Diario di bordo
Maria G. Di Rienzo. Elezioni. Prime risposte verso il 2 marzo
14 Febbraio 2008
 

Posso ammetterlo? Non osavo aspettarmi tanto interesse. Quasi tutte le risposte sono molto articolate e argomentate, spesso ricche d'inventiva. Se tanto dà tanto, a Bologna non dovremmo trovarci in quattro. Quelle dotate di entusiasmo e volontà e intelligenza, anche se critiche, meritano un abbraccio virtuale (virtuale per il momento, mi riservo di provvedere in carne ed ossa il 2 marzo) ma non abbisognano di troppi commenti. Poi ce ne sono parecchie divertenti, inviate dagli Stakanov della rete telematica, quelli che scrivono ossessivamente a tutti su tutto, e per tutto hanno la risposta. Le trovo buffe anche se sprizzano arroganza e disprezzo. Mi stupisce che ci siano così tanti geni misconosciuti in Italia, chi ha detto che siamo un popolo di commissari tecnici non ha mancato di troppo il bersaglio. Non credo tuttavia ci sarà dato di vedere fisicamente gli autori (le donne sono assenti dal gruppo onnisciente... sì, mi è sfuggito un sogghigno, fate finta di niente), temo siano troppo nobili per mischiarsi al popolino cocciuto e triviale. Un buon numero di risposte concerne proposte d'altro tipo, e per quanto valide e ingegnose e generose siano sono costretta a classificarle fuori tema: se vi chiedo di venire al cinema con me, potremmo discutere su quando, e su che film vedere, e sull'ora della proiezione, oppure potreste dirmi “no grazie”, ma difficilmente mi rispondereste con la ricetta del risotto allo zafferano, vero?

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C'è anche una piccola serie di interventi che definirei “in preda al panico”, in cui il vero messaggio sta più tra le righe che nelle righe stesse. I loro autori si stanno domandando cosa portiamo via e a chi, chi regge il timone, cosa c'è sotto, qual è la posizione ufficiale “del movimento” (de che?), dove si colloca la proposta sullo spettro socio-politico in base alle categorie kantiane o aristoteliche ecc. ecc. E chi ci paga, naturale. Questi vorrei rassicurarli: ascoltatemi bene, il testo dice esattamente quel che dice, in italiano, con i significati della lingua italiana. Non mi risulta al momento che ci paghi nessuno, e se a qualcuno avanzano soldi gli suggerirei di spenderli in modo utile abbonandosi ad Azione nonviolenta, ma soprattutto metto “femmineamente” (virilmente non ci stava) il pugno chiuso sul braciere giurandovi che Sini non solo non ci ha dato un franco, ma continua a pretendere articoli da tutti come un pozzo senza fondo.

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Una seconda serie di messaggi concerne in realtà degli inviti: a lasciar perdere e ad unirci a quasi tutti i partiti dell'arco costituzionale. Non ho ancora ricevuto qualcosa da Forza Italia, ma sappiate che persino Alleanza Nazionale potrebbe stringerci al seno (non appena abbassa il braccio destro dopo il saluto). Difficile dire qualcosa a costoro: supponendoli in buona fede, si ha l'impressione che non abbiano compreso del tutto quel che hanno letto, e che stiano rispondendo più alle proprie elucubrazioni che alla proposta cosè com'è.

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Stesso numero, circa, per i “vaganti nelle tenebre” e i “pessimisti irragionevoli” (quelli ragionevoli hanno argomentato le loro perplessità, e li annovero negli interventi utili e da discutere). I primi hanno colto l'occasione per ricordarmi la natura ondivaga e mutante dell'universo, in cui non vi è punto fermo tranne la certezza che precipiteremo prima o poi nel nulla. Ringrazio per la premura, ma come sapete sono una filosofa minimalista della scuola delle servette, per cui meglio “poi”, e nel frattempo lavoriamo un po' per riassettare la casa Italia, se non vi spiace.

I secondi hanno detto, ribadito, sottolineato e urlato che tanto non combineremo niente. Per cui non dovremmo neppure provarci. Loro non vogliono! E tanto basta. Questi si sentono persino offesi, anche se non capisco perché. Mettiamo pure che abbiate ragione, amici: perché aver paura di un fallimento altrui? Voi non intendete provarci, giusto? Allora pregustate il momento in cui potrete scrollare il capo e ripetere con soddisfazione “Ah, glielo avevo detto, io...”.

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Infine, ci sono un paio di persone che credendo di essere molto realiste ed oggettive mi hanno sbrigativamente e con asprezza spiegato che devo chinare il capo alla situazione così com'è. Proprio così com'è, siete sicuri? L'avete guardata bene, la situazione? Bene, non è la prima volta che ricevo questo consiglio, sapete. E ricordo un giorno particolare in cui me lo diedero, e che in quel giorno io presi a prestito le parole di qualcun altro per rispondere: «Orsù, che dovrei fare? Cercarmi un protettore, eleggermi un signore, e dell'ellera a guisa, che dell'olmo tutore accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza, arrampicarmi, invece di salir per forza? Grazie no, grazie no, grazie no» (è il Cyrano di Rostand, un vecchio amico).

 

Maria G. Di Rienzo

(da Nonviolenza. Femminile plurale, 14 febbraio 2008)


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