lavoro oggi e nel futuro.

 

La Scuola

Penso che dobbiamo ricominciare a parlare di diritto allo studio, cancellando quel “successo formativo” che mi sembra un’indebita ingerenza nel futuro delle ragazze e dei ragazzi.

Noi dobbiamo mettere a disposizione strumenti adeguati, ambienti e persone accoglienti, competenze e prospettive, non spetta agli adulti definire a priori cosa sia o non sia il successo, che appartiene all’orizzonte dei desideri e delle opportunità.

La scuola può essere un luogo di sperimentazione della democrazia, come esperienza di condivisione e d’incontro tra generi e generazioni diverse, tra giovani e territorio, tra culture.

Le e gli insegnanti, di qualsiasi ordine e grado, vanno considerati come intellettuali e come educatori, valorizzati nella loro professionalità che è fatta di competenze scientifiche e di gestione della vita quotidiana e delle relazioni, sostenuti nello svolgimento del loro ruolo.

La formazione continua, che rappresenta la caratteristica principale della professione insegnante, deve potersi giocare nella scuola anche attraverso un dialogo istituzionale tra coloro che hanno già esperienza e chi entra per la prima volta nella professione, sottraendo i giovani insegnanti al percorso accidentato di corsi e ricorsi che mortifica le intelligenze e non trasmette buone pratiche.

Sappiamo che le risorse sono poche, ma se non si riesce a dare subito agli insegnanti il riconoscimento economico dovuto, che almeno siano riconosciute come fiscalmente deducibili tutte le spese per la formazione permanente (libri, corsi, occasioni culturali, ecc.).

Va di nuovo promossa e sostenuta la scuola pubblica laica e democratica, garantendo la continuità didattica attraverso l’assunzione degli insegnanti sui posti disponibili, cancellando i privilegi e le corsie preferenziali per alcune categorie di insegnanti e la conseguente disparità di offerta formativa.

 

Diritti e opportunità

Penso che i diritti delle persone disabili siano un’opportunità per tutti di pensare ad una società abitabile con agio in qualunque età della vita e in qualsiasi condizione.

Dobbiamo promuovere una cultura della differenza che non guardi alla disabilità solo come problema e non appronti soluzioni solo volontaristiche e caritative.

Sono favorevole anche all’accesso delle e dei migranti ai diritti di cittadinanza.

Sono favorevole al riconoscimento delle unioni civili e alla promozione di azioni positive contro ogni discriminazione legata all’identità personale.

 

Senso della Repubblica e laicità dello Stato

Condivido la proposta di Lidia Menapace e altri di restituire ai momenti simbolici della Repubblica il carattere di sobria e non retorica popolarità che sono lo stile della democrazia, trasformando in particolare la festa del 2 giugno in un’occasione di incontro davvero festoso tra le persone che abitano il nostro territorio, per dare visibilità ad una nazione che vuole essere accogliente allegra pacifica.

Ritengo che vada ripensata la politica estera a partire dall’articolo 11 della Costituzione e vada avviata una politica di attuazione del ripudio della guerra.

La laicità dello Stato è il contesto di nascita e crescita della democrazia, pertanto non può essere oggetto di nessuna limitazione.

La libertà di tutte e tutti, comprese le confessioni religiose, è già garantita dall’art. 2 della Costituzione.

 

Vita quotidiana

Pensare in piccolo e agire in tempo: non il lusso ma la bellezza, non il sacrificio ma la sobrietà.

Tra miseria e opulenza, tra emergenza e insipienza, dobbiamo cominciare a ripensare questo disastroso modello di sviluppo partendo dalle nostre case e dai nostri consumi.

Una cultura del riciclaggio, del consumo sostenibile e delle relazioni accoglienti.

Per fare qualche esempio: consentire una volta l’anno un mercatino libero dell’usato in tutte le città per evitare l’intasamento delle discariche e favorire lo scambio, anche gratuito, di beni ancora utilizzabili.

Favorire mercati dei coltivatori diretti in ogni città per ridurre il trasporto su strada ed evitare opere monumentali con un disastroso impatto ambientale.

Ripensare e incrementare i servizi a favore di bambine e bambini che rappresentano anche opportunità di lavoro per i giovani.

Pensare ad una politica abitativa di uso e valorizzazione del patrimonio già esistente, che favorisca rapporti di buon vicinato e condivisione di spazi e servizi, tra giovani e anziani, famiglie e single, genitori e bambini, per uscire dal diffuso senso di insicurezza e solitudine.

 

Le donne con le donne possono

La cittadinanza delle donne è misura della democrazia.

Sono favorevole all’iniziativa antidiscriminatoria promossa dall’Udi intitolata “50&50 ovunque si decide” e in particolare vorrei spendermi sulla questione delle procedure e delle buone pratiche che ne consentano la realizzazione.

La cultura delle donne rappresenta la possibilità di rinnovare la politica in questo Paese.

Non si tratta infatti solo di ringiovanire il ceto politico dal punto di vista anagrafico, ma di introdurre quella cultura politica del quotidiano che le donne propongono e attivano nella loro vita.

 

Pensare in piccolo e agire in tempo: la concretezza del presente per immaginare il futuro.

 

Rosangela Pesenti

candidata per la Camera nella lista Sinistra Arcobaleno (circ. Lombardia 2)

 

 

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