Diario di bordo
Valter Vecellio. Il “laikoonte” di Giorgio Forattini, un’email, e gli sms di un amico
15 Marzo 2008
 

Parlare un po’ di noi, partendo da una vignetta, un’email e alcuni sms.

 

La vignetta è quella di Giorgio Forattini, un amico che – anche se da tempo approdato su sponde berlusconiane – non ha smesso di osservare e seguire i radicali con simpatia. Su Panorama, dove ha la rubrica “mascalzonate”, ritrae un Marco Pannella in lotta con Walter Veltroni per l’occasione raffigurato un po’ lombrico, un po’ serpente. La didascalia: “Il laikoonte”.

Forattini allude chiaramente a Laocoonte, che, secondo la mitologia greca, era figlio di Priamo e di Ecuba re e regina di Troia (ma anche di Antenore, secondo alcuni); Laooconte era gran sacerdote del dio Apollo, e veggente. Secondo la leggenda, quando i troiani portarono nella città il famoso cavallo, invano cercò di opporsi, pronunciando quel famoso “Temo i greci, anche quando portano doni”. Il dio dei mari, Poseidone, che si era schierato con i greci, neutralizzò Laoconte, mandando due enormi serpenti marini, che usciti dalle acque avvinghiarono i suoi due figli; Laoconte corse in loro aiuto, finì anche lui stritolato. I troiani interpretarono la cosa come un auspicio favorevole, si tennero il cavallo ed è finita come sappiamo.

 

Ora l’email, di Antonio Bazzoni: «Quello che ha fatto Marco poche ore prima della presentazione delle liste ha dell'incredibile. Seguo le vicende radicali da almeno venticinque anni, e giornalmente Radio Radicale. Credevo di aver capito qualcosa di Marco, ma evidentemente mi sbagliavo. Condivido il giudizio di Adriano Sofri, anche a me sono cadute le braccia. Meno male che Boselli ha capito lo stato confusionale di Marco e gli ha detto di no, risparmiandoci ulteriori umiliazioni. In questi giorni la Radio è un delirio, si parla di tutto tranne che di politica. Abbiamo fatto un accordo con il PD e dobbiamo rispettarlo, perché l'obiettivo è battere il Centro-Destra. Ma è possibile che tutti, ma proprio tutti i leaders radicali non abbiano convinto Marco a non fare queste cazzate? Che delusione...».

 

Infine gli sms. Sono di un caro amico, lo chiameremo Francesco. Vive in una regione “rossa”, e questo ha una sua importanza. «Sarei un ipocrita», scrive, «se negassi che mi trovo molto a disagio e soffro per questo stramaledetto accordo… Annullerò… Sto e starò sempre con Marco. Ma non ce la faccio proprio a dare il voto al PD…».  

 

Comiciamo dall’sms. Cosa chiede, il nostro amico, che si confessi il nostro mal di pancia? Ma certo. Vuole che si neghi “disagio” e “sofferenza”? Ma neppure per sogno. Non si ha davvero alcun problema ad ammettere che in questi giorni e ore non è la cosa più facile essere e mostrarsi ragionevoli, responsabili, pazienti, capaci, “forti”; ma certo che si vorrebbe essere “irragionevoli”, “irresponsabili”, “impazienti”, “incapaci”, deboli, furbi… magari per una volta come sanno esserlo gli altri. E invece, no. Ancora una volta…

È comprensibile che Francesco e con lui tanti compagni, si senta umiliato perché hanno voluto escludere Marco Pannella e Sergio D’Elia; perché hanno mancato la parola data, garantendo che nove radicali sarebbero stati sicuramente eletti, e come ora sappiamo così quasi certamente non sarà; perché hanno perfino escluso che compagni “colpevoli” di essere radicali potessero essere candidati anche in posizione di sicura non elezione; hanno chiuso la porta ai radicali, l’hanno aperta ad Antonio Di Pietro; hanno intimato una quantità di ridicoli quanto arroganti diktat… A Francesco e ai tanti compagni come lui sì, chi scrive confessa che sì mai avrebbe immaginato che un giorno qualcuno avrebbe avuto l’improntitudine di chiederci di pagare i prezzi che ci stanno chiedendo di pagare.

Dal quartier generale berlusconesco si accredita la favola che i radicali si sono “venduti”. Gli inquilini del loft veltroniano si comportano come se fossimo merce acquistata. In questo hanno davvero raggiunto una “larga intesa”. Ed è facilissimo, davvero, trovare ragioni per dire NO all’intesa con il PD. Ma tra le “maledizioni” che gravano sui radicali c’è quella di non essere responsabili, pazienti, ostinati, autenticamente liberali e riformatori. È un interesse indubbio del paese che i radicali possano continuare a incidere come hanno già inciso; i radicali hanno dimostrato ottimamente di saper essere una forza di governo, riformatrice e responsabile: una risorsa non solo necessaria, ma indispensabile per questo paese. Mai come in questi giorni e ore dobbiamo averne la consapevolezza. Abbiamo dei doveri, verso il nostro paese; e anche verso noi stessi, ciò che siamo e rappresentiamo, vogliamo essere, e la nostra storia. Ne ricaveremo – già accade – nuovi insulti, sfregi, linciaggi, volgarità. È il prezzo da pagare, compreso nelle “condizioni” che ci vengono imposte. Francesco e tutti noi deve trovare il coraggio, la responsabilità, la lucidità di pagarlo, quel prezzo; come ha e abbiamo saputo trovarlo ieri. Gli pare poco impegnarsi nell’impresa di garantire che una pattuglia radicale sia presente in Parlamento, a tenere alte quelle bandiere e quei valori che tanti, nel centro-destra come nel centro-sinistra vorrebbero mortificare e annullare? Davvero non crede che ne valga la pena (e che sia una pena, letteralmente, nessuno lo nega)?

 

Quanto al deluso compagno Bazzoni: davvero, come dice, segue da venticinque anni le nostre vicende, attraverso Radio Radicale? Davvero ci ascolta, come dice? Curioso che “solo” ora mostri incredulità e delusione, allora. Perché Pannella e i radicali, alla fine, sono “noiosi”: son cinquant’anni che dicono e cercano di fare sempre le stesse cose, ostinati e instancabili. Quando scrive che Radio Radicale è un delirio che parla di tutto, tranne che di politica, è davvero sicuro di essersi ben sintonizzato? Bazzoni parla di stato confusionale di Marco, di sue (e nostre) “cazzate”, di ulteriori umiliazioni… Non è forse incredibile che siano stati posti dei veti ad personam, che Pannella, D’Elia e altri siano stati esclusi dalle liste? Non è incredibile che Boselli abbia prima offerto candidature come l’ha offerta a Clemente Mastella, quasi sottobanco; e poi quando si è obiettato che se accordo doveva essere, doveva essere alla luce del sole e politico, si sia volatilizzato? Dopo le numerose e pubbliche “offerte” di candidatura da parte di Boselli, Pannella ha detto: “Vedo”. Lo ha raccontato lui stesso a Radio Radicale: contatti, colloqui, verifica se c’era una reale volontà di perseguire una possibile intesa; e si è chiaramente accertato che questa volontà era solo annunciata a uso pubblicitario. Le parole e la valutazione del socialista Mauro Del Bue sono quanto mai puntuali ed esatte: «Un’occasione mancata da parte di Boselli». Anche da Del Bue confusione mentale, umiliazioni, “cazzate”?

 

Ed eccoci a Forattini. Pannella è impegnato anima e corpo «per il Partito Democratico, per un Partito Democratico». A costo di apparire arroganti: ci vuol altro che il “serpentone” da lui effigiato, per stritolarlo.

 

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 14 marzo 2008)


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