Pillola del giorno dopo e obiezione di coscienza. Bene la Toscana 
Ora occorre levare l'obbligo di ricetta
27 Febbraio 2008
 

Ha fatto bene il Consiglio regionale della Toscana a deliberare per ricordare che chi non fornisce la ricetta per l'acquisto della pillola del giorno dopo compie un'interruzione di pubblico servizio e non un rispetto della propria coscienza. Quest'ultima sarebbe preservata se fosse previsto dalla legge la possibilità di farlo, ma così non è e sarebbe assurdo lo fosse perché, a quel punto, si dovrebbe consentire il diniego a vendere preservativi e pillola contraccettiva.

Dopo la presa di posizione della Federazione dell'ordine dei medici contro le limitazioni e le difficoltà che spesso frappongono i medici per la prescrizione, trincerandosi anch'essi dietro ad un'inesistente diritto di obiezione, si spera che l'accesso ai contraccettivi e alla procreazione responsabile faccia un ulteriore passo in avanti.

A questo punto, anche per non vanificare queste determinate prese di posizione, il ministro della Salute dovrebbe decidere che la vendita della pillola del giorno dopo avvenga senza prescrizione medica, cosè come già accade in quasi tutti i Paesi Ue e Usa. Un contraccettivo d'emergenza, che agisce in termini preventivi, così com'è per la pillola contraccettiva tradizionale e per i sistemi intrauterini tipo spirale, deve necessariamente essere venduto nel modo più semplice, altrimenti viene a perdere la sua funzione di emergenza. Il ministro Livia Turco, se vuole può intervenire.

 

Donatella Poretti

 

 

Qui puoi sottoscrivere la petizione
“pillola del giorno dopo senza ricetta”

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