Diario di bordo
Ru486. Ma a cosa serve la Federazione degli ordini dei medici? 
Opportune le dimissioni del presidente a “scoppio ritardato”
23 Febbraio 2008
 

Oggi la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) si è schierata in difesa della legge 194 e dell'introduzione della pillola Ru486. Ma dove era l'Ordine fino ad oggi? Perché interviene solo ora che la Ru486 ci è stata imposta dall'Europa, un'umiliazione che potevamo evitare registrandola anni fa come il resto dei Paesi Ue?

Non è la prima volta che l'Ordine interviene in ritardo o a sproposito. Ricordo che sulla richiesta sacrosanta di Piergiorgio Welby di sospendere i trattamenti sanitari, il presidente Fnomceo, Amedeo Bianco (foto), aveva affermato che colui che avesse rispettato la volontà del paziente avrebbe avuto «contro sia il Codice penale sia il Codice deontologico medico» e sarebbe andato «incontro a serie conseguenze». Come qualsiasi giurista di buon senso aveva predetto, il Tribunale di Roma ha riconosciuto a pieno il diritto costituzionale di Welby di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario. Ma quell'intervento di Bianco ha sicuramente contribuito ad allungare la sofferenza di Welby, scoraggiando i medici dal rispettarne le richieste.

Anche questa volta, il lungo silenzio della Fnomceo sulla Ru486 ha permesso alla politica, digiuna di scienza medica, di dire tutto ed il contrario di tutto pur di impedirne la registrazione.

Perché ha lasciato soli fino ad oggi quei medici che ora devono affrontare addirittura procedimenti penali pur di offrire alle donne italiane le stesse scelte che hanno da anni le donne europee? Ma la Federazione a cosa serve? Esiste solo per se stessa, oppure anche per migliorare la tutela della salute dei cittadini?

Mi auguro che, oltre alle opportune dimissioni di un presidente a 'scoppio ritardato' francamente inadeguato, la Fnomceo cominci ad operare seriamente nel nome della scienza medica e della tutela della salute dei cittadini, unica vera ragione per l'esistenza della professione medica. A partire dalla legge sull'interruzione di gravidanza fino al rispetto pieno e incondizionale della libertà terapeutica così come garantita dall'articolo 32 della Costituzione.

 

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc


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